domenica 25 gennaio 2009

MANNAGGIA Ô PATATURCO

MANNAGGIA Ô PATATURCO
Cominciamo con una precisazione di carattere linguistico dicendo che l’espressione in epigrafe va correttamente scritta in lingua napoletana non mannaggia ‘o Pataturco, ma cosí come riportato: mannaggia ô Pataturco, dove la ô sta per a +lo/ a + il= al atteso che l’espressione va tradotta come male ne abbia il Padre de’ turchi e nella parlata napoletana, come ebbi a dire alibi, il complemento oggetto (il Padre de’ turchi, ‘o Pataturco) allorché sia persona o soggetto animato (come nel caso in esame) va introdotto da una a segnacaso che è residuo di un latino parlato ( ad es.: aggiu visto a pateto= ò visto tuo padre oppure aggiu ‘ntiso ô cane= ò sentito il cane, ma aggiu pigliato ‘o bicchiere= ò preso il bicchiere.) Ciò precisato entriamo in medias res e diciamo che nel significato corrente, la voce mannaggia non risulta essere una corruzione di madonnaccia, come qualcuno erroneamente pensa, ché se così fosse mannaggia sostanzierebbe una gravissima bestemmia, laddove essa risulta essere invece solo una contenuta esclamazione di rabbia e/o stizza o imprecazione rivolta contro qualcuno (mannaggia a tte!) o qualcosa (mannaggia â morte!) e sta per accidenti a, perbacco!, maledizione a..., ovvero "male ne abbia colui o la cosa contro cui è diretto il mannaggia.
Etimologicamente il termine mannaggia è appunto una deformazione ( per una sorta di sincope e crasi interna con raddoppiamento popolare della nasale n) della frase: ma(le) n(e) aggia= male ne abbia.
Esiste poi una variazione piú letteraria che del parlato popolare di mannaggia ed è malannàggia, ma è pochissimo usata.
E veniamo alla completa espressione dell’ epigrafe : mannaggia ô Pataturco; essa, come ò accennato va tradotta male ne abbia il padre de’ turchi, accidenti al padre etc. e risulta essere una eufemistica imprecazione usata per non scivolare, col discorso, (si pensi ad una possibile assonanza di Pataturco con altro Padre) in una becera bestemmia (che evito di scrivere!...).
Per vero in origine (1915 circa) l’espressione in epigrafe non fu mannaggia ô Pataturco, ma mannaggia ô patatucco e solo in seguito, portata a Napoli dai fanti reduci della grande guerra si corruppe in mannaggia ô Pataturco sostanziando un’imprecazione eufemistica usata per non pronunciare, come ò detto, una grave bestemmia.
Ma cosa mette in relazione il patatucco con i fanti reduci della grande guerra?
Per dare una risposta ricordo che l’originario patatucco ( derivato dalla fusione di patat(a) + (cr)ucco) designò nel nord est dello stivale una sorta di giocosa offesa rivolta contro i soldati austro-tedeschi considerati sciocchi e minchioni adusi a mangiar patate, da cui l’attacco patata di patatucco, mentre la voce crucco donde la seconda parte di patatucco fu il nome dato dai soldati italiani a quelli tedeschi durante la prima e poi la seconda guerra mondiale; all'origine però crucco era l’appellativo dato ai soldati slavi presi prigionieri adusi a chiedere continuatamente del kruh che in lingua serbo-croata valeva (e forse ancóra vale) 'pane'. La voce ricostruita patatucco fu recepita dai militi napoletani che usarono addizionarla al loro tipico mannaggia per insolentire i soldati nemici; quando poi i reduci tornarono a Napoli, portandosi dietro quel loro mannaggia ô patatucco= accidenti al tedesco, il popolo napoletano che non aveva avuto dimestichezze belliche con il crucco ed il patatucco corruppero per assonanza questo patatucco con un più noto Pataturco derivato con tutta probabilità da un pate(padre)+ Ataturk (Mustafa Kemal Atatürk che fu il fondatore (padre) e primo presidente della Repubblica Turca (dal 1923 al 1938). ) = Padre de’ turchi, Maometto; va da sé che legando mannaggia a Pataturco sostanziarono quell’imprecazione eufemistica di cui ò detto usata per non bestemmiare. Raffaele Bracale

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