martedì 6 maggio 2008

Tené 'e rrecchie 'e pulicano

Tené 'e rrecchie 'e pulicano
Ad litteram:tenere le orecchie di pubblicano e ciò quantunque erroneamente ( come chiarirò di qui a poco) in un fraintendimento popolare, qualcuno voglia tradurre tenere le orecchie di pellicano. Chiarisco súbito che quest’ultima traduzione non è né corretta né attendibile e ciò per due ordini di motivi: a) il pellicano (dal lat. tardo pelecanu(m), che è dal gr. pelekán –ânos) è un uccello nuotatore e pescatore dal becco enorme e fornito, nella parte inferiore, di un sacco per il deposito del cibo;à piume bianche, ali rosse e piedi palmati (ord. Pelecaniformi); nella tradizione iconografica e letteraria del medioevo, è simbolo di Cristo, perché si credeva nutrisse i propri piccoli con il suo stesso sangue, lacerandosi il petto con il becco; tale uccello è però comunque tanto sconosciuto alle latitudini partenopee che mai il popolo avrebbe potuto prenderlo a riferimento in una espressione popolare; b) non risulta in nessuna letteratura scientifica che il suddetto pellicano sia accreditato di avere udito finissimo da prendersi a modello. Torniamo alla espressione in epigrafe; essa locuzione dalla duplice valenza è usata sia per indicare chi sia dotato di udito finissimo , sia - piú spesso - per indicare coloro che stiano sempre, con l'orecchio teso attenti ad ascoltare ciò che accade a loro intorno, vuoi per informarsi, vuoi per non lasciarsi cogliere impreparati, comportandosi alla medesima stregua degli antichi esattori pubblici: pubblicani (dal lat. publicanu(m), deriv. di publicum 'tesoro pubblico') di cui pulicano è – a mio avviso - un derivato per sincope: (pu(b)licanu(m)→pulicanu(m)→pulicano; gli antichi pubblicani erano quelli che nell'antica Roma, prendevano in appalto la riscossione delle imposte pubbliche
(estens. non com.) gabelliere, doganiere | (spreg.) persona interessata, avida di guadagno; come esattori di tasse i pubblicani dovevano tener le orecchie tese, pronti ad ascoltar qualunque cosa venisse detta in giro sul conto di chiunque, per non lasciarsi sfuggire un eventuale contribuente, atteso che i pubblicani nel prendere in appalto la riscossione delle tasse versavano all’erario in anticipo tutto l’ammontare delle medesime tasse e poi dovevano affaccendarsi per recuperarle non lasciandosi sfuggire notizie su chi fosse tenuto a pagarle.Rebus sic stantibus è piú probabile, contrariamente a quanto gli sprovveduti intendono, che l’espressione in epigrafe non vada intesa come tenere le orecchie del pellicano, ma come tenere le orecchie del pubblicano.

E ciò, a mio avviso, penso di averlo ad abundantiam chiarito. raffaele bracale

2 commenti:

  1. Sono d'accordo con la tua tesi, mi sono imbattuto però in una altra affermazioni "fai la fine di recchie e' pullicano", sai da dove potrebbe trovare origine ??

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  2. Pulicano o Pulicane è un essere mitologico metà uomo e metà cane, quest'ultimo proverbialmente dotato di udito finissimo. Questo con altri personaggi dell'universo epico medievale è molto conosciuto a livello popolare, durante i secoli, tramandato orlamente dai cantastorie nelle ballate del ciclo carolingio. La sua ricostruzione a me sembra peraltro arbitraria e poco fondata. Buona giornata.

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