LA GIACCA ELEGANTE ED I TERMINI CORRISPONDENTI
In lingua napoletana esistono svariati termini per indicare la giacca elegante, capo di abbigliamento maschile; la giacca (dal fr. ant. jaque, prob. dal nome proprio Jacques 'Giacomo', designante il contadino che portava questo tipo di indumento) fu dapprima di esclusiva pertinenza maschile, poi – a far tempo dei primi del 1900, sulla scorta della moda francese, venne usata anche dalle donne prima indossata sulle gonne (tailleur) poi addirittura sui pantaloni (tailleur-pantalon).
-Iniziamo con il termine matiné derivato dal francese matinée col quale si intende la giacca elegante, ma da indossar di mattino;
- Abbiamo poi la sciassa derivato dal francese châsse ed è la giacca elegante dalle falde non eccessivamente lunghe, originariamente di colore rosso, giacca usata su pantaloni da cavallerizzo,per la caccia(in francese châsse);
- La giacca stretta in vita, non abbottonata, dalle lunghe e strette falde, indossata su stretti pantaloni neri da cerimonia, con gilè e sparato nonché cravattino bianchi è detta fracchisciasse, con simpatica commistione tra le parole frac e la sciassa ricordata dianzi;detto modo di abbigliarsi divenne tra il finire del 1800 e i primi anni del 1900, la consueta divisa dei camerieri (sebbene portata con cravattino nero) di ogni elegante caffè del centro di Napoli;
- La giacca elegante con falde lunghe, tipica delle cerimonie è invece resa con il termine sciammèria che probabilmente è un denominale forgiato sul francese chambre oppure e piú probabilmente è derivato direttamente dallo spagnolo chamberga sempre che non derivi direttamente dal nome del duca di Schönberg (17° sec.) che volle che le sue truppe fossero equipaggiate con una lunga palandrana che, dal nome del duca, è resa in italiano col termine giamberga ; personalmente trovo piú convincente l’ipotesi ispanica che si presta ad approdare a sciammeria attraverso la napoletanissima, solita prostesi di una s intensiva all’originario cia (ch) spagnolo, assimilazione regressiva della b, sincope del gruppo rg sostituito da una i atona;
si tratta di una giacca molto ampia che inviluppa quasi chi l’indossa al segno che per traslato giocoso e furbesco con il termine sciammeria si intende anche il coito, in particolare quello in cui l’uomo assume una posizione tale che copra del tutto la donna col proprio corpo;
- La giacca stretta in vita,monopetto o doppiopetto, ma sempre a due falde, che con i pantaloni a minute righe verticali forma il tight, è resa invece con un termine giocoso: cafè a ddoje porte (caffè a due porte) atteso che le ampie falde posteriori con il movimento del corpo facilmente si aprono e si sollevano lasciando scoperti i pantaloni;
- Esistette poi un tempo, ed ora non piú in uso, un’ampissima giacca da gala, con un’unica lunghissima falda posteriore insistente sul fondoschiena che perciò fu detta parapérete (id est: blocca peti) o altrove (nel leccese) ‘nfocapérete (id est: riscalda peti).
Raffaele Bracale
pulacca
RispondiEliminaciao sono fabrizio, assiduo lettore del tuo blog
RispondiEliminaA proposito di giacche:
---------------PULACCA-------------
tra i vocabolari napoletani in mio possesso solo Zazzera annovera il termine pulacca spiegando che trattasi di giacchetta femminile di lana.
Lo Zingarelli:giacca con alamari e bordure di pelliccia in uso nell'ottocento. (non spiega se maschile o femminile)
Tuttavia in una poesia (libro edito nel 1957)di Ernesto Ascione tale giacca viene indossata da un uomo. Ti scrivo la quartina in questione:
'O signore,c''o tubbo e c''o bambù,
tutto pumpuso sott'a na pulacca,
sempe pronto c''a mana dint'a sacca
e mo,chistu signore,addo' sta chiù?
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Cosa mi puoi dire al riguardo?
ciao e a risentirci