CAZZIMMA – CAZZINCULARÍA
Talora gli amici che leggono qui e lí le cosette che scrivo, si divertono a farmi richieste che oserei dire strane, se non fossero palesemente provocatorie. È il caso della richiesta pervenutami questa mattina via e-mail dall’amico D. S. (al solito motivi di privatezza mi impongono di indicare solo le iniziali di nome e cognome) il quale mi à chiesto di parlare delle due parole in epigrafe.
Premetto súbito che le due voci sono essenzialmente del parlato e pertanto di difficilissimo reperimento nei calepini del napoletano,con una qualche eccezione riferibile a pochi linguisti che, sia pure con comprensibili limitazioni, pescano le voci non soltanto negli autori d’antan, ma pure nel parlato (in effetti, nella fattispecie solo nei vocabolarii degli amici C. Iandolo e Renato de Falco ò potuto reperire la voce cazzimma, ma in nessuno ò trovato cazzincularía che pure è voce usatissima nel gergo giovanile popolare…). Mi è stato chiesto però di illustrare le due voci e non mi tiro indietro! Farò da solo senza il supporto degli amici… Cominciamo:
Cazzimma: s.vo f.le astratto intraducibile; con la voce a margine usata nell’espressione “tené ‘a cazzimma” si indica l’asprezza comportamentale, la proditoria gratuita cattiveria, la malevola furbizia quasi levantina (che non è indice di intelligenza,come taluno vorrebbe far credere, ma di innata cattiveria…) sempre prevaricante di colui o coloro che vessa/no i meno dotati fisicamente e/o moralmente al fine di sopravanzarli e godere dei frutti conquistati marmaldeggiando.
Etimologicamente si tratta di una parola costruita addizionando il termine cazzo (che – come noto - è da un gergo marinaresco greco: (a)kation=albero della nave ( qui semanticamente inteso quale…strumento di proditoria offesa)) con il suff. collettivo/ dispregiativo.. imma che continua con raddoppiamento espressivo della labiale il latino imen. Ribadisco qui che l’azione prevaricante e l’asprezza comportamentale indicate dalla voce cazzimma sono atteggiamenti indici di cattiveria innata e/o gratuita non determinata da cause o motivi scatenanti, da far risalire esclusivamente al bagaglio caratteriale dell’individuo cazzemmuso (cioè aduso alla cazzimma).
Rammento in coda che talora l’espressione tené ‘a cazzimma viene imbarocchita aggiungendo lo specificativo:
d''e papere australiane (delle oche australiane), specificazione però solo divertente, ma inutile e non comprensibile atteso che non è dato sapere, né è attestato che le oche di quel continente siano prevaricatrici o particolarmente furbe.
Ben diversa è la voce cazzincularía s.vo f.le astratto intraducibile, che pur rappresentando il medesimo atteggiamento comportante un’azione prevaricante condita di asprezze comportamentali,proditorie offese, furbizie malevoli, scaltrezze astiose, à una ben determinata origine che non è da far risalire esclusivamente al bagaglio caratteriale dell’individuo che agisce con cazzincularía, ma bisogna andare a ricercare in un qualche torto súbito da tale individuo, torto del quale egli pare voglia rivalersi in una sorta di rappresaglia verso tutto il mondo. E quale è il torto subíto che lo spinge alla vendetta? Si tratta di una vera o, piú spesso, ipotizzata, figurata sodomizzazione di cui l’individuo che agisce con cazzincularía sia rimasto vittima; in effetti la parola etimologicamente riproduce, attraverso l’addizione delle parole cazzo + in + culo + il suffisso tonico (r) ía dei nomi astratti, il tipo di torto subíto dall’individuo che agendo con cazzincularía cerca ora di ripagarsi di ciò che realmente o figuratamente abbia dovuto sopportare.
In coda rammento che la voce cazzincularía è spesso attestata, sempre nel parlato, come cazzancularía con un’evidente assimilazione progressiva vocalica di tipo popolare per la quale la i di cazzi si assimila alla a dando cazza cosí come accade nell’italiano dove càpita che talora l’assimilazione vocalica sia regressiva cfr. ad es. tenaglie ma attanagliare.
E mi pare che, una volta fatte le mie rimostranze verso i vocabolaristi che evitano di trattare talune sanguigne voci come queste in epigrafe…, possa bastare e l’amico C. R. e qualche altro che dovesse leggere queste paginette, possano dirsi soddisfatti.
Raffaele Bracale
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