‘a verità è comme a ll’uoglio
assomma sempe!
Ad litteram: La verità è come l’olio: viene sempre a galla! Affermazione popolare quasi assiomatica,tesa a ricordare che, nella vita,è inutile tentar di nasconderla, giacché per quanto si cerchi di celarla con bugie, falsità, bubbole, balle, sotterfugi, favole, fandonie, frottole, panzane, fole,volontarie o involontarie, la verità affiora sempre, appalesandosi quasi che avesse il medesimo leggero peso specifico dell’olio che versato in un bicchiere d’acqua rimane in superficie e non precipita mai.
verità= verità, ciò che è conforme al vero (dal nom. lat. veritas piuttosto che dall’acc. veritate(m) dal quale invece scaturisce l’italiano verità che in origine fu appunto latinamente veritate, il tutto deriv. di vìrus 'vero';
comme= come, alla stessa maniera di, derivato del lat.quomo abbreviazione di quomodo 'in qual modo' con tipico raddoppiamento popolare della m (vedi alibi: ommo da homo,nomme da nomen etc.) e semplificazione del dittongo mobile uo>o così come capita nella lingua italiana: buono>bontà, suono>sonata etc.;altre volte invece tale dittongo si semplifica in u (muorto>murticiello, buono>bunariello etc.);rammenterò la particolarità della lingua napoletana che relativamente all’avverbio a margine e ad altri avverbi e preposizioni improprie quali ‘ncoppa (sopra), sotto, ‘mmiezo (in mezzo) richiede sempre l’aggiunta della preposizione semplice a (che comporta la geminazione della consonante iniziale della parola successiva) o delle sue composte â(alla), ô (allo) ê (a gli, alle) per cui si avrà in italiano come te ed in napoletano comme a tte (notasi, come detto la geminazione della consonante t), sopra te o sopra di te ed in napoletano ‘ncoppa a tte, ancòra: in italiano sotto il tavolo ed in napoletano sott’ô tavulo etc.
‘uoglio= olio; in napoletano il sostantivo a margine è neutro (si tratta di un alimento! cfr. Damme chest’uoglio= dammi quest’olio. fosse stato masch. avremmo avuto Damme chist’uoglio); etimo dal lat.tardo *oliu(m) per il classico oleu(m) che è dal gr. élaion con tipica dittongazione popolare d’avvio o>uo e consueto passaggio di l a gl come figlio da filium, piglià da piliare etc. ;
assomma = viene a galla, affiora voce verbale (3° pers. sing. ind. pres.)dell’infinito assummà=montare in sommità da una sincope *adsummare di un lat. tardo *ad+ summitare, deriv. di summus 'supremo'; rammenterò che anche l’italiano à un verbo assommare ma con il significato di mettere insieme; adunare (spec. fig.): assomma in sé vizi e virtù v. intr. [aus. essere] ammontare,... ma anche compiere, portare a termine; ma l’etimo del verbo italiano è diverso essendo esso un derivato di sommare da somma= addizione.
sempe avv. = sempre senza interruzione, senza fine (indica una continuità ininterrotta nel tempo) che è dal lat. semper con la particolarità che per la voce a margine invece del raddoppiamento della consonante r etimologica e della paragoge finale di una e semimuta, che avrebbero prodotto un *semperre come altrove tramme da tram, bisse da bis etc. , questa volta si è preferito far cadere completamente la consonante r che non à lasciato traccia.
Raffaele Bracale
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