FÀ FILONE.
Far filone: Letteralmente, accanto a salà/salare ‘a scola è il modo napoletano di rendere ciò che altrove si rende con : telare la scuola, marinare, bigiare.
Cominciamo con l’indicare etimi e significati semantici dei verbi non partenopei:
a) telare è un verbo essenzialmente toscano dove vale svignarsela, sgattaiolare, scappar via, metter vela ed etimologicamente risulta essere un denominale di tela che anticamente valse appunto vela per cui chi sgattaiolasse via dalla scuola di nascosto di genitori o insegnanti mostrò quasi di voler metter su vela per allontanarsi velocemente.
b) marinare è verbo usato quasi in tutta l’Italia centro-settentrionale nel significato figurato di scappar via dalla scuola, ma in tutta la penisola è verbo che nel suo significato primo (con derivazione da (sale) marino )vale: immergere il pesce, precedentemente fritto o arrostito, in un infuso di aceto e spezie per aromatizzarlo o piú spesso conservarlo o anche far macerare in aceto o vino aromatizzato carni crude, spec. selvaggina, per meglio frollarle o per togliere l'odore di selvatico. marinare la scuola è un modo figurato per indicare: fare vacanza senza autorizzazione, non andare a scuola; semanticamente questo modo figurato si spiega dicendo che chi marini la scuola intenda quasi conservarla per altra occasione;
al proposito rammenterò che talvolta in napoletano oltre che l’espressione fà filone, per indicare il non andare a scuola senza autorizzazione si dice salà/ salare ‘a scola; il verbo salare di per sé vale coprire di sale un cibo , ma riferito al sostantivo scola (scuola) dal lat. schola(m), che è dal gr. scholé, in orig. 'tempo libero da occupare con lo studio', poi 'luogo di studio', vale i toscani marinare, bigiare; il napoletano salare nel suo significato primo sta per cospargere di sale, conservare qualcosa (cibo) sotto sale per un’altra occasione ed è questo il senso di salare riferito alla scuola che vien quasi conservata per un’altra occasione nel medesimo senso che – come ò detto - è del toscano marinare;
c) bigiare: per il verbo a margine ,in uso in quasi tutto il settentrione ( bigià), sia per l’etimologia che per la spiegazione semantica del significato di assentarsi, saltar la presenza in qualche occasione: scuola, messa etc. purtroppo fin qui si è sempre brancolato completamente nel buio ed anche i maggiori vocabolarî (Treccani, Garzanti, DEI,Pianigiani) o evitano questo verbo o si trincerano dietro un pilatesco etimo incerto
.La cosa non mi soddisfa punto ed a mio avviso reputo invece che si possa pensare (sia pure senza il consenso del prof. Manlio Cortelazzo...), quanto all’etimo, ad un denominale della voce bigia = piccolo uccello col piumaggio grigio sfumato che nidifica fra i cespugli e che si nutre di insetti (ord. Passeriformi) e che spesso usa allontanarsi dal proprio nido per andarsene in giro a spasso o a caccia di insetti, e questa potrebbe essere la chiave di lettura semantica del verbo bigiare (comportarsi come una bigia).
E veniamo finalmente all’espressione in epigrafe: fa’(o fà) filone= fare filone che come ò già accennato vale: assentarsi, saltar la presenza in qualche occasione, segnatamente a scuola, ma pure a messa o altrove etc. Di tranquillità assoluta l’etimo della voce filone una volta chiarito che non va confuso con l’omofono ed omografo filone di pane; quest’ultimofilone è infatti accrescitivo di filo nel sign. di 'corpo sottile e allungato, mentre quello della locuzione in epigrafe è un deverbale di filare ovviamente non nel significato di ridurre in filo continuo e uniforme le fibre tessili, ma in quello di battersela, scappar via, eludere.
Raffaele Bracale
Nessun commento:
Posta un commento