lunedì 25 febbraio 2008

IMBRANATO

Il termine imbranato


Il termine imbranato è voce che pur presente nel dizionario della lingua italiana, è essenzialmente dialettale, usata spessissimo nel linguaggio giovanile e rende in italiano gli omologhi impacciato, goffo, maldestro ed estensivamente sciocco, stupido; tale voce pare proprio, secondo la maggioranza dei lessicografi, che sia pervenuto nei calepini della lingua italiana partendo da un voce verbale del dialetto veneto: imbrenà 'imbrigliare ' (da brena 'briglia'); quindi 'impacciato';
la lingua napoletana per indicare chi sia impacciato, goffo, maldestro ed estensivamente sciocco, stupido non usa la voce ‘mbranato voce aferetica di imbranato; ed in effetti tale eventuale ‘mbranato non è riportato in nessun dizionario della lingua napoletana né antico, né moderno; il napoletano per significare tutto quanto qui indicato: impacciato, goffo, maldestro ed estensivamente sciocco, stupido à tre o quattro termini particolari, ognuno con la sua esatta, particolare destinazione d’uso; essi sono:
1) gnogno sost. masch.le che indica esattamente lo stupido e cioè lo stupíto, l’attonito, lo sbalordito che abbia perciò un comportamento maldestro; l’etimo della voce a margine è dalla spagnolo ñoño di medesimo significato;
2) scuonceco = dal fisico sconciato, guastato, disfatto sost. masch.le che indica esattamente il goffo, il maldestro a causa di carenze fisiche che gli impediscono un comportamento lineare;l’etimo è dal basso lat. *exconciare;
3) zaffio/zaffo= rozzo, impacciato ed estensivamente anche zotico, villano fino ad arrivare a violento, sbirro sost. masch.le che indica esattamente il goffo, il maldestro, di limitate capacità intellettive cui sopperisce con la villanía e la violenza; l’etimo è probabilmente da ricercare nell’arabo sāyf. o piú probabilmente nell’iberico zafio.
Infine talvolta per indicare un imbambolato, sciocco, inesperto e credulone si usa un aggettivo, spesso sostantivato e cioè 4) zallo
che appunto è lo sciocco,l’inesperto,il maldestro credulone in ispecie se anche innamorato di una donna di piccola virtú;
per quanto riguarda la voce zallo penso che essa sia o possa essere corruzione di tallo (che è dal lat. thallus, forgiato sul greco tallòs; di per sé il tallo è il germoglio, la talea, la giovane foglia tenera , il virgulto che semanticamente ben potrebbe, per traslato, indicare con la sua tenera inconsistenza, la accondiscendenza credula dell’inesperto zallo;
tuttavia mi sento di poter formulare anche un’altra ipotesi per la voce zallo ipotesi che espongo qui di sèguito.
Atteso che con il termine zallo (aggettivo sostantivato) in lingua napoletana si intese ed ancóra si intende il babbeo, l’allocco, lo stupido credulone, occorre rammentare che le medesime accezioni le à la voce zanno che ripete in napoletano il termine italiano zanni equivalente di Giovanni famoso personaggio della commedia cinquecentesca bergamasca dove lo zanni/Giovanni era il servo sciocco e credulone; di talché non è azzardato ipotizzare una rilettura popolare di zanno diventato zallo con sostituzione (magari a dispetto di qualche norma che presiede la linguistica!) delle nasali nn con le piú comode ll.
Ultimissima ipotesi è che zallo (=babbeo, allocco, stupido credulone) usato spessissimo in riferimento (cfr. R. Viviani) ad un graduato tutore della legge, ad uno sbirro intesi sempre sciocchi, stupidi e creduloni (ibidem: ‘o zallo s’ammocca= lo sciocco prende per buona… una fandonia ), possa essere corruzione di comodo di un originario zaffio o zaffo che con derivazione dall’iberico zafio vale uomo violento, sbirro come già detto.
Da zaffo a zallo il passo non è lungo, come potrebbe non esserlo (con buona pace dei linguisti) quello da zanno a zallo!
raffaele bracale

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