lunedì 3 novembre 2008

VERRIZZO

VERRIZZO
Con l’antica voce(peraltro nota ormai quasi solamente ai napoletani piú anziani, essendosi irrimediabilmente depauperato il lessico d’antan) verrizzo, che al plurale fa verrizze, in lingua napoletana vengono indicati le bizze, i capricci stizzosi,le stravaganze, le voglie irrazionali ed estensivamente anche quelle lussuriose, libidinose; chi ne va soggetto è detto verruto/a, ma pure verrezzuso/osa.
Annoto innanzi tutto che però ‘e verrizze son quasi sempre riferiti nel loro significato primo di bizze, capricci,stranezze, voglie irrazionali o ai bambini o alle donne, nella presunzione che un uomo fatto, difficilmente possa lasciarsi prendere da bizze o capricci, di talché i termini verruto o verrezzuso, riferiti ad un uomo fatto, starebbero ad indacare semplicemente un soggetto proclive non alle bizze e/o capricci, ma alla lussuria o libidine, cosí come dal significato estensivo di verrizzo.
Quanto all’etimologia del termine in epigrafe, la questione non è di poco conto; la maggior parte dei compilatori di dizionarî, che accolgono il termine se la sbrigano con un’annotazione pilatesca: etimo incerto.
Qualche altro, lasciandosi però chiaramente trasportare dal significato estensivo della parola, propone una timida paretimologia, legando la parola verrizzo, al termine verro che è il porco non castrato atto alla riproduzione, nella pretesa idea che il verro sia portato, almeno nell’immaginario comune, a pratiche libidinose, ma la proposta paretimologia poco mi convince.
A mio sommesso parere, penso che la parola in epigrafe possa tranquillamente agganciarsi all’aggettivo italiano bizzarro che significa originariamente iracondo, stizzoso e poi capriccioso, stravagante,strano, aggettivo semanticamente legato al termine bizza (che a sua volta è da izza di cui è forma varia ed intensiva, dall’antico sassone hittja = ardore).
Partendo da bizzarro si può pervenire a verrizzo con tipica alternanza d’avvio B/V, successiva metatesi consonantica e cambiamento della piena i pretonica con la evanescente e, nonché della tonica a che si chiude nella i.
Raffaele Bracale

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