Jí giurgiulianno oppure jí ‘nzunzulianno
o anche jí ‘ncasanno ‘e vàsule
Ciascuna delle tre espressioni in epigrafe rendono, ciascuna con una sua precipua immagine, l’italiano: andar in giro senza meta e/o occupazione, quasi perdendo il tempo.
Cominciamo con Jí giurgiulianno
che quasi ad litteram può rendersi con : andar bighellonando; id est: andare girozolando, ma farlo alla maniera del giurgio cioé dell’ebbro, ciondolando, magari a rischio di cadere, andar senza meta e senza scopo; etimologicamente giurgio risulta forse essere la corruzione del nomeGiorgio inteso, partendo dalla figura del Santo guerriero, come un gradasso, uno spaccone dall’andatura presuntuosa ed altalenante, tal quale l’ ubriaco, ma potrebbe essere anche una corruzzione del toscano ciucco ubriaco , brillo, sciocco, stupido (variante di giucco d’etimo incerto, forse da ciucca/giucca= sbornia) attraverso il seguente iter ciucco/giuccodà ciurco che dà giurcoche dà giurgo ed infine giurgio.
L’alternativa jí ‘nzunzulianno (andar gironzolando) proposta in epigrafe esprime i medesimi concetti, ma è voce più moderna coniata partendo dal termine zonzo; in+ zonzo donde il denominale *’nzunzulià = bighellonare; la voce zonzo è probabilmente un deverbale di ronzare voce verbale onomatopeica riferita ad insetti come api, mosche, vespe ecc., emettere un rumore vibrante, sordo e prolungato, in conseguenza del loro volare soprattutto in cerchio; per estens., si dice di tutto ciò che produce un rumore sordo e vibrante: il ronzare di un motore; un aereo ronzava nel cielo; sentirsi ronzare le orecchie
figuratamente: girare intorno a un luogo o a una persona: ronzare intorno a una donna, farle la corte.
E veniamo a jí ‘ncasanno ‘e vàsule
Ad litteram: andar calpestando i basoli che è la pavimentazione stradale fatta con blocchi di pietra lavica; locuzione di valenza simile alle precedenti con una più marcata attenzione alla maniera di sciupare il tempo usato per percorrere improduttivamente la strada, bighellonando, ciondolando a dritta e a mancina senza meta o scopo; la locuzione è usata quando ci si voglia riferire, per redarguirli di non fare il proprio dovere o a svogliati studenti o ad accidiosi operai accusati di andar calpestando il basolato, invece di applicarsi alle loro incombenze.
Rammenterò che un tempo le strade erano appena appena sterrate e battute, poi furono pavimentate alla bell’ e meglio con i breccioni di fiume dando vita alle c.d. imbrecciate di cui Napoli fu ricca, si passò poi alla pavimentazione fatta con i grossi parallelepipedi di basalto (dal lat. basalte(m), forse lezione erronea per il greco(?) *basaniten 'marmo etiopico' , ) periodicamente scalpellato, per impedire che, con la consunzione i blocchi risultassero lisci e pericolosamente scivolosi ; si pervenne infine alla pavimentazione con cubetti (in realtà tronchi di piramide) di basalto o pietra lavica detti in italiano sampietrini (furono abbondantemente usati per pavimentare, a Roma, piazza san Pietro) ed in napoletano cazzimbocchi con furbesco riferimento alla forma vagamente fallica; detti cubetti sono affiancati l’un l’altro su di un letto di sabbia e negli interstizi che ne risultano vien fatta colare della pece bollente che raffreddandosi e rapprendendosi oltre a tener uniti i cubetti assicura una impermeabilità alla pavimentazione stradale.
’ncasanno voce verbale (gerundio) dell’infinito ‘ncasà= premere spingendo dentro che è da un basso latino *incapsare= inserire,metter dentro.
vasule sost. masch. plur. di vasulo= basolo/a, pietra di basalto squadrata per pavimentazione stradale quanto all’etimo la voce napoletana ripete(sia pure con la tipica alternanza b>v quella italiana e come quella è forgiata su base che è dal lat. base(m), dal gr. básis, deriv. di báinein 'essere istallato, fondato. RaffaeleBracale
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