PAGLIOCCA – PAGLIOCCOLA
Nel lessico domestico degli anni intorno al 1950 i termini in epigrafe risuonavano spesso in ogni cucina napoletana ove si approntasse una polentina o – piú spesso – una crema pasticciera se non un sacramentale sanguinaccio carnevalesco e si paventasse il pericolo che nel confezionarle si formassero dei grumi sferici detti alternativamente pagliocche o paglioccole, grumi che compromettevano definitavamente la preparazione culinaria, per cui spesso si poteva udire la piú esperta donna, rivolgersi alle meno esperte donne di casa cui fosse stato demandato di seguire le fasi di cottura e raccomandar loro: “Stateve accorte a nun fà fà paglioccole” e cioè:”State attente a non far formar grumi”
Etimologicamente, trattandosi di grumi sferici, penso che i due termini prendano l’avvio dalla parola palla con successiva trasformazione di ll in gli(come ad es. Cogliere da collegere) + il suffisso dispregiativo occo/occa o il diminutivo occola.
È da notare come in regioni limitrofe e/o prossime come Lazio e Marche i medesimi grumi sono indicati con il termine pallocche o con il diminutivo pallocchette; per traslato con il termine pallocca o pallocchetta è indicata una giovane donna piuttosto paffuta e formosa, mentre a Napoli tale ragazza si indicherebbe con il piú tranquillo diminutivo vezzeggiativo: palluccella.
Raffaele Bracale
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