ESSERE ‘NU SUSAMIELLO
Icastica espressione partenopea che viene usata malevolmente nei confronti di individuo (maschio o femmina, ma piú spesso maschio) , ritenuto di carattere greve, pesante, opprimente e perciò fastidioso e spesso insopportabile.
Cominciamo súbito col dire che il susamiello, di cui in epigrafe è - nel suo significato primo - un antico dolcetto natalizio della tradizione partenopea, dolcetto di cui qui di sèguito, per amor di completezza do la ricetta.
SUSAMIELLE
250 g di farina,
100 g di zucchero,
150 g di mandorle sbucciate.
250 g di miele,
150 gr. di semi di sesamo,
Cannella un pizzico,
Pepe decorticato macinato un pizzico,
Un pizzico di noce moscata.
Preparazione:
Impastare sulla spianatoia tutti gli ingredienti escluso il miele aiutandosi con mezzo bicchiere d’acqua tiepida.
A parte bollire il miele e mescolarlo all'impasto immediatamente con un mestolo di legno; quando si sarà un po' raffreddato impastare e lavorare con le mani il piú rapidamente possibile. Appena il tutto è amalgamato formare dei bastoncini doppi circa 2 cm. e di 12 cm. di lunghezza. Con i bastoncini ottenuti formare delle "S"maiuscole , poggiarle in una teglia larga unta precedentemente con un po’ d’olio o sugna e su ognuno di essi passare le dita bagnate nell'acqua, cospargendovi i semi di sesamo e pressando un poco con il palmo della mano per fare attaccare i semi sui singoli dolcetti; scuotere la teglia per far cadere i semi in eccesso;
Infornare in un forno preriscaldato e tenuto a 180° e sfornare appena i dolcetti saranno cresciuti ed avranno assunto un colore marrone chiaro. Lasciare raffreddare e servire.
Come si può dunque evincere il susamiello ( cosí chiamato non tanto per la sua forma di S, quanto per il fatto di esser ricoperto di semi di sesamo dal latino sesamu(m) ) non risulta essere un dolcetto particolarmente greve o pesante quantunque impastato con mandorle e miele, per cui non bisogna riferirsi al dolcetto per spiegarsi l’espressione in epigrafe; essa infatti è da riferirsi ad un altro significato del termine susamiello che indicò olim oltre che il dolcetto sullodato, anche i pesanti, grevi ceppi a forma di S che stringevano le caviglie dei condannati ai bagni penali: è a tali ceppi che si riferisce l’espressione dell’epigrafe, quantunque qualche inesperta donna, lasciando forse influenzare dalla disinformazione propalata da taluni nutrizionisti dei media, insista col mettere in relazione la grevezza richiamata dall’espressione con quella supposta di mandorle e miele!
Raffaele Bracale
Senza perdermi in melensi e ormai passati complimenti per il blog ( che sarebbero d'obbligo, visto che lo trovo argutissimo e molto "familiare"), ho voluto direttamente inserirlo nei preferiti del mio blog.
RispondiEliminaNel caso ci fossero problemi " fammello sape'..!"