venerdì 4 febbraio 2011

A CRAJE A CRAJE COMME Â CURNACCHIA.

A CRAJE A CRAJE COMME Â CURNACCHIA.

Letteralmente: a crai, a crai come una cornacchia. La locuzione, che si usa per commentare amaramente il comportamento dell'infingardo che tende a procrastinare sine die la propria opera, gioca sulla omofonia tra il verso della cornacchia e la parola latina cras che in napoletano suona craje e che significa: domani, giorno a cui suole rimandare il proprio operato chi non à seria intenzione di lavorare .
craje = domani avv. di tempo derivato dal latino cras;
altri tipici avverbi di tempo sono:
piscraje= dopodomani dal latino biscras;
pescrille/ pescrigno = tra tre giorni; pescrillo è dal latino post tres ille=dopo tre di quei(giorni);pescrigno = tra tre giorni o meglio: dopo quel domani piú lontano da un acc. lat. volg. post crineu(m)←cras+ineu(m) questo ineu(m) fu un suffisso di valore diminutivo con riferimento a tempo piú lontano;
pescruozzo=tra quattro giorni da un acc. lat. volg. post croceu(m)←cras+oceu(m) questo oceu(m) fu un suffisso di valore diminutivo con riferimento a tempo molto lontano;

comme= come, allo stesso modo, alla medesima maniera avv. modale e preposizione impropria dal latino quo-mo abbreviazione di quo-modo; normale, come popolare il raddoppiamento espressivo della consonante nasale bilabiale m; quanto alla prep. art. â che segue comme vedi sopra sub 9: areto;
curnacchia = cornacchia: grosso uccello simile al corvo, ma con becco più grosso e incurvato all’estremità; sost. femm. derivato dal lat. volg. *cornacula(m), per il class. cornicula(m), dim. di cornix -icis 'cornacchia'.
Raffaele Bracale

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