lunedì 10 luglio 2017

VARIE 17/710



1.'A VECCHIA Ê TRENTA 'AUSTO, METTETTE 'O TRAPANATURO Ô FFUOCO.
Letteralmente: la vecchia ai trenta d'agosto (per riscaldarsi) mise nel fuoco l'aspo. Il proverbio viene usato a mo' di avvertenza, soprattutto nei confronti dei giovani o di chi si atteggi a giovane, che si lasciano cogliere impreparati alle prime avvisaglie dei freddi autunnali che già si avvertano sul finire del mese di agosto, freddi che - come dice l'esperienza - possono essere perniciosi al punto da indurre i piú esperti (la vecchia) ad usare come combustibile persino un utile oggetto come un aspo, l'arnese usato per ammatassare la lana filata. Per estensione, il proverbio si usa con lo stesso fine di ammonimento, nei confronti di chiunque si lasci cogliere impreparato non temendo un possibile inatteso rivolgimento di fortuna - quale è il freddo in un mese ritenuto caldo.
trapanaturo = aspo, bindolo per ammatassare dal greco  try/panon, deriv. di trypân=girare, forare
2. JÍ ZUMPANNO ASTECHE E LAVATORE.
Letteralmente: andar saltando per terrazzi e lavatoi. Id est: darsi al buon tempo, trascorrendo la giornata senza far nulla di costruttivo, ma solo bighellonando in ogni direzione: a dritta e a manca, in altoed in basso ;
asteche=lastrici solai,terrazzi dal greco astrakon=coccio)  
lavatore (lavatoi) (dal lat. tardo lavatoriu(m), deriv. di lavare 'lavare' erano olim ubicati in basso - per favorire lo scorrere delle acque - presso sorgenti di acque o approntate fontane, mentre l'asteche, ubicati alla sommità delle case,erano i luoghi deputati ad accogliere i panni lavati per poterli acconciamente sciorinare al sole ed al vento, per farli asciugare.
3. PARE CA MO TE VECO VESTUTO 'A URZO.
Letteralmente: Sembra che ora ti vedrò vestito da orso. Locuzione da intendersi in senso ironico e perciò antifrastico. Id est: Mai ti potrò vedere vestito della pelle dell'orso, giacché tu non ài né la forza, né la capacità fisica e/o morale di ammazzare un orso e vestirti della sua pelle. La frase viene usata a commento delle azioni iniziate da chi sia ritenuto inetto al punto da non poter mai  portare al termine ciò che intraprende.
4.'O CUCCHIERE 'E PIAZZA: TE PIGLIA CU 'O 'CCELLENZA E TE LASSA CU 'O CHI T'È MMUORTO.
Letteralmente: il vetturino da nolo: ti accoglie con l'eccellenza e ti congeda bestemmiandoti i morti.Il motto compendia una situazione nella quale chi vuole ottenere qualcosa, in principio si profonde in ossequi e salamelecchi esagerati ed alla fine sfoga il proprio livore represso, come i vetturini di nolo adusi a mille querimonie per attirare i clienti, ma poi - a fine corsa - pronti a riversare sul medesimo cliente immani contumelie, in ispecie allorché il cliente nello smontare dalla carrozza questioni sul prezzo della corsa, o - peggio ancora - non lasci al vetturino una congrua mancia.
5.JÍ CASCIA E TTURNÀ BAUGLIO OPPURE JÍ STOCCO E TTURNÀ BACCALÀ.
Letteralmente: andar cassa e tornare baúle oppure andare stoccafisso e tornare baccalà. Id est: non trarre profitto alcuno o dallo studio intrapreso o dall'apprendimento di un mestiere, come chi inizi l'apprendimento essendo una cassa e lo termini da baúle ossia non muti la sua intima essenza di vacuo contenitore, o - per fare altro esempio - come chi inizi uno studio essendo dello stoccafisso e lo termini diventando baccalà, diverso in forma, ma sostanzialmente restando un immutato merluzzo. Con il proverbio in epigrafe, a Napoli, si è soliti commentare le maldestre applicazioni di chi non trae profitto da ciò che tenta di fare, perchè vi si applica maldestramente o con cattiva volontà. Cascia: etimologicamente dal latino capsa (da capio) attraverso uno spagnolo caja
Baúglio: etimologicamente deverbale metatetico del latino bajulare=portare s.m. = baúle,  contenitore usato per portare merci o altro;altrove estensivamente gobba che insiste sul petto.
Stocco: etimologicamente dallo spagnolo/portoghese estoque =bastone
Baccalà: etimologicamente dallo sp. bacalao, e questo dal fiammingo kabeljauw.

6.TU MUSCIO-MUSCIO SIENTE E FRUSTA LLA, NO!
Letteralmente: Tu senti il richiamo(l'invito)e l'allontanamento no. Il proverbio si riferisce a quelle persone che dalla vita si attendono solo fatti o gesti favorevoli e fanno le viste di rifiutare quelli sfavorevoli comportandosi come gatti che accorrono al richiamo per ricevere il cibo, ma scacciati, non vogliono allontanarsi; comportamento tipicamente fanciullesco che rifiuta di accettare il fatto che la vita è una continua alternanza di dolce ed amaro e tutto deve essere accettato, il termine frusta lla discende dal greco froutha-froutha col medesimo significato di :allontanati, sparisci.
7.'E DENARE SO' COMM'Ê CHIATTILLE: S'ATTACCANO Ê CUGLIUNE.
Letteralmente: i soldi son come le piattole: si attaccano ai testicoli. Nel crudo, ma espressivo adagio partenopeo il termine cugliune è pl. di cuglione(dal t. lat. coljone(m) per il class. coleone(m)) viene usato per intendere propriamente i testicoli, e per traslato, gli sciocchi e sprovveduti cioé quelli che annettono cosí tanta importanza al danaro da legarvisi saldamente.
Chiattille s.vo. m.le pl. di chiattillo= blatta, piattola (dal lat. blatta +suff. dim. illo: blattillo→chiattillo.
8.HÊ 'A MURÍ RUSECATO DÊ ZZOCCOLE E 'O PRIMMO MUORZO TE LL'À DA DÀ MAMMÈTA
Che possa morire rosicchiato dai grossi topi di fogna ed il primo morso lo devi avere da tua madre. Icastica maledizione partenopea giocata sulla doppia valenza del termine zoccola (dal t. lat. sorcula(m) che, a Napoli, identifica sia il topo di fogna che la donna di malaffare
9.MA TE FOSSE JUTO 'O LLICCESE 'NCAPO?
Letteralmente: ma ti fosse andato il leccese in testa? Id est: fossi impazzito? Avessi perso l'uso della ragione? Icastica espressione che, a Napoli, viene usata nei confronti di chi, senza motivo, si comporti irrazionalmente. Il liccese= leccese dell'espressione non è - chiaramente - un abitante di Lecce, ma un tipo di famoso tabacco da fiuto, prodotto, temporibus illis, nei pressi del capoluogo pugliese; l'espressione paventa il fatto che il tabacco fiutato possa- ma  non si sa bene come! - aver raggiunto, attraverso le coani nasali il cervello e leso cosí le facoltà raziocinanti del... fiutatore.
10. FÀ 'E SCARPE A CQUACCHED'UNO.OPPURE FARLE ‘NU VESTITO
Letteralmente: Fare le scarpe a qualcuno.oppure confezionargli un vestito. Id est: conciar male, ridurre a cattivo partito qualcuno fino al punto di approntargli la morte. L'espressione deriva dall'antica usanza che si teneva a Napoli, per l'ultimo viaggio, -   di fare indossare un vestito nuovo  e/o di far calzare scarpe nuove  ai morti in origine  di un certo rango, poi a quelli appartenenti  alla media borghesia ed infine  a chiunque a qualunque ceto sociale appartenesse; vestito  e  scarpe nuovi erano conservati all'uopo dai familiari.
11 - QUANNO ‘A GATTA NUN CE STA ‘E SURECE ABBALLANO
Quando il gatto non c’è i sorci ballano
Id est:quando è assente il capo o il superiore  tutti i sottoposti, siano figli o studenti o impiegati o operai  ne profittano, facendo il proprio comodo  e contravvenendo alle previste regole comportamentali.
12.  QUANNO ‘A MUGLIERA È BBONA I ‘O MARITO È CCHIACHIELLO, SPONTANO SEMPE ‘E CCORNE
Quando una moglie è procace e piacente ed il marito  è sciocco o bonaccione, spuntano sempre le corne
Id est:la moglie procace e sfrontata  d’un marito fesso e credulone, prima o poi lo tradirà.
chiachiello agg.vo e sost. m voce quasi desueta che indicò in primis un uomo di bassa statura  e poi per estensione semantica  lo sciocco credulone, il babbeo  di nessuna personalità,l’inetto, l’incapace, il mancator di parola,  il bonaccione, il  banderuola aduso a mutar continuamente parere ed intenti  e pertanto un essere inetto,spregevole,  persona di scarsa serietà; quanto all’etimo si può supporre una base lat. cloac(u)la + il suff.masch. iello oppure, ma meno probabilmente,da collegarsi al greco kophòs=babbeo voce che però  già diede il seguente chiafèo morfologicamente piú rispondente alla derivazione dalla voce greca.

13.FÀ ‘NU BELL’ACCÀTTETO.
Ad litteram: fare un bell’acquisto  Ironica locuzione da intendersi chiaramente in senso antifrastico  che si riferisce a chi à fatto un pessimo affare, un cattivo acquisto e magari à sborsato una somma  esorbitante rispetto alla quantità o, piú spesso, alla qualità del bene acquisito; per traslato la locuzione viene riferita, a mo’ di dileggio  a chi abbia impalmato una sposa rivelatasi poi meno virtuosa o  meno docile  di quel che apparisse.
accàtteto  letteralmente: acquisto, compera, guadagno (anche in senso figurato) etimologicamente voce deverbale di accattà = acquistare, comprare e talvolta prendere, sottrarre come nel caso dell’espressione: ‘o sorice s’è accattato ‘o furmaggio: il topo (finito in trappola) à preso il formaggio (senza  esser catturato); il verbo accattà/are è, a sua volta, dal basso latino ad-captare→accaptare→accattare  intensivo di capere = prendere.
                                                            Raffaele Bracale
                                                                   27/9

Brak

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