lunedì 22 febbraio 2010

SESTA DI RITORNO – SIENA – NAPOLI 0 -0

SESTA DI RITORNO – SIENA – NAPOLI 0 -0
LI Ò VISTI COSÍ


L’incontro di ieri era cominciato con un prologo riguardante Marechiaro Hamsik: altro che futuro, contratti e ingaggio. La priorità di Marek Hamsik era molto molto piú semplice: sfatare una sorta di maledizione che galleggiava tra il presente e il passato, e che si riproponeva puntuale ormai da due stagioni: un calo di rendimento nel girone di ritorno. dopo un consueto inizio folgorante.
Ed allora, Siena per il Napoli e anche per Marek: la caccia al primo gol del 2010 continuava senza sosta. Mazzarri ed il Napoli tutto attendevano. Senza le sue coltellate sotto forma di inserimenti micidiali, senza i suoi gol, il Napoli perde, si sa, un notevole potenziale offensivo: non è un caso, probabilmente, se, oltre alla sfortunata sconfitta di Udine, nelle ultime cinque partite gli azzurri abbiano addizionato solo tre pareggi, anzi tre 0-0, ed una sola vittoria. A Livorno: genialata di Maggio e punizione di Cigarini, dopo un paio di occasioni sciupate proprio da Marekiaro. Che non riusciva a segnare dal 20 dicembre 2009 con il Chievo: calcio di rigore, 1-0, e poi un’astinenza di 62 giorni (a tutto sabato scorso). Ancora piú datato nel tempo l’ultimo gol su azione: la doppietta con la Juventus a Torino, il 31 ottobre 2009. Ovvero, 112 giorni (a sabato u.s.). Numeri, sia chiaro. Che, però, facevano riflettere se paragonati alla stagione precedente: dopo un girone d’andata magnifico quanto quello del campionato in corso, l’8 febbraio 2009 Hamsik siglò a Palermo la sua nona e ultima rete. E fino al 31 maggio rimase a secco. Contratto e battesimo. La situazione non è paragonabile, certo, perché febbraio non è neanche finito e la situazione della squadra è diametralmente opposta: il calo, infatti, coincise con la crisi che culminò con l’esonero di Reja. Il Napoli di oggi è un’altra cosa. È una squadra che comincia a giocare a memoria, che diverte, vince e occupava fino al termine dell’incontro di ieri con merito il quarto posto. Un’altra storia. E le occasioni fioccano. Poi, si sa, la vita è anche questione di centimetri: la traversa colpita dallo slovacco con l’Inter vibra ancora. Ma le sensazioni erano positive: domenica con i nerazzurri, Hamsik era tornato alquanto vivace e incisivo come non lo era da un po’ e sia pure non secondo il suo merito e solito. Calo fisiologico, considerando lo stratosferico girone d’andata condito da 8 reti, le fatiche con la Nazionale e le emozioni della vita privata; la nascita di Christian, il primogenito, è di certo un evento straordinario. Come il cambiamento di vita: Marek è un fenomeno, sí, ma è pur sempre un padre di 22 anni corteggiato dai paperoni di mezza Europa: dal Chelsea, pronto a offrire 30 milioni di euro, all’Inter e la Juve. Il Napoli, però,prima dell’incontro con il Siena lo aveva blindato ed aveva fatto bene: pronto un contratto fino al 2015 all’altezza di quelli di Quagliarella e Lavezzi. De Laurentiis aveva già parlato con il suo manager Juraj Veglos, in occasione della sfida del San Paolo con il Palermo, e presto lo avrebbe reincontreto a Roma. Città che Hamsik ha scelto ancheper il battesimo di suo figlio, che sarà officiato presso la Basilica di Santa Maria Maggiore. Torniamo alla vigilia dell’incontro: Andrea Dossena aveva dato forfait. La caviglia gli faceva male, ed a Siena toccò ancóra al fido Aronica agire sulla fascia sinistra. Con l’ormai collaudato tris di centrali Campagnaro-Cannavaro-Grava, e con Maggio, Pazienza e Cigarini a completare la mediana, l’unico dubbio riguardava l’attacco. Anzi, Ezequiel Lavezzi. Il Pocho scoppiava di salute, era guarito ed avrebbe voluto giocare dal primo minuto, ma la panchina restò la soluzione piú naturale: era assente dal 10 gennaio ed il ritmo partita non era certo nelle sue gambe. Mazzarri, comunque, continuava a pensare indeciso se resistere o meno alla tentazione. Per il resto,ripeto, segnali negativi dal fronte Dossena: il mancino aveva saltato anche l’allenamento di giovedí, limitandosi ad un ciclo di terapie, e dunque non fu neanche tra i convocati in partenza per Siena. A pieno regime Aronica e Rinaudo: acciacchi smaltiti ed emergenza rientrata. Ecco perché Santacroce aveva rispettato il programma di inizio settimana: sabato alle 11,era sceso in campo con la Primavera azzurra a Palma Campania contro la Reggina conclusasi con la vittoria degli azzurrini per 3 a 2 Fabiano Santacroce aveva giocato e bene per tutti i 90' recuperando il ritmo-partita dopo la lunga riabilitazione dalla lesione al menisco esterno del ginocchio destro. Santacroce s’era esibito oltre un'ora abbondante da terzino destro mentre gli ultimi 20' da centrale. La squadra maggiore era pronta. E venerdí sera aveva anche organizzato una festa a sorpresa per il ventiseiesimo compleanno di Rullo: al «Luanjez», il locale di Grava e Iezzo. Un brindisi e via. Nel Napoli Mazzarri non potette contare su Gargano squalificato; al suo posto Cigarini: altro passo, altra visione di giuoco: frenetici quelli dell’uruguagio, felpati, compassati e ragionati quello del giovane geometra di centrocampo, ma che ieri fu frenato dal centrocampo senese e si avvertí e quanto!, la mancanza delle brucianti ripartenze del motorino Gargano!Ecosí tutte le buone intenzioni della vigilia andarono in fumo! Che peccato! Che delusione! Che occasione sprecata!...
Alla fine fu solo pareggio a reti inviolate a Siena per il Napoli di Mazzarri. La squadra partenopea, che ieri disputò la peggior partita dell’era Mazzarri, non riuscí a violare il muro organizzato da Malesani per bloccare gli azzurri. Soltanto corner e tanto possesso palla per il Napoli che non trovò spazi in una prima linea poco lucida, dove il solo Denis si dannò l’anima, mentre il costosissimo Quagliarella fece la ballerina di fila… Il modulo svelò subito la strategia tattica dei padroni di casa. Il 4-5-1 con Ekdal vertice basso del centrocampo e Ghezzal e Reginaldo esterni alti ad appoggiare la punta Maccarone, non lasciarono spazi all’iniziativa del Napoli. Vergassola e Tziolis, uniti a Maccarone, andarono in continuo pressing su Cigarini e Pazienza, cercando di bloccare il gioco avversario alla fonte. Interessante la sfida sulla corsia destra azzurra tra Campagnaro ( con Pazienza il migliore in campo ) e Ghezzal, graziato dall’arbitro ad inizio gara per un entrata da espulsione con piede a martello sull’argentino; e non so come sarebbe andata con il Siena in dieci per tutto l’incontro… A Cannavaro necessitarono molti minuti per prendere le misure a Maccarone, bravo a far salire i suoi nei primi 20’ di gioco. Poi fu solo possesso del Napoli che fece girare bene palla, ma non trovò varchi in avanti dove Denis(fino a che stette in campo) cantò e portò la croce, mentre con Hamsik assente ingiustificato, Quagliarella fece la bluebell frenato e supponente e Denis, mi ripeto, fu generoso, ma quando si trattò di pungere…non gli riuscí.
Al Napoli mancò, insomma, il guizzo del campione in avanti. Al 20’ Cigarini ci provò dalla distanza, mentre Denis si smarcò benissimo, ma calciò fuori cinque minuti piú tardi. Nel finale di primo tempo, Aronica lasciò colpire di testa Tziolis sugli sviluppi di un corner, ma De Sanctis fu attento. Napoli súbito in zona gol ad inizio ripresa, ma Hamsik calciò malamente su Curci sotto porta, sulla sponda del solito Denis. Rispose il Siena con un cross dalla sinistra di Ghezzal che Cannavaro lasciò (ed io tremai) pericolosamente sfilare in area, ma Maccarone, per fortuna, non fu pronto. Malesani inserí ancora un difensore, Terzi, per Reginaldo passando al 5-3-2 , consegnando cosí il centrocampo al Napoli. Mazzarri ringraziò e inserí Lavezzi e Bogliacino per Grava (che ammonito, come da copione, salterà la gara interna con la Roma) e per Denis che uscí e però non gradí. La squadra partenopea avanzò alquanto il baricentro ma non ne approfittò e per poco non ci scappò la beffa: al 62’, Rosi in contropiede sfiorò, calciando a fil di palo, il vantaggio per i senesi. Nel finale fu generosissimo assalto azzurro con un gran gol sfiorato da Hoffer, entrato a 10’ dalla fine,al posto d’un inutile Cigarini e un colpo di testa di Maggio che sfiorò la traversa. Ma era scritto che il Napoli cedesse, come era nei voti del Palazzo, il quarto posto alla sopravveniente Juventus vittoriosa a Bologna e cosí fu…Non tutte le ciambelle riescono con il buco; questa ciambella ne ebbe due: quelli dello zero a zero! Domenica prossima il Napoli affronterà una Roma in eccellente condizione fisica e seconda in classifica, a meno 5 dalla capolista Inter. I giallorossi sono stati sempre la bestia nera del Napoli. Un tempo esisteva la legge del San Paolo. Reja collezionò i suoi successi azzurri vincendo sempre in casa. Nel girone di ritorno il Napoli à ottenuto in casa 1 vittoria, 1 sconfitta e ben 4 pareggi. Urge una convincente vittoria che potrà arrivare anche se al tecnico riuscirà di comunicare ai suoi gli stimoli giusti e necessarî. Hoc est in votis!
Passiamo ai singoli.

De Sanctis; 6,5 attentissimo e reattivo; prontissimo quando necessitò.

Campagnaro, 7,5 eccellente; nessuna sbavatura; con Pazienza il migliore;
Cannavaro, 6- non fece danni; e ringraziamo il Cielo; un paio di volte però mi fece tremare!
Grava; 7 una sicurezza ma colpevolmente ingenuo: sapeva che l’arbitro Giancapocchia, pardon Giannoccaro!, era venuto con il mandato di ammonire i diffidati napoletani e gli forní il destro per farlo; salterà ahinoi la Roma…
Bogliacino 5 non fece nulla!
Maggio, 5 inconcludente la giornata di stop non gli giovò
Cigarini 5,5 deludente Non è Gargano e si vede! (Hoffer 6-volenteroso e sfortunato! )
Pazienza,7,5 insostituibile con Campagnaro il migliore; se Cigarini non l’avesse costretto a fargli da balia, forse con una sua capatina in avanti la partita poteva darci 3 punti…
Aronica 6,5; gran lavoro sulla fascia forse con la Roma lo rivedremo nel trio difensivo al posto dello squalificato Grava.
Hamsik 5 ; assente ingiustificato ancóra in fase involutiva; sprecò un’occasione grandissima.
Quagliarella 4,5 irritante e supponente, sparacchiò a salve costringendo il povero Denis a sostenere tutto il peso dell’attacco.
Denis 6+ lavorò tantissimo, cantò e portò la croce ma non gli riuscí il colpo risolutivo; fu ingiustamente sostituito e naturalmente se l’ebbe a male!(Lavezzi)
Mazzarri 5,5 Non trovò il bandolo della matassa
l’utilizzo di Cigarini, troppo lento e compassato al posto dello squalificato Gargano fu forse un atto dovuto, ma forse sarebbe stato meglio tentare la carta Bogliacino dal primo minuto, responsabilizzando; avrei poi utilizzato Rullo dal primo minuto arretrando Aronica nel trio difensivo, escludendo Grava per evitare che il casertano diffidato fosse ammonito e saltasse la Roma, come avvenne e succederà.

L’arbitro Giannoccaro 4,5 scadente Come troppi dei suoi colleghi anche il fischietto leccese (vuoi vedere che come tutti i pugliesi tifa Juve…) permise ai senesi un gioco violentissimo che non sanzionò mai , mentre – come da copione ( forse cosí gli aveva ordinato il Palazzo!...) – alla prima occasione ammoní il diffidato Grava (da giornate uno dei migliori del Napoli) per modo che venga squalificato e salti la Roma.
r.bracale

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