lunedì 3 maggio 2021

I 7 CASTELLI DI NAPOLI

I 7 CASTELLI DI NAPOLI

 Il mio caro amico P.D.F.(i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome)mi à chiesto di confermargli la notizia che un tempo Napoli fu definita “città dei sette castelli”. Gli ò risposto che sí nell’antichità Napoli era chiamata la “città dei sette castelli” in quanto unica città al mondo a vantare nel suo perimetro ben sette castelli:Castel dell’Ovo, Castel Nuovo (Maschio Angioino), Castel Sant’Elmo, Castel Capuano, Castello del Carmine, Castello di Nisida ed il Forte di Vigliena e  tutti questi castelli erano collocati in modo da creare un potentissimo sistema di difesa del Golfo di Napoli contro gli attacchi dal mare.Ora però prima di parlare dei singoli castelli mi corre l’obbligo di precisare che dal 1902 i castelli di Napoli divennero otto

con la costruzione del  castello ASELMEYER o meglio  CASTELLO GRIFEO  di cui dirò in coda. E cominciamo:

1) CASTEL DELL'OVO (castrum Ovi, in latino),sito di fronte via Partenope è il castello più antico della città di Napoli fu originariamente  d’aspetto normanno mutato grazie ai successivi lavori di ricostruzione avvenuti durante il periodo angioino ed aragonese e sorge sull'isolotto di tufo di Megaride , propaggine naturale del monte Echia, che era unito alla terraferma da un sottile istmo di roccia dove venne fondata Parthènope nell'VIII secolo a.C., per mano di fuoriusciti greci attestatisi a  Cuma. Nel I secolo a.C. Lucio Licinio Lucullo acquisì nella zona un fondo assai vasto (che verosimilmente  andava da Pizzofalcone sino a Pozzuoli) e sull'isola costruì una splendida villa, Villa di Licinio Lucullo, che era dotata di una ricchissima biblioteca, di allevamenti di murene e di alberi di pesco (importati dalla Persia),  ed alberi di ciliegio che il generale aveva fatto arrivare da Cerasunto, una città turca.  Con il nome di Castrum Lucullanum, che il sito mantenne fino all'età tardoromana, il ricordo della proprietà ancóra perdura.  Rammento che il nome del castello è dovuto ad una leggenda medievale che fece derivare di il nome di castel dell’ovo dal fatto che  il poeta latino Virgilio [mantovano di origine, ma napoletano di adozione] avrebbe nascosto nelle segrete dell'edificio, chiuso in una gabbietta metallica,  un uovo magico che aveva il potere di mantenere in piedi l'intera fortezza. L’eventuale  rottura dell’uovo avrebbe però provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli; durante il XIV secolo, al tempo di Giovanna I[cioè Giovanna I d'Angiò, o Giovanna I di Napoli (Napoli, 1327 circa – †Muro Lucano, 12 maggio 1382), figlia di Carlo, duca di Calabria, e della duchessa Maria di Valois, fu regina di Napoli dal 1343 al 1381,], il castello subì ingenti danni a causa del crollo parziale dell'arco sul quale è poggiato e, per evitare che tra la popolazione si diffondesse il panico per le presunte future catastrofi che avrebbero colpito la città, la regina dovette giurare di aver sostituito l'uovo originario che, pur rinchiuso nella gabbietta, s’era infranto.

Nella seconda  metà del V secolo - la villa luculliana venne fortificata da Valentiniano III e le toccò la sorte di ospitare il deposto ultimo Imperatore di Roma, Romolo Augusto, nel 476.

 2) IL MASCHIO ANGIOINO (o Castel Nuovo) s’erge maestoso in  piazza Municipio con la sua   pianta trapezoidale e comprende cinque grandi torri, di cui una in tufo e le altre quattro in piperno.

La sua costruzione iniziò nel 1279 per volere di  Carlo I d'Angiò [(Parigi, 21 marzo 1226 – †Foggia, 7 gennaio 1285), figlio del re di Francia, Luigi VIII il Leone e di Bianca di Castiglia, fu re di Sicilia dal 1266 fino alla sua cacciata dall'isola nel 1282 in seguito ai Vespri Siciliani,] quando la capitale del regno fu spostata da Palermo a Napoli e, successivamente, con la ricostruzione voluta da Alfonso d’Aragona[cioè Alfonso di Trastámara, detto il Magnanimo (Medina del Campo, 24 febbraio 1386 †Napoli, 27 giugno 1458), fu un principe spagnolo della casa reale di Trastámara d'Aragona, che divenne re Alfonso V di Aragona, Alfonso III di Valencia, Alfonso II di Sardegna, Alfonso I di Maiorca e di Sicilia, re titolare di Corsica, di Gerusalemme e d'Ungheria, conte Alfonso IV di Barcellona e delle contee catalane (Rossiglione e Cerdagna) dal 1416 al 1458, duca titolare di Atene e Neopatria e re Alfonso I di Napoli dal 1442 al 1458], da castello-palazzo divenne una fortezza moderna quale è quella attuale. Se fino all’intervento del Magnanimo il nome del castello era stato esclusivamente “Maschio o Mastio Angioino”, da quel momento   in poi si chiamerà “Castel Nuovo”; ed  ecco perché oggi vengono usati entrambi i nomi.

I sotterranei sono costituiti da due aree: la fossa del coccodrillo e la prigione del Baroni.

La leggenda del coccodrillo narra di numerose e inspiegabili sparizioni di prigionieri: a un certo punto, ci si rese conto che queste erano dovute a un coccodrillo che azzannava i reclusi a gamba, fino a trascinarli in mare.

Di spiccata bellezza e forte fascino è la Sala dei Baroni, probabilmente chiamata così per via della congiura di alcuni baroni contro Ferrante I d’Aragona nel 1487, il quale, venendo a conoscenza del fatto che i nobili tramavano qualcosa contro di lui, con una scusa, li riunì in questa sala per poi arrestarli e condannare alcuni di loro a morte.

Attualmente il castello è destinato ad un uso culturale e, al suo interno, à sede anche il Museo Civico.

3) CASTEL SANT’ELMO situato nella parte piú alta della città, sulla collina del Vomero è una fortezza che domina la città. Di origine medievale, fu edificato dove un tempo aveva sede la Chiesa di Sant’Erasmo, da cui “Eramo” e poi “Ermo”, fino a “Elmo”. In tempi antichi chiamato “Paturcium”, fu fatto costruire da Roberto D’Angiò dal 1336 al 1343 e negli anni è stato oggetto di molti assedi.

Nel 1857 un fulmine colpì la polveriera, causando il crollo di gran parte della fortezza e uccidendo 150 persone.

Durante la Rivoluzione partenopea del 1799 fu conquistato dal popolo e successivamente dai repubblicani ma, con la caduta della Repubblica, diventò la prigione di importanti esponenti della rivoluzione tra cui: Eleonora Pimentel De Fonseca, Giustino Fortunato, Francesco Pignatelli, Giovanni Bausan, Luisa Sanfelice e Domenico Cirillo.

L’attuale configurazione, con impianto stellare a sei punte, fu realizzata tra il 1537 e il 1547 su progetto di Pedro Luis Escrivá di Valenza. Oggi il castello ospita il Museo Novecento, ricco di opere d’arte, ed è sede di mostre ed eventi culturali.

4) CASTEL CAPUANO  sito nei pressi di Porta Capuana, verso la fine del Decumano maggiore, fu fatto costruire sui resti di una costruzione ducale in un’area dove, in epoca romana, sorgevano probabilmente le Terme o un Ginnasio dal re normanno Guglielmo I detto Il Malo [ figlio (1120 - †1166) di Ruggero II d'Altavilla e della sua prima moglie Elvira di Castiglia, alla morte del fratello Tancredi ebbe il principato di Taranto, poi (1144) il principato di Capua ed il ducato di Napoli] sui resti di una costruzione ducale in un’area dove, in epoca romana, sorgevano probabilmente le Terme o un Ginnasio. Questo castello fu la residenza reale prima che fosse edificato il Maschio Angioino, poi comunque continuò ad ospitare riunioni di nobili, funzionari e personaggi illustri, tra cui Francesco Petrarca nel 1370. Nel XVI secolo, per volere del viceré spagnolo Don Pedro de Toledo, diventò un palazzo di giustizia ed un carcere.

Secondo la leggenda, tra le mura del castello, si aggira il “fantasma degli avvocati”, appartenente a Giuditta Guastamacchia, un a giovane vedova bellissima ma crudele ed assassina giustiziata il 19/4/1800.

Nel castello capuano  si possono visitare gli affreschi del Salone della Corte d’Appello, la Sala dei Busti, in onore dei grandi giuristi partenopei, la Cappella della Sommaria e la Fontana del Formiello.

5)Il CASTELLO DEL CARMINE, detto Sperone, fu fatto costruire nel quartiere Mercato da Carlo III di Durazzo[cioè Carlo d'Angiò-Durazzo (Monte Sant'Angelo, 1345 – † Visegrád, 24 febbraio 1386), figlio di Luigi, III duca di Durazzo, e di Margherita Sanseverino, fu re di Napoli con il nome di Carlo III, dal 1382, e re d'Ungheria con il nome di Carlo II detto il Breve, dal 1385.] nel 1382. Il castello aveva una funzione prettamente militare, pertanto non vi erano sale regali. Nel 1906, per ragioni di viabilità, la fortezza fu parzialmente, ma ignobilmente distrutta tramite una colata di cemento.

Oggi è possibile ammirare la Torre Spinella (detta anche il Trono), la Torre Brava e una parte della  muratura aragonese.

6) CASTELLO DI NISIDA. edificato nel XIV secolo in epoca angioina  a  Nisida, l’isola-non isola di Bagnoli, collegata alla terraferma da un ponte e, successivamente, la regina Giovanna fece costruire la Torre di Guardia. Nel XVI secolo  Don Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga (Salamanca, 13 luglio 1484 – †Firenze, 22 febbraio 1553)  marchese consorte di Villafranca del Bierzo e dal 1532 al 1553  viceré di Napoli per conto di Carlo V d'Asburgo lo fece diventare parte di quel potente sistema difensivo che iniziava a Baia e terminava allo Sperone. Con l’epidemia di peste del 1626, diventò un lazzaretto e oggi ospita l’Istituto Penale per minorenni.

7) FORTE DI VIGLIENA situato nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, in via Marina dei Gigli, fu fatto costruire nel 1706 circa  da  Juan Manuel María de la Aurora Fernández Pacheco Acuña Girón y Portocarrero (Marcilla, 7 settembre 1650 – †Madrid, 29 giugno 1725) nobile spagnolo, fondatore della Real Academia Española, grande di Spagna,  viceré e capitano generale dei regni di Navarra, Aragona, Catalogna, di Sicilia e di Napoli e cavaliere dell'Ordine del Toson d'oro; tale forte ebbe la  particolarità d’essere a alto solo 6 metri di talché risultava quasi   invisibile dal mare. Durante il Regno delle Due Sicilie, divenne anche sede di allenamento dei cadetti. Il 13 luglio del 1799 fu teatro di scontro tra le forze della Repubblica partenopea e quelle sanfediste: il comandante repubblicano Antonio Toscano fu costretto a far esplodere le polveri da sparo, causando la morte sia di sé stesso e degli alleati, sia dei nemici.

Nel 1891 la fortezza è diventata Patrimonio Nazionale. Oggi del castello resta ben poco, ma più volte si è pensato di costruire in quella zona un parco archeologico.

Ed eccoci infine al 8) CASTELLO ASELMEYER (o, più correttamente, castello Grifeo dei principi di Partanna)  che è un edificio civile edificato ad uso privato tra il 1899 ed  1902 ad opera dall'architetto anglo-napoletano Lamont Young  e si erge  sull’altura del parco Grifeo e guarda piazza Amedeo

E qui faccio punto fermo augurandomi d’essere stato chiaro ed esauriente ed aver soddisfatto la curiosità dell’amico P.D.F.   quella dei miei ventiquattro lettori  e di chi forte si imbattesse in queste paginette.Satis est.

R.Bracale Brak

 

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