giovedì 21 gennaio 2010

‘A BBELLA MBRIANA E DINTORNI

‘A BBELLA MBRIANA E DINTORNI
Nella parlata napoletana con la voce mbriana si indica la fata, e piú genericamente una donna bella, buona ed affascinante; la medesima voce mbriana addizionata di un non pleonastico aggettivo bella è usata per indicare una fata benefica,ed augurale, un essere soprannaturale, ma inteso donna, che protegge la casa che piú meno stabilmente frequenta e che fa il paio con il cosiddetto munaciello altro essere soprannaturale, ma inteso uomo che pur dovrebbe proteggere la casa, ma che a differenza della mbriana sempre benefica ed augurale, spesso è dispettoso e malefico. La benefica bella mbriana è uno spirito sempre positivo e benigno che apporta (nelle case vaste ed antiche in cui si trattiene) ordine, assetto, sistemazione, pace, tranquillità. À solo due negatività: è uno spiritello nato stanco ed esige di trovare, nelle case che frequenta, sempre una sedia libera su cui accomodarsi per riposare le stanche membra; à poi in uggia disordine (quale che sia), confusione, scompiglio, caos, subbuglio, baraonda ( di adulti o piú spesso di bambini), babele per cui guai a non farle trovare almeno una sedia libera o a farle trovare fuori posto abiti, biancheria, suppellettili e/o masserizie o ancóra farle trovare bambini chiassosi o vocianti! Adirata, in tali casi la bella mbriana abbandona la casa ed è difficile che vi ritorni, portando seco ciò che è di sua spettanza: pace, armonia, intesa, accordo, tranquillità, serenità, quiete , benessere. Fu questo il motivo per cui, temporibus illis, nelle vecchie case napoletane le donne di casa,le mamme di famiglia, convinte che la loro abitazione fosse frequentata stabilmente dalla bella mbriana, cercavano di tener sempre pulita ed in ordine la dimora(specialmente se vasta ed antica; era impossibile infatti che la bella mbriana dimorasse in una casa angusta e nuova…), attente a non lasciar nulla fuori posto, curando che le sedie fossero sempre libere, sgombre di ogni cosa, compreso i panni in attesa di stiratura…,e zittivano continuamente i bambini che spesso erano mandati a fare i loro rumorosi giuochi in cortile, per le scale di casa o per la strada, piuttosto che in casa con il rischio di infastidire la mbriana!
La voce mbriana si può trovare anche, (ma quasi esclusivamente nel linguaggio del tardo ‘500 e del ‘600, mai piú ripreso ) nelle forme di mmeriana, moreana e dritto per dritto dal lat. medievale meridiana ed in tutte queste forme valgon sempre fata,talvolta ombra e piú genericamente donna bella, buona, ed affascinante.
Rammenterò a chiosa che talvolta (specie nel parlato popolare la voce bella mbriana è usata in senso furbesco ed antifrastico per indicare una donna lasciva e procace che si lasci facilmente conquistare e addirittura possedere.
E veniamo all’etimo del termine mbriana etimo che tutti i lessicografi, sulla scia del Du Cange, fanno risalire ad un acc.vo latino meridiana(m) (horam)= ora del mezzodí quella che produce l’innocua e non spaventosa ombra del corpo , quell’ora benefica di piena luce che come tale non è, né può esser foriera di pericoli che al contrario si manifesterebbero o potrebbero manifestarsi con il buio…
Indichiamo il percorso morfologico per giungere a mbriana partendo da meridiana; abbiano: *meridiana, donde con epentesi eufonica di una b si à mberidiana→ mb(e)ri(di)ana→mbriana e non vedo necessità di aggiungere alcun segno diacritico d’aferesi atteso che in mbriana non si è verificata alcuna caduta di sillaba o lettera iniziale da doversi indicare con il segno (‘); dunque semplicemente mbriana e non ‘mbriana !, come pure mi è occorso inopinatamente, di trovare talvolta scritto…addirittura in taluni compilatori di dizionarî etimologici del napoletano.
A completamento di tutto quanto qui scritto ora segnalo una divertente chicca che ò còlto spulciando il Dizionario etimologico dei dialetti d’Italia di Cortelazzo/Marcato.
Nei significati difata benefica,ed augurale, donna bella, buona ed affascinante, gli autori non cosiderano l’espressione bella mbriana,ma accolgono una inesatta ed inconferente bella ‘ndriana pescata su di un antico (1887) dizionario napoletano –italiano compilato da Raffaele Andreoli che con una fantasiosa sicumera senza pari, per far passare l’espressione, s’inventò una ipotizzata benefica fata Adriana. Mio sommesso, ma deciso avviso è che l’Andreoli (unico del resto fra i compilatori di calepini della parlata napoletana ad accogliere tale scorretta bella ‘ndriana e come tale responsabile di aver portato fuori strada un attento ricercatore come fu il ch.mo prof. Manlio Cortelazzo e la sua collaboratrice dr.sa Marcato) abbia preso un colossale abbaglio o (per dirla in pretto napoletano) ‘nu ddio ‘e zzarro (un sesquipedale abbaglio), operando una corruzione dell’originaria bella mbriana (espressione che d’altra parte egli stesso accoglie nel consueto significato, nel suo vocabolario) e facendola diventare una scorretta, improbabile,improponibile ed inutile(esistendo già la soddisfacente bella mbriana!...) bella ‘ndriana per la quale non mi riesce per nulla di capire quale possa esser la strada da seguire per giungere da Adriana a ‘ndriana che tuttalpiú presupporrebbe un Indriana/Andriana (abitante di Andria??) e non l’ipotizzata Adriana . Rammentando in chiusura che talvolta anche Omero sonnecchia… figurarsi un Andreoli!, faccio punto qui.
raffaele bracale

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