1.Zitto chi sape 'o juoco!
Ad litteram:Taccia chi conosce il giuoco Cosí fino agli anni intorno al 1950, a Napoli, i giocolieri ed i prestigitatori di strada solevano rivolgersi agli astanti spettatori affinché chi sapesse il trucco o l'imbroglio sotteso ad un giuco tacesse e non si facesse saltar l'uzzolo di rivelarlo intorno; per traslato cosí son soliti raccomandarsi tutti coloro che temendo che qualcuno possa svelare imprudentemente taciti accordi, quando non occultati trucchi, chiedono a tutti un generale, complice silenzio.
Zitto di per sé agg.vo che tace, che non parla: stare, restare zitto, senza parlare, in silenzio, o anche senza protestare, senza reagire; ma, come è qui, quale interiezione si usa per intimare il silenzio o per minacciare: stai zitto!; zitto, o guai a te! Etimologicamente qualcuno fantasiosamente la ritiene voce onomatopeica, ma io, almeno per il napoletano ritengo migliore l’idea di chi la pensa voce derita dallo spagnolo chito→zito→zitto;
Chi pron. rel. invar. [solo sing. ; ant. anche pl.]
1 colui il quale, colei la quale (con valore dimostrativo-relativo; usato sia come sogg. sia come compl.): chi à fatto chesto, à fatto bbuono(chi à fatto ciò, à fatto bene);aggiu truvato chi me po’ ajutà (ò trovato chi mi può aiutare); 2 uno il quale, una la quale; qualcuno che, qualcuna che (con valore indefinito-relativo): ce sta chi dice ca nun ce se po’ fidà d’isso! (c'è chi dice che non ci si possa fidare di lui); nun trova chi ‘o po’ ajutà(non trova chi lo possa aiutare); nun ce sta chi ô crede(non c'è chi gli creda); ce po’ gghí chi vo’(può andarci chi vuole), chiunque | con sfumatura ipotetica o condizionale: ‘stu probblema pe chi ce penza ‘nu poco nun è difficile (questo problema , per chi ci rifletta un po', non è difficile. Etimologicamente dal lat. qui;
sape voce verbale (3° p. sg. ind. pres.) dell’infinito sapé= sapere, conoscere; etimologicamente dal lat. volg. *sapíre, per il class. sapere 'aver sapore', poi 'essere saggio';
juoco s.vo mle = gioco, competizione ed estensivamente trucco, manipolazione da giocoliere etc. etimologicamente dal lat. iocu(m); propr. 'scherzo, facezia'.
2 -Zitto e mosca!
Ad litteram:silenzio assoluto! Ordine perentorio rivolto genericamente intorno, affinché tutti tacciano completamente al segno che si possa udire il volo d'una mosca.
3 -Zompa chi po’, dicette 'o ranavuottolo
Ad litteram: Salti chi può, disse il ranocchio; gli altri si contentino del proprio stato ed accettino la loro condizione che, a causa dell'età o per sfavorevoli congiunturali condizioni, non permette loro di raggiunger traguardi allettanti o beate evasioni; questo è il senso della locuzione in epigrafe con la dispettosa espressione posta sulla bocca di un altrettanto dispettoso ranocchio che avendo ricevuto in sorte la possibilità di saltare, si prende giuoco di chi non può farlo.
4 -Zucà a ddoje zizze
Ad litteram:succhiare da due mammelle Detto di chi, ingordo, avido, insaziabile quando non prevaricante, pretende di ottenere, non si sa come, doppi insperati vantaggi o di ricavare danaro, magari estorcendolo da più fonti .
Zizze s.vo f.le pl. di zizza = mammella,poppa; voce etimologicamente derivata o per adattamento dal lat. tittam o piú verosimilmente dall’ant. alto tedesco zitze attraverso il long. zizza.
5 -Zùcate 'o franfellicco
Ad litteram: sùcchiati il bastoncino di zucchero; detto a mo' di soddisfatto commento della gradevole situazione in cui si trovi qualcuno che per essergli occorsi tutti favorevoli accedimenti, non gli resti che beatamente goderli gustandosi golosamente il franfellicco: gustoso bastoncino cilindrico (alto circa otto cm.) di zucchero filato variamente insaporito, da leccare passeggiando; voce derivata etimologicamente dal fr. franfeluche.
Talvolta però la locuzione è usata in senso antifrastico, cioè completamente opposto, e ciò quando si voglia significare a qualcuno: ti è andata male... ora non ti resta che succhiare il franfellicco, usato - in questa valenza - eufemisticamente in luogo di una intuibilissima parte anatomica maschile; in tale seconda valenza piú spesso si adopera l'espressione: zùcate 'o limone (sùcchiati il limone ) con evidente riferimento al gusto acre dell'agrume che richiama la spiacevolezza della situazione andata male.
6 -.Zumpà asteche e lavatore
Ad litteram: saltare tra lastrici solai e lavatoi ; id est: andar su e giù perdendo tempo. Detto di chi, eterno perdigiorno, dedichi il suo tempo non ad impegni lavorativi o di studio, ma lo trascorra bighellonando senza una precisa meta, ascendendo i lastrici solai, posizionati in vetta alle abitazioni, o frequentando i lavatoi posti in basso, nei pressi dei cortili delle suddette abitazioni.
asteco s.m.(dal greco óstrakon = coccio) a Napoli si intende il solaio di copertura delle case, solaio che anticamente era formato con cocci di risulta ed abbondante lapillo vulcanico ammassato all'uopo e poi violentemente percosso con appositi martelli al fine di grandemente compattarlo e renderlo impermeabile alle infiltrazioni di acqua piovana.
Lavotore s.vo m.le pl. metafonetico di lavaturo = lavatoio, stanza di un'abitazione o, piú spesso, luogo pubblico adibito al lavaggio manuale dei panni; anche, la vasca in cui si lava la biancheria; i lavatoi furono – un tempo (fino a quando esistettero) posti a pianterenno (cioè in posizione opposta ai lastrici solai) nei pressi di una o piú fontane corredate di vasche e dapprima pietre scappellate e successivamente tavole di legno scannellato ad hoc su cui strofinare i panni durante il lavaggio; la voce lavaturo etimologicamente è dal lat. tardo lavatoriu(m), deriv. di lavare 'lavare'
7 -Zumpà 'a ll'asteco â fenesta
Ad litteram: saltare dal lastrico solaio alla finestra. Detto di chi manchi di ogni lineare coerenza e/o tenga un comportamento continuamente oscitante ed indeciso o, piú spesso, tenga un modo di discorrere, non facilmente comprensibile atteso che non segua un filo logico e coerente, ma si avventuri in circonvoluzioni ardite ed indecifrabili.
8 -Zumpà comme a n'arillo
Ad litteram:saltare come un grillo; detto con, non sempre velata, invidia di chi pur essendo già avanti con gli anni goda di tanta buona salute che gli consente una ipercinecità tale da poterla paragonare a quella di un grillo insetto noto per il suo continuo saltellare.
9 -Zumpà 'o fuosso
Ad litteram:saltare il fosso id est: superare brillantemente una situazione sgradevole o pericolosa; detto soprattutto di chi riesca a venir fuori da una grave malattia; nell'immaginario napoletano il fosso della locuzione non è quello che spesso delimita un rigagnolo; è invece quello per antonomasia: l'ultimo, quello destinato ad accogliere la bara; per cui saltarlo significa sfuggire alla morte.
10 -Zumpà 'ncopp' ê ccannucce
Ad litteram:saltare sulle cannucce id est: vivere pericolosamente e perciò in continuo timore, come chi lo faccia muovendosi e saltando su risibili, piccole e sottili canne con il pericolo continuo di sprofondare .
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