LITE LITIGIO ed affini
Le parole toscane in epigrafe di cui intendo parlare questa volta, ànno – come al solito – parecchi termini che le rendono in napoletano in maniera molto attenta tenendo in considerazione il grado e l’evolversi della lite o del litigio .
Cominciamo col dire che la parola lite che è dal latino lite(m) serve ad indicare onnicomprensivamente la discordia, la contesa, la controversia fino a giungere addirittura alla rissa, mentre la parola litigio che è dal latino litigium da litigare, indica la disputa, la contesa fino alla contestazione davanti al giudice; come si evince il litigio si distingue alquanto dalla lite di cui è quasi un frequentativo esprimendo una lite tirata in lungo e reiterata o non mai finita.
E passiamo alla lingua napoletana che contempla circa una dozzina di differenti parole, secondo la gravità dell’azione o delle conseguenze , per tradurre le due parole toscane in epigrafe.
Abbiamo:
- agguàito che è essenzialmente la lite o bega accuratamente attesa e preparata se non cercata, quasi un agguato, parola etimologicamente dal francese antico aguait che è dal germanico wanta= guardia, usata quasi per indicare l’azione proditoria di chi voglia sorprendere l’avversario privo di difesa;
- appícceco ed il suo frequentativo appiccecata rendono la lite lunga e reiterata o non mai portata a conclusione; etimologicamente ambedue le parole sono un deverbale di appiccecarse frequentativo riflessivo di appiccià che è il far piccie o coppie di cose e quindi unire e con altra accezione anche l’ardere, l’accendere,l’ attaccare (dal latino ad-piceare = attaccar con pece) è comprensibile atteso che un vero appícceco o appiccecata comportano la colluttazione fisica per la quale è necessario il contatto dei corpi; ad abundantiam le due parole a margine richiamano anche l’accezione di appiccià nel senso di ardere poi che chi collutta in un appicceco, non può esimersi, sia pure metaforicamente, dall’ardere;
- appriétto un tipo particolare di lite che è quella derivante da una sollecitazione noiosa o petulante tipica – come vedemmo altrove – dell’ apprettatore cioè dell’ annoiatore; etimologicamente, come il ricordato apprettatore, anche l’ apprietto è un deverbale del latino ad-plictare(figuratamente: ridurre in pieghe; lat.: plecta = piega );al proposito rammenterò che anche il toscano appretto cioè la miscela chimica usata per dar particolar forma e consistenza ai tessuti o pellami, piú che al francese apprêt penso possa collegarsi al latino ad-plictare;
- chiàjeto è essenzialmente la lite tesa a reclamar per sé cose o priorità di atteggiamento davanti a talune situazioni; a Napoli infatti di chi litigando, esiga, richieda qualcosa che pensa gli spetti di diritto, s’usa dire, a mo’ di giustificazione, che se sta chiajtanno ‘o ssujo :sta reclamando il suo; etimologicamente la parola chiàjeto viene da un latino medievale: placitu(m) = disputa, lite in attesa di giudizio;
- cuntrasto che è la lite forte per contrapposizione anche maschia e dura, resistenza puntigliosa etimologicamente dal basso latino contra +stare = star di contro;
- custióne quasi sinonimo del precedente cuntrasto; il quasi è dovuto al fatto che mentre il cuntrasto è una lite che mira ad uno scopo pratico e concreto, la custióne spesso è portata avanti anche in maniera maschia e dura, non per motivi pratici, ma astratti o di principio; etimologicamente la custióne è palesamente dal latino quaestione(m) a sua volta deverbale di quaerere= domandare, interrogare,chiedere etc.
- guerra litigio, piú che lite, così vasto e spropositato tale coinvolgere un gran numero di contendenti, avversari, se non nemici, litigio destinato ad esiti spesso gravi quando non addirittura cruenti ; la parola guerra è usata spesso enfaticamente, ma inesattamente per significare di situazioni di contrapposizioni che pur essendo molto gravi e violente, si potrebbero definire piú acconciamente e tranquillamente: cuntraste o custione; etimologicamente la parola guerra attraverso lo spagnolo guerra viene da un antico tedesco wërra = contesa, discordia;
- lòteno che è propriamente un litigio lungo, noioso,ripetitivo che spesso si ripropone a scadenze continue; di tale lòteno la caretteristica precipua è appunto quella d’essere noiosamente ripetitivo e quasi appiccicaticcio; etimologicamente lòteno è da collegarsi a lota = fango (dal lat. lutum a sua volta dalla medesima radice di luere=lavare, bagnare; partendo da lota(fango, terra bagnata) si va a lotulum (fangoso, melmoso, appiccicaticcio) donde il nostro lòteno;
- ‘mpeca che connota un bisticcio futile, una faccenda importuna e fastidiosa, destinata però a risolversi in fretta; etimologicamente la parola è forse da collegarsi ad un ant. tedesco biga (= lite) cui è anteposto un in illativo;
- putecarella vocabolo che designa una lite di parvissima sostanza, una questioncella senza importanza, una lite da burla, quasi una contesa teatrale ; rammenterò infatti che un tempo accanto al termine jacuvella di cui ò detto altrove, i canovacci teatrali delle guarattelle furon detti: putecarelle; ciò detto veniamo sùbito a parlare dell’etimologia di putecarella, consigliando di non lasciarsi tranne in inganno (come pure fa qualcuno…e tra costoro, inopinatamente l’amico prof. Carlo Jandolo) dalla parola puteca che parrebbe dare l’avvio a putecarella: la puteca (che è dal greco apoteka=in primis: farmacia ed estensivamente: bottega), non à nulla da dividere con putecarella che di puteca non è neppure il diminutivo che è putechella, e pertanto la putecarella non è da intendersi, come da taluno preteso, quale piccola lite tra avventori e bottegaio o tra i vari avventori d’un bottegaio.In realtà putecarella, etimologicamente è da collegarsi al francese petite querelle id est: piccola questione, questioncella tal quale la putecarella napoletana cui è ammesso chiunque, non necessariamente un bottegaio ed i suoi clienti;
- smanecata: lite, alterco che si sostanzia in un diverbio ad alta voce, accompagnato da un pletorico, eccessivo agitarsi, dimenando le braccia con fare animoso; etimologicamente smanecata è marcata su maneca (che è dal latino manica da manus + ica suff. di appartenenza) con la tipica prostesi di una s intensiva, che indica appunto il gran agitarsi delle braccia e per esse delle maniche che le contengono;
- tiritòsta : durissimo alterco reiterato in cui nessuno dei due contendenti vuol recedere dalle proprie posizioni, alterco che si sostanzia appunto in un tiremmolla continuo in cui se si fanno le viste di concedere qualcosa, sùbito si riafferma il proprio assunto, nella ferma intenzione di non recedere dalle proprie idee e/o posizioni; etimologicamente, nel significato di insieme di durezze la parola può spiegarsi con l’addizione di tiri ( ant. franc. tiere= unione)+ tosta (= cose dure; neutro plurale di tostum part. pass. del verbo tostare frequentativo di torrere = abbrustolire e quindi indurire).
Non mi pare ci siano altri vocaboli napoletani che traducano quelli in epigrafe; per cui mi fermo qui. Raffaele Bracale
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