martedì 4 maggio 2010

LASSÀ ‘O MUORZO D’ ‘A CRIANZA.

LASSÀ ‘O MUORZO D’ ‘A CRIANZA.
Antichissima espressione che tradotta ad litteram vale: lasciare nel piatto un boccone che sia indice della propria buona educazione. In realtà si tratta d’un’espressione /consiglio che in principio venne usato con la morfologia della voce imperativa: Lassa ‘o muorzo d’ ‘a crianza! imperativo rivolto dai genitori ai proprii figliuoli affinché, se invitati a desinare in casa di amici e/o parenti, evitassero di divorare tutto ciò che fosse loro ammannito e ne lasciassero sia pure un solo boccone mascherato come boccone di una buona educazione, boccone che in realtà dovesse servire a salvaguardare il buon nome della famiglia di provenienza ed a dimostrare a gli ospiti che l’invitato non era cosí affamato in quanto non era povero e/o bisognoso, e si poteva perciò permettere il lusso di lasciare nel piatto una piccola parte della porzione ricevuta. Successivamente questa amaro sotterfugio fu nascosto, l’espressione venne coniugata all’infinito ed il boccone lasciato nel piatto fu détto boccone della buona educazione, cosa che in realtà non è contemplata in nessun galateo.
Lassare/lassà v. tr.
1 smettere di tenere, di sostenere, di stringere: lassà ‘a fune, ‘e rétene, ‘o sterzo (lasciare la fune, le briglie, il volante)
2 non prendere con sé; far rimanere in un luogo, per dimenticanza o volontariamente: lassà ‘e piccerille â casa (lasciare i bambini a casa);lassà ‘nu pacco pe quaccheduno (lasciare un pacco per qualcuno); lassà ‘e llente dint’ â machina(lasciare gli occhiali in macchina) |lassarse arrete quaccheduno (lasciarsi dietro qualcuno), sopravanzarlo, passargli davanti (anche fig.) lassarce ‘e ppenne (lasciarci le penne) (fig. fam.) morire; anche, essere battuto in un confronto, in una prova | lassarce ‘na jamma, ‘nu vraccio (lasciarci una gamba, un braccio), perderli in guerra, in un incidente o sim. | o piglià o lassà ((o) prendere o lasciare), si dice nel fare un'offerta che dev'essere accettata o respinta súbito e definitivamente
3 separarsi da qualcuno, allontanarsi da qualcosa; in partic., abbandonare qualcuno dopo un sodalizio, una convivenza, un legame amoroso:lassà ‘o ‘mpiego,’o paese;lassà mugliera e ffiglie; (lasciare l'impiego, il paese natale; lasciare moglie e figli); lassà ‘o munno (lasciare il mondo), (fig.) morire; anche, farsi religioso; chi lassa ‘a via vecchia p’ ‘a nova, sape chello ca lassa, ma no chello ca trova prov. : chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia e non sa quel che trova.
4 far restare qualcuno o qualcosa in un particolare stato: lassà dint’ ê guaje, lassà ‘mbarazzato(lasciare nei guai, nell'imbarazzo);’o lassajeno libbero (lo lasciarono libero;) lassà ‘a casa urdinata, ‘a fenesta aperta(lasciare la casa in ordine, la finestra aperta);lassà ‘mpace (lasciare in pace), non disturbare; | lassà ditto, scritto (lasciare detto, scritto,) comunicare a qualcuno assente
5 non togliere; dare, consegnare, affidare: lassà ‘na ‘nferta ô cammariere (lasciare una mancia al cameriere);’o tribbunale à lassato ‘e figlie â mamma (il tribunale à lasciato i figli alla madre); | trasmettere per testamento: ll’ à lassato tutto cosa a isso (à lasciato tutto il patrimonio a lui)
6 permettere (seguito da un inf. o da che e il congiunt.): lassa passà(lasciar passare)lassa correre! (lascia correre!); disinteressarsi di qualcosa, non intervenire per modificarla; sorvolare lassa ca te racconto; lassaje ca ce penzasse(lascia che ti racconti; lasciò che ci pensasse) | lassà assaje a desiderà(lasciare (molto) a desiderare), non soddisfare affatto o appieno; lassarse jí(lasciarsi andare), abbandonarsi: | lassarse piglià dâ nervatura(lasciarsi prendere dall'ira), , cedere ad essa
7 in alcuni giochi di carte, non prendere o non partecipare al gioco, anche avendone la possibilità.
Etimologicamente è un verbo derivato dal lat. laxare 'allargare, sciogliere', deriv. di laxus 'largo, allentato';
muorzo s.vo m.le = morso, boccone sostantivo derivato da un acc. lat. morsu(m) part. pass. sostantivato di morderedal lat. mordíre, con cambio di coniugazione.
crianza s.vo f.le = il complesso delle maniere di una persona ben educata; compitezza, gentilezza:bbona, mala crianza: senza crianza (buona, mala creanza; senza creanza) voce derivata dritto per dritto dallo sp. crianza, deriv. di criar 'allevare, educare', che è dal lat. creare 'creare'
Raffaele Bracale

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