martedì 26 aprile 2011

FÀ ‘O RRE CUMMANNA-SCOPPOLE

FÀ ‘O RRE CUMMANNA-SCOPPOLE

Locuzione che tradotta quasi ad litteram, suona: Comportarsi (come un) re che comanda(assestando) scappellotti con la quale si suole a Napoli porre alla berlina l’atteggiamento supponente di chi non avendo né il carisma, nè l’autorità fisica e/o morale pretende di impancarsi a re e duce delle umane vicende, ma è destinato miseramente a fallire atteso che le sue qualità al massimo lo potrebbero far considerare un re dei bambini ai quali però, per farsi ubbidire, dovrebbe assestare qualche scappellotto; atteggiamento tipico tenuto da uomini affetti da gravi complessi d'inferiorità, o - peggio ancóra - grandemente frustrati; uomini che non valendo una cicca e non essendo, nell'ambito della loro famiglia, tenuti in alcun conto, sfogano la loro repressione e frustrazione vessando in qualche modo, o tentando di vessare le persone con le quali, per il loro ufficio, vengono a contatto, ben sapendo però che non riusciranno né a farsi ubbidire, né addirittura ad esser presi in considerazione e saranno reputati alla stregua del re riportato in epigrafe.
cumanna =comanda voce verbale (3° pers. sing. ind. pres.) dell’infinito cumannà= comandare derivato dal lat. volg. *commandare (lat. class. commendare), comp. di cum 'con' e mandare 'affidare, raccomandare', tipica l’assimilazione progress. nd→nn;
scoppole plur. di scoppola = scappellotto tale da – vedi la s detrattiva d’avvio anteposta alla voce coppola= berretto – far saltar via il cappello(scappellotto) o il berretto(scoppola); scappellotto dato con la mano aperta sulla nuca; piú in generale, colpo, botta | (fig.) grave perdita o danno, spec. di natura economica; la voce coppola indica un berretto basso con visiera, usato spec. in Sicilia e nelle regioni meridionali, berretto per solito portato ben calzato sulla nuca (e tirato sugli occhi con la visiera) (coppa dal lat. cuppa(m) con un suff. diminutivo olus/ola) . RaffaeleBracale

1 commento:

  1. Caro Raffaele,
    ricordo che alle elementari, nei tempi morti, si facevano dei giochi "a penitenza", nei quali chi vinceva diventava 'o rre cumanna scoppole. Lui comandava le penitenze ed un altro le eseguiva su chi aveva perso: scoppole, buffi, carro armato, schiocco e così via, affidandosi alla propria crudeltà di bambino. Non so se risulti anche a te, perché non ne ho trovato traccia.

    Un caro saluto.

    Ferdinando Gatta

    RispondiElimina