venerdì 16 gennaio 2009

- ‘NCIGNÀ E ‘NGIGNÀ.

- ‘NCIGNÀ E ‘NGIGNÀ.
Ò dovuto registrare, con mio sommo rammarico, che i due vocaboli in epigrafe dalla maggior parte dei dizionarî dei lessicografi partenopei(persino in quelli dell’amico prof. Carlo Iandolo che pure à i meriti (che mancano alla maggioranza dei compilatori di calepini) di non fare copia-copiella e di essere originale nella ricerca) sono registrati come sinonimi e piú precisamente siano riportati ambedue con il significato di inaugurare, principiare et consimilia.Orbene tale significato – a mio avviso – si attaglia perfettamente al termine ‘ncignà disceso dal tardo latino encaeniare modellato su di un greco koinòs (nuovo) es. :s’è ‘ncignato ‘nu vestito nuovo: à indossato per la prima volta un vestito nuovo ;s’è ‘ncignato ‘nu paro ‘e scarpe, pirciò cammina tutto ‘mperuzzulato: à indossato per la prima volta un paio di scarpe, perciò cammina in maniera scorretta; ma il significato di ‘ngignà (es: s’è ‘ngignato a truvà ‘a soluzzione d’’o problema: si è dato da fare per trovare una soluzione al problema) è invece molto diverso e sta appunto per: darsi da fare, arrabattarsi pur di raggiungere uno scopo, cosa molto diversa dal principiare che è propria dello ‘ncignà.
È vero che spesso in napoletano ci si imbatte nel fenomeno della lenizione comportante ad es. la trasformazione di una C( con il suo suono fricativo palatale sordo) di partenza. in una G ( assumendo un suo suono fricativo palatale sonoro) e magari qualche volta addirittura perdendo l’originario suono palatale per assumerne uno gutturale, ma non penso che questo sia il caso dei due vocaboli in epigrafe, troppo diversi di significato per poter discendere, a mio modo di vedere, dallo stesso verbo tardo latino.
In conclusione mentre reputo lo ‘ncignà parola atta a significare il principiare, nego ciò per lo ‘ngignà che presumo discenda invece da un tardo latino *ingeniari(e) denominale del classico ingenium e significhi: impegnarsi a raggiungere uno scopo per cui non posso ritenere i due verbi sinonimi e mi auguro che, prima o poi, qualche nuovo lessicografo partenopeo accolga e faccia sua questa mia considerazione che – mi pare – abbia un buon fondamento.
RaffaeleBracale

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