'O SCARPARO E 'O BANCARIELLO: NUN SE SAPE CHI À FATTO 'O PIRETO
Letteralmente: il calzolaio e il deschetto: non si sa chi à fatto il peto.
Icastica espressione che viene usata con intento chiaramente canzonatorio allorché in una situazione che non presterebbe il fianco a difficili interpretazioni, ci si trovi ad avere come contraddittore qualcuno che, non volendo riconoscere le proprie responsabilità, mesta nel torbido per scaricare su altri le medesime, anche su chi - per legge di natura - è chiaramente impossibilitato a compiere ciò di cui si intende accusarlo come nel caso della divertente espressione in epigrafe un deschetto che manca dello strumento necessario a produrre peti, per cui sarebbe sciocco addebitarli a lui in luogo del calzolaio, l’unico nella fattispecie provvisto dell’organo atto a produrre peti.
- scarparo = letteralmente è il fabbricante di scarpe, con etimo da un acc. tardo latino scarpariu(m) derivato di scarpa (che a sua volta è da un antico tedesco skarpa = tasca di pelle) addizionato del suff. di pertinenza arius→aro, ma in napoletano – per consuetudine – con la voce a margine s’indica non il fabbricante di scarpe, ma il calzolaio, il ciabattino = colui che ripara scarpe; però costui piú acconciamente, in napoletano è detto: solachianiéllo (da sòla voce verbale di suolare + chianèlla = pianella e cioè scarpa bassa e piana (composto dal lat. planum; normale il passaggio di pl→chi);
- bancariello = letteralmente è un piccolo banco (con etimo dal longobardo bank); nella fattispecie è quello che viene detto in italiano deschetto che è il tavolino da lavoro del calzolaio; deschetto è il diminutivo di desco che è dal lat. discu(m) 'disco', per la forma circolare abituale della mensa che è il significato primo di desco;
pireto = peto sost. masch.le emissione rumorosa, ma non puzzolenta (vedi albi loffa= emissione non rumorosa, ma grandemente puzzolenta con etimo dal tedesco luft) di gas intestinali; l’etimo di pireto è dal lat. peditu(m) con tipica sostituzione osca-mediterranea della d con la r. Rammento che la lingua napoletana per indicare la medesima emissione rumorosa, ma non puzzolenta di gas intestinali, à anche una voce femminile marcata con consueti adattamenti metafonetici sul maschile pireto ed è la voce pereta benché quest’ultima voce sia piú usata in senso traslato riferita ad una donna becera, villana, sciatta,sguaiata, volgare, sfrontata ed, a maggior ragione,ad una donna di malaffare o anche solo a chi fosse una demi vierge o che volesse apparir tale. Va da sé che una donna che le sue pessime qualità le strombazzi senza alcuna reticenza, si comporta ad un dipresso alla medesima stregua di un peto, manifestando rumorosamente la sua presenza e ben si può meritare con icastico, seppur crudo linguaggio, l’appellativo di pereta.
raffaele bracale
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