domenica 4 aprile 2010

TREDICESIMA DI RITORNO LAZIO – NAPOLI 1 ad 1 LI Ò VISTI COSÍ

TREDICESIMA DI RITORNO LAZIO – NAPOLI 1 a 1
LI Ò VISTI COSÍ
Ieri Il Napoli, dopo un avvio sciagurato, raggiunse il pareggio e se ne accontentò mettendo in carniere un punto che mantiene gli azzurri in piena corsa Champions, nonostante il sorpasso della Samp.
Mazzarri ripropose Zuniga sulla fascia sinistra, con Campagnaro allineato a Grava e Cannavaro. Reja a sopresa lasciò Zarate in panchina per inserire il recuperato Rocchi. Biava vinse il ballottaggio con Stendardo.
LA CRONACA Avvio shock degli azzurri, svogliati ed impacciati. Al 4′ traversone col contagiri di Mauri per la testa di Floccari, che svetta sui difensori azzurri e trasforma alle spalle di un poco reattivo De Sanctis.
La reazione degli azzurri (ieri in uno iettatorio completo rosso) non ci fu , la manovra fu lenta e compassata. Zuniga al 10′ provò a sbloccare la modalità “ballo del mattone”: il colombiano in dribbling si bevette un avversario e scodellò nell’ area piccola, Muslera smanacciò, Lavezzi provò a trasformare la ribattuta con una sforbiciata che però finí alta. La Lazio continuò a fare la partita, profittando di un atteggiamento troppo remissivo da parte del Napoli. 29′, bolide di Floccari dal limite: palla alta di un nonnulla. Dal 32′ in poi gli uomini di Mazzarri iniziarono a pigiare sull’acceleratore. Hamsik fallí una ghiottisma palla rete, servitagli da Lavezzi su di un piatto di argento, dopo che il Pocho aveva aperto un varco nell’ area biancoceleste con una sua tipica, improvvisa accelerazione.
I padroni di casa, di contro, iniziano a decelerare, ed i partenopei li punirono prontamente grazie ad una magia firmata Quaglia-Hamsik: Taglio perfetto di Quagliarella per lo slovacco, che scavalcò Muslera con un tocco vellutato da posizione decentrata.
La situazione in campo si capovolse, ed il Napoli al minuto 42 sfiorò addirittura il raddoppio con Lavezzi, che rubò palla ad un difensore biancoceleste e provò a sorprendere Muslera dalla media distanza: straordinaria fu la risposta da parte dell’ estremo laziale. Alla fine del primo tempo il bilancio fu il seguente: meritato pareggio da parte del Napoli dopo venti minuti iniziali da cancellare.
LA RIPRESA I secondi quarantacinque minuti iniziano com’erano finiti i primi, con una discreta superiorità territoriale da parte del Napoli. Reja si giocò la carta Zarate, richiamando Rocchi. Dopo qualche minuto arrivò anche il primo cambio operato da Mazzarri: Rinaudo rilevò Maggio, con Campagnaro spostato ad esterno sinistro e Zuniga riposizionato sul proprio lato naturale. Al 59′ Orsato espulse Frustalupi, il secondo di Mazzarri, per proteste.
68′, Quagliarella in area scaricò per Hamsik, che da posizione decentrata non riuscí a soprendere Muslera. Napoli in continuo crescendo. Ancora pericolosi gli azzurri cinque minuti dopo: Campagnaro risolse una mischia in area biancoceleste, ma il suo debole sinistro fu facile preda dell’attento e reattivo Muslera.
Dopo questa occasione entrambe le squadre iniziano a tirare i remi in barca.La partita si fece confusionaria e poco gradevole nel complesso. Reja provò a mischiare le carte: Cruz per Floccari, ma la manovra laziale continuò ad essere ripetutamente frenata sul nascere. Ma anche i ragazzi di Mazzarri avevano le idee appannate, e l’unica emozione nel finale vnene all’87′ da Hamsik, con un fendente rasoterra dai 25 metri, neutralizzato dall’attento Muslera in due tempi.Al triplice fischio d’Orsato tirammo un sospiro di sollievo, l’amico Federico ed io, e commentammo: Per lo meno nun ce simmo ‘ntussecato Pasca!Tutto sommato ‘nu punto è meglio ‘e ‘nu caucio ‘nculo! Ieri, Mazzarri aveva ancóra ripresentato la difesa con Grava, Cannavaro e Campagnaro,e con Zuniga a sinistra in mediana. In pratica, la formazione iniziale delle vittorie con Juve e Catania.Solo che ieri il vezzo di concedere sistematicamente un uomo (Cannavaro che è il piú lento, goffo, maldestro, impacciato, sgraziato, grossolano, rozzo calciatore in circolazione sui campi del campionato italiano e che disgrazia nostra è tesserato con il Napoli…) il vezzo di concedere sistematicamente un uomo all’avversario ci stava per costar caro. Avevo tanto sperato che Mazzarri ci avesse fatto la sorpresa di ripresentare, finalmente!, Fabiano Santacroce;il talento di Bahia è ormai recuperato, ma Mazzarri diabolicamente continuó a perseverare schierando al centro della difesa il fratellino minore d’ ‘o guappo d’’a Turretta e già dopo pochi secondi Paolo Cannavaro stava per fare la frittata commettendo un fallo da rigore su Floccari, fallo che solo il lontano Orsato ed il suo cieco collaboratore di linea non videro; ma c’è una giustizia divina e di lí a pochissimo Culo di piombo/Cannavaro abbandonò al centro dell’area il suo uomo ( ancóra Floccari) andandosene non so dove ad anticipare la Pasquetta e lasciando nelle peste il povero Campagnaro chiamato a metter toppe alle scemenze del sullodato Culo di piombo. Morale ? Morale Floccari non si lasciò pregare ed al primo cross proveniente dalla mancina incornò la sfera portando in vantaggio i biancocelesti ed il pipelet napoletano non seppe opporsi.L’incontro per il Napoli si mise nel peggiore dei modi e si faticò non poco per raddrizzare la barca, posto che gli avanti azzurri non sembrarono in giornata. D’altro canto in casa Lazio erano tutti concentratissimi e decisissimi con continue entrate da codice penale, peraltro ignorate da Orsato ennessimo fischietto incompetente cvapace di scontentare tutti! Gli uomini di Reja sapevano tutti che fra due settimane ci sarà il derby, ma nessuno in casa Lazio aveva voglia di pensarci. Troppo delicata la situazione di classifica per concentrarsi già sulla stracittadina e “snobbare” i due impegni precedenti. A cominciare dal primo, quello di ieri contro un Napoli che dopo due vittorie consecutive (Juve e Catania) sembrava essersi rilanciato. E allora, poveri biancocelesti, c’era da stare attenti anche se, sul piano dello spirito e del gioco, sembravano essere solo dei lontani parenti della Lazio di un mese fa. Nelle ultime tre giornate erano arrivati 7 punti (vittorie con Cagliari e Siena e pareggio a San Siro contro il Milan) e la speranza era che il trend potesse continuare anche contro il Napoli, perché la terzultima rimaneva a soli 5 punti. Ma cosí – buon per il Napoli – non fu! La Lazio dovette contentarsi di un punticino e rimandare a tempi migliori la conquista di punti salvezza!
Si sapeva comunque che contro i partenopei non sarerebbe stata una partita come le altre. Di sicuro non per Edy Reja, che con il Napoli aveva vissuto forse le piú belle pagine della sua carriera da allenatore. Cinque anni in cui aveva portato la squadra di De Laurentiis dall’inferno della serie C all’Europa. Abbastanza per definirli “amici e mai avversari”.
Amici che però voleva provare “a battere con tutta la forza” contando su di una difesa che, di colpo, sembrava essere diventata granitica (1 gol subito nelle ultime tre partite); un centrocampo che volava grazie ai redivivi esterni Kolarov e Lichtestainer (per lo svizzero 2 gol di fila nelle ultime due); e soprattutto un attacco che ritrovava il suo uomo migliore, quel Sergio Floccari (fermo a causa di una contrattura) naturale terminale offensivo del gioco biancocelste.
Senza dimenticare il fattore “tifosi”. Per motivi di ordine pubblico, si era stabilito che potessero accedere allo stadio solo gli abbonati. Ma dopo la lettera di Lotto, la Prefettura aveva fatto dietrofront, decidendo che ogni abbonato potesse acquistare due biglietti da destinare a residenti nella regione Lazio. E allora, anche ieri pomeriggio,furono tanti i tifosi che spinsero i biancocelesti a compiere un altro, decisivo passo, verso la sperata salvezza, ma la Lazio non andò al di là del pareggio conquistato dal Napoli con l’unica azione convincente del primo tempo, quella di Quagliarella che offrí un delizioso pallone invitante per Marekiaro Hamsik che con un tocco vellutato di piatto destro agguantò il giusto (per quel che s’era visto in campo) pareggio!

Ieri a Roma la Lazio aveva ospitato il Napoli in una gara importantissima per entrambe le formazioni
Tutto passò per Roma, per la Lazio del caro vecchio amico Reja. «Alla luce delle successive partite sarebbe importante, importantissimo, fare risultato all’Olimpico», si era caricato Mazzarri. Ed in parte indovinò: in Napoli non uscí vittorioso, ma neppure battuto! Per la prima volta lui, l’allenatore che à costruito la propria carriera «giorno dopo giorno», guardò oltre l’appuntamento in calendario e pensò a cosa attende il Napoli dopo la sfida con la Lazio: i confronti con Parma, Bari, Cagliari e Chievo, quattro avversari che potrebbero non avere altissime motivazioni, perché al momento fuori dai discorsi per l’Europa e la salvezza. La squadra di Reja, invece, è in piena bagarre anche se, ricorda Mazzarri, «à conquistato sette punti in una settimana come il Napoli, disputando partite di buon livello». Lui, peraltro, è un estimatore di questi giocatori: «Alla vigilia del campionato avevo indicato la Lazio tra le candidate all’Europa e ora le sue motivazioni sono altissime, considerata la situazione di classifica». La recente storia di Mazzarri è legata all’Olimpico, dove da tecnico della Samp à perso ai rigori la finale di coppa Italia contro la Lazio nello scorso maggio (decisivo l’errore di Campagnaro) e dove à praticamente ritrovato la panchina perché qui sei mesi fa Donadoni perse la partita con la Roma ed il posto. Ieri sfidò Reja, che à scritto le pagine piú belle del Napoli di De Laurentiis. «Uno svantaggio perché lui conosce bene i miei giocatori: li à allenati quasi tutti e tanti li à svezzati. Prima ci saranno saluti e abbracci, poi Reja cercherà di tirare l’acqua al suo mulino, come noi d’altro canto». Indimenticabili gli anni del signore di Lucinico sulla panchina azzurra. E quelli di Mazzarri come saranno? «Sto bene qui e mi piacerebbe fermarmi a lungo perché c’è sintonia con De Laurentiis e Bigon. Mi sento molto stimolato a Napoli. Però si sa com’è il calcio: può bastare un attimo per cambiare tutto». Si definisce «capo dei tifosi» per far capire con quale spirito affronterà le sette partite che potrebbero consegnare al Napoli, finalmente ripartito, il posto in Europa. «I tifosi sognano quello che sogniamo noi: puntiamo al massimo. I risultati delle ultime tre partite sono stati positivi, sapremo essere tanto maturi e intelligenti da far accrescere la fiducia nei nostri mezzi, mantenendo contemporaneamente equilibrio e umiltà. Non mi aspetto all’Olimpico la grande prova di un giocatore, ma del gruppo: la nostra forza è la sinergia che esiste tra quelli che vanno in campo e quelli che restano fuori». Confermò infatti il Napoli che aveva battuto Juve e Catania. «Squadra che vince non si cambia? Squadra che tiene il campo bene non si cambia, piuttosto: per me contano le prestazioni». Due vittorie in quattro giorni al San Paolo, il Napoli vuole realizzare il colpo esterno dopo 69 giorni. «In casa o fuori cambia poco, la mentalità dev’essere la stessa, soprattutto nella impostazione della fase passiva», aveva sottolineato Mazzarri che à lavorato molto sulla difesa e i risultati si vedono: Con l’ eccezione di Culo di piombo/Cannavaro, Campagnaro e Grava sono tra i migliori perché ànno ripassato alcune lezioni. «Marcatura a uomo e uno contro uno. Nei settori giovanili si dovrebbero curare meglio questi aspetti perché c’è il rischio che arrivino in A giocatori che sono carenti e ovviamente non mi riferisco a miei», puntualizzò il tecnico. Sette partite da qui all’Europa, la fase cruciale comincia oggi all’Olimpico e termina il 16 maggio a Marassi, contro la Samp, l’ex squadra di Mazzarri. «Vogliamo regalare qualcosa di bello ai nostri tifosi quel giorno», sospirò Walter. E, a proposito di tifosi, una garbata lamentela: «Mi dispiace che non possano seguirci in trasferta perché con loro i giocatori si sentirebbero ancor piú stimolati. Mi dispiace soprattutto che paghino i tifosi veri per pochi non tifosi che ànno creato problemi». Finito il primo tempo sull’ uno ad uno avevo sperato che gli azzurri, come era già accaduto con Juve e Catania, redarguiti da Mazzarri, sarebbero tornati in campo piú agguerriti e decisi a far risultato pieno. Ma le cose non andarono cosí ed il secondo tempo non mise né levò, né da una parte, né dall’altra. In conclusione: un punto è ben poco, ma meglio di niente soprattutto alla luce delle concomitanti sconfitte di Palermo ed Juve (che goduria!). Vediamo i singoli:

DE SANCTIS 5,5 Poco attento e reattivo. Non si dovette sporcare molto i guanti,e non si fece trovare pronto nell’unica occasione che avrebbe necessitato d’un suo intervento; era però ancóra freddo;
GRAVA 8,5 ormai insostituibile. Grintoso, coraggioso e determinato lasciò pochissimi spazi agli avversari.
CANNAVARO 3,5 il leggiore dei suoi. Come ò anticipato Culo di piombo è un giocatore grottesco, ridicolo, comico, parodistico, macchiettistico e per questo merita sempre di partenza 4, ma ieri addirittura peggiorò la situazione!
CAMPAGNARO 6,5; Pure lui grintoso, attento e determinato; giocò benissimo per quasi tutta la partita, cantando e portando la croce… Prese tante botte,alcune addirittura proditorie e violentissime, ma le restituí quasi tutte. Fece una gran partita dietro con l’unica pecca di non esser riuscito a fare la parte di Cannavaro (che vigliaccamente s’era defilato) e di non essere riuscito a frenare Floccari nell’azione del gol; quando venne spostato sulla sinistra al posto di Zuniga fu una costante spina nel fianco per la difesa laziale.
MAGGIO 5 Assente quasi del tutto nel primo tempo, e per buona parte della ripresa Gli avversari lo videro in difficoltà e spinsero soprattutto dalla sua parte. Mazzarri se ne accorse gara e lo tolse.
RINAUDO 6 un’ ottima mezz'ora per chiudere gli inconcludenti attacchi laziali.
ZUNIGA 5,5 Irritante,ma non per colpa sua: a sinistra – si vide e si vedrà sempre! - non è a suo agio, eppure ieri, per fortuna qualcosa di buono tentò di farlo.
PAZIENZA 6,5 Si sacrificò in mezzo al campo,addossandosi tutto il lavoro piú sporco, recuperando tantissimi palloni e lottando fino alla fine con ordine e precisione senza lasciarsi travolgere dal giuoco caotico dei compagni.
GARGANO, 6,5 fu mobile ed intraprendente, mettendo in costante agitazione la difesa laziale, anche se sprecò banalmente qualche passaggio.Lottò con grinta e caparbietà su ogni pallone e gestí senza molti affanni il lavoro da sbrigare a centrocampo.

HAMSIK, 7,5 Ancorché fosse stanco e forse bisognoso di un turno di riposo non mancò all’appuntamento con una rete di ottima fattura.
QUAGLIARELLA 6 di stima e per il suggerimento fatto ad Hamsik; per il resto dell’incontro fece meno che niente; mi tocca ripetermi: dopo il gol con la Juve sembrava essersi sbloccato definitivamente, ma in realtà non fu ancora il bomber di cui avrebbe bisogno il Napoli. Invocai Denis.
LAVEZZI 6,5 di stima Anche questa volta, come era capitato con il Catania, non fu brillantissimo come contro la Juve, schierato ancóra da prima punta,non fece tantissimo,né si inventò qualcosa come quel pallone filtrante che complice Quagliarella,aveva favorito contro gli etnei il gol di culo di piombo/Cannavaro. Nel primo tempo non ebbe gli spazi per scatenarsi. Nel secondo fece anche meno. Tuttavia talvolta fece impazzire Dias e Lichtsteiner con i suoi dribbling ubriacanti, ed andò vicinissimo al 2-1 con un sinistro diretto sotto l'incrocio dei pali sul quale fu straordinaria la parata di Muslera che è un ottimo portiere.
MAZZARRI 6,5 di stima. Preparò bene l’incontro ma nell’intervallo non redarguí i suoi che tornarono in campo senza forze e senza volontà ed infatti si contentarono del pareggio.Tuttavia fece un errore: perseverare diabolicamente nell’utilizzo di Cannavaro centrale a In attesa di Santacroce, meglio puntare su Rinaudo o Aronica. Mantenne gli stessi undici che avevano sconfitto la Juventus ed il Catania ed alla fine il risultato gli diede quasi ragione ancóra una volta: un pareggio fuori casa non è da buttare soprattutto in concomitanza con le sconfitte di Palermo ed Juve!
Tuttavia il suo Napoli, creò pochissime occasioni da gol e ciò non depose bene!
Arbitro Orsato 3,5 Una mezza calzetta come la maggioranza degli arbitri italiani. Scontentò tutti; in avvio di gara non vide un fallo da rigore di Cannavaro su Floccari e per tutto l’incontro cercò di farsi perdonare fischiando a senso unico contro il Napoli e concedendo ai biancocelesti un gioco violento, intimidatorio e simulatorio senza sanzionarlo.
raffaele bracale

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