venerdì 19 novembre 2010

CHIJARSELA A LIBBRETTA.

CHIJARSELA A LIBBRETTA.
Ad litteram: piegarsela a mo’ di libriccino id est:accettare, sia pure obtorto collo, che le cose vadano in un certo modo ed uniformarvisi atteso che non ci sia altro da fare per migliorare la situazione ed anzi quell’accettare la situazione ed uniformarsi a che le cose vadano in quel modo rappresenta il miglior partito da prendere evitando di contrastarsi per non soccombere o peggiorare la situazione. Come si capisce, intesa nel senso di accettare etc. la locuzione à un suo senso riduttivo e quasi negativo, che non ebbe in origine, allorché, fu usata come consiglio positivo e d’opportunità, e la si riferí al modo piú acconcio di consumare una pizza allorché non ci si potesse accomodare ad un tavolo e servirsi di adeguate stoviglie (piatto, bicchiere) e posate (forchetta e coltello): in tal caso la pizza veniva e viene consumata addentandola stando all’impiedi o addirittura passeggiando e la maniera piú acconcia di tenere fra le mani la pietanza fu ed ancora è quella di piegare la pizza in quattro parti fino a farle assumere quasi la foggia di un piccolo libro di quattro fogli, affinché, così piegata trattenga e non lasci cadere i condimenti di cui è coperta , che se cadessero imbratterebbero gli abiti di colui che mangia la suddetta pizza da asporto. Successivamente l’espressione in epigrafe che indicava il miglior modo di consumare una pizza d’asporto, estese per traslato il suo significato a quello di indicare il miglior atteggiamento comportamentale da tenere in malagurate evenienze quotidiane quando bisognasse far buon viso a cattivo gioco…e semanticamente questo secondo significato si spiega con il fatto che come il piegare la pizza a mo’ di libriccino è il modo piú vantaggioso per evitare di imbrattarsi, cosí l’accortezza di avere un atteggiamento di sopportazione innanzi ad eventi negativi o fastidiosamente vessatorî, è il modo migliore per eludere contrasti e lotte che normalmente non fanno che peggiorare la situazione.
pizza= pizza, focaccia rustica variamente condita di antichissime origini latine, divenuta emblema della città partenopea e di qui esportata ovunque; l’etimo è per qualcuno da un lat. *(a)picia quale vivanda inventata dal cuoco romano Apicio, ma molto piú verosimilmente ritengo percorribile l’ipotesi che pizza stia per pinsa part. pass. femm. del verbo pinsere=comprimere, schiacciare (infatti la pasta di cui è fatta la pizza dev’essere compressa, schiacciata e poi condita); normale nel napoletano il passaggio di ns ad nz e la successiva assimilazione regressiva nz→zz;
chijatella= piégatela voce verbale (2° pers. sing. dell’imperativo, di tipo esortativo addizionato in posizione enclitica dei pronomi te(per te) e la ( da (il)la(m)) dell’infinito chijare/à- chiejare/à= piegare, curvare, flettere ed estensivamente sottomettere con etimo dal tardo latino plicare denom. di plica(piega)normale il passaggio di pl→chi; nella forma chiejare/à si è determinata una necessaria dittongazione in sillaba d’avvio con ii diventati ie;
a llibbretta = a mo’ di libriccino; libbretta s. forma femm. del normale masch. libbretto dim.(vedi suff. etto/a) di libbro con etimo dal lat. libru(m), originariamente 'sottile membrana fra la corteccia e il legno dell'albero', che prima dell'introduzione del papiro si usava come materiale per scrivere; la voce latina in napoletano comportò il raddoppiamento espressivo della labiale esplosiva b ed in luogo di libro (come in italiano) si ebbe libbro;
la voce libbretta è usata spesso nel linguaggio popolare per indicare un attestato di credito o bancario o postale.Da notare che la voce libbretta se preceduta dall’articolo ‘a si rende con ‘a libbretta con la elle scempia; se invece è preceduta dalla preposizione a si rende con a llibbretta con la elle geminata!
R.Bracale

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