venerdì 30 settembre 2011

SPOGLIAMPISE/O & dintorni

SPOGLIAMPISE/O & dintorni

Questa volta tengo dietro ad una richiesta dell’amica M.P. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di non riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche) che mi à chiesto di chiarire significato e portata del termine spogliampise/o ed illustrare altre voci prossime simili, affini, analoghe, insomma sinonimi d’esso. L’accontento súbito e dico che la voce spogliampise/o à molti sinonimi o voci analoghe; le illustrerò tutte e m’auguro di interessare con queste paginette anche qualche altro dei miei consueti ventiquattri lettori. Diamoci da fare!
spogliampise/o s.vo e talora agg.vo m.le e f.le straccione, cencioso, ma letteralmente chi spoglia(va) degli abiti gli impiccati, oppure li depreda(va) degli ultimi averi, svuotando loro le tasche o ne compra(va) dal boia, per rivenderli, gli abiti; estensivamente in seguito il termine indicò colui che rivendesse abiti usati e per traslato la voce fu usata quale sinonimo di miserabile, spregevole, abietto, meschino, in quanto semanticamente tali aggettivazioni ben si attagliano sia a chi si dedicasse alla spoliazione e/o depredazione (in tutti i sensi) degli impiccati,sia a chi indossasse abiti dismessi da povera gente, per cui abitil isi, consunti, sia a chi si dedicasse alla rivendita di abiti usati,come che fosse sottratti ad impiccati. Etimologicamente la voce è formata dall’unione di spoglia + il s.vo ‘mpise ; la voce verbale spoglia è la 3° p. sg. ind. pr. dell’infinito spuglià (dal lat. spoliare, deriv. di spolium 'spoglia') =spogliare; ‘mpise è il pl. di ‘mpiso = appeso, impiccato (p.p. sostantivato di ‘mpennere = appendere impiccare che è dal lat. in→impendere 'pesare', poi ''sospendere' ', comp. di in→’m e pendere 'sospendere'.
Come ò premesso, ripeto che della voce spogliampise or ora esaminata esistono e sono usati nel napoletano, alcuni icastici sinonimi da leggersi tutti oltre che nel primitivi significati di straccione/a, cencioso/a anche estensivamente in tutti quelli indicati: miserabile, spregevole, abietto, meschino, ed addirittura persona malvagia, priva di scrupoli, crudele, feroce,furba, scaltra, spietata, scellerata, empia, perversa, sadica, maligna proclive ad essere efferata, disumana, brutale;
i sinonimi che esamino sono:

arrobbagalline s.vo ed agg.vo m.le e f.le; voce spregiativa che vale straccione/a, cencioso/a povero, miserabile, straccione, pezzente,ma letteralmente chi ruba galline, chi ruba piccole cose, chi compie piccoli furti, per incapacità o paura (sinon. delle espressioni fig. mariuolo ‘e galline, ‘e pullaste(ladro di galline, di polli): chillo è n’arrobbagalline nun è stato cert’ isso a svaliggià ‘arefice (quello è un rubagalline, non è stato certo lui a svaligiare la gioielleria); semanticamente la voce a margine può accostarsi a spogliampiso per il fatto che ambedue le voci ci si riferisce a chi è cosí misero da accontentarsi di abiti lisi e rattoppati o di piccola, insignificante refurtiva; etimologicamente arrobbagalline è l’agglutinazione del s.vo f.le galline con la voce verbale arrobba:
galline s.vo f.le pl. di gallina tipico animale da cortile, femmina del gallo, piú piccola del maschio, con piumaggio meno vivacemente colorato, coda piú breve, cresta piccola o mancante, speroni e bargigli assenti; viene allevata per le uova e per le carni (ord. Galliformi); nell’immaginario comune è inteso animale stupido e di nessuna intelligenza e ciò forse perché – avendo testa piccola – si pensa che abbia poco cervello; etimologicamente il nome è dal lat. gallina(m), deriv. di gallus 'gallo';
arrobba voce verbale (3ª pers. sg. ind.pr.) dell’infinito arrubbà che vale il generico rubare, ma sarebbe fallace pensare che il verbo napoletano sia stato marcato sull’italiano rubare; in realtà il verbo partenopeo à un diverso etimo di quello italiano risultando essere un denominale di robba (roba)( lemma dal tedesco rauba =bottino,preda) attraverso un ad + robba = adrobba→arrubba→arrubbare/arrubbà= darsi al bottino, alla preda. petacciuso/osa s.vo ed agg.vo m.le o f.le
1 in primis straccione/a, cencioso/a, barbone/a
2 per ampliamento semantico individuo miserabile, spregevole, abietto, meschino;
etimologicamente è voce costruito addizionando al s.vo petaccia il con il suffisso lat. di pertinenza osus/osa→uso/osa (suffisso di aggettivi derivati dal latino o tratti da nomi, che indica presenza, caratteristica, qualità ecc.; il s.vo petaccia = cencio, brandello, straccio ed estensivamente abito di tessuto logoro; piú in generale con tutte le accezioni di straccio quale indumento logoro e dimesso, pezzo di tessuto logoro, riutilizzabile industrialmente per la fabbricazione di carta e tessuti o impiegato in usi domestici per pulire e spolverare, ma con valore accresciuto nel negativo: cchiú ca ‘nu straccio era ‘na petaccia!
quanto all’etimo, petaccia appare a taluno un derivato dello spagnolo pedazo= pezzo ma a mio avviso non è errato vedervi un derivato del lat. volg. *pettia(m), di origine celtica = pezza secondo il seguente percorso morfologico: pettia(m)→pet(ti)a(m) + il suff. dispregiativo aceus/a→accio/a; tuttavia qualcuno à anche ipotizzato un lat. volg. *pitacium accanto al classico pittacium/pittacia= cencio, brandello. C’è da scegliere, quantunque a me piaccia la derivazione dal lat. volg. *pettia(m).
sauzammàro/a s.vo ed agg.vo m.le o f.le 1 in primis salumaio grossolano, dozzinale,
2 produttore/trice girovago/a di salsa;
3 per ampliamento semantico sudicione/a, sbrindellone/a straccione/a, cencioso/a; si tratta comunque in tutte e tre le accezioni di voce dispregiativa e lo si ricava dalla presenza nel corpo della parola del suffisso collettivo/ dispregiativo amma/immo che continua con raddoppiamento espressivo della labiale il latino imen (cfr. zuzzimma, canimma, lutamma, sfaccimma etc.) unito con il suff. lat. di competenza arius→àro.
L’accostamento semantico tra il salumaio ordinario o il/la produttore/trice girovago/a di salsa e l’individuo sudicione/a, sbrindellone/a straccione/a etc. si coglie tenendo presente il fatto che sia il salumaio scadente che il/la produttore/trice girovago/a di salsa sono intesi individui poco attenti all’igiene,vestiti alla meno peggio con camici spesso luridi, sozzi, lercio, macchiati, individui incuranti di lordarsi di grasso o sugo.
sfelenza/o s.vo ed agg.vo m.le e f.le 1 in primis sbrindellone/a straccione/a,cencioso, poveraccio/a 2 per traslato e/o ampliamento semantico, riferito soprattutto a soggetti giovani individuo furbo ed intrapendente aduso a vivere (confidando sulla propria destrezza ed abilità fisica) di attività disoneste, di truffe,addirittura di rapine; briccone, furfante, mascalzone; per ciò che riguarda l’etimologia della voce a margine attestata sia come sfelenza che come sfelenzo indipendentemente del genere dell’individuo cui sia riferita, per ciò che riguarda l’etimologia non v’è identità di vedure e non manca chi si trincera dietro il solito irritante etimo ignoto.
Qualcuno ( G. Alessio) vi lesse cosí come per il calabrese sfilènziu/sfilènsu ed il salentino sfilènze/sfelènze, vi lesse il nome d’un non meglio identificato personaggio lat.: Fidentĭus; la cosa non convince perché se è vero che è normale nel napoletano un passaggio di dentale sonora a liquida (d→l), è ugualmente vero che non v’à traccia di un tal personaggio né nella storia, né nel teatro...; ugualmente m’appare poco convincente l’idea dell’amico Renato de Falco che vede in sfelenza/o un collegamento a sfilaccio (filaccio, filo sdrucito d’abiti lisi e/o a brandelli che son del cencioso, del poveraccio...): non mi convince perché, in tal modo la parola non è chiarita morfologicamente; transeat per lo sfel d’attacco che può richiamare il tema sfil di sfilaccio, ma la desinenza enza è un suffisso derivato dal lat. -entia(m), che unito a basi verbali forma sostantivi astratti (diffidenza, impotenza, partenza, scajenza etc. ),...nulla da spartire con il s.vo concreto in esame.Non resta che accettare l’idea di Ernesto Giammarco ( valente linguista abruzzese scomparso intorno al 1960) che lèsse in sfelenza/o un connubio tra sfila (dal tema di sfilà nel senso di sottrarre) e lenza (dal lat. lintea(m), f.le di linteus 'di lino'; propr. '(striscia) di lino')con evidente riferimento semantico al fatto che in origine la primitiva attività truffaldina dello sfelenza/o fu quella appunto di sottrarre (per poi rivenderli) abilmente gli attrezzi di lavoro dei poveri pescatori adusi a tenerli esposti palam ed incustoditi.
spetaccione/a s.vo ed agg.vo m.le o f.le
spellicchione/a s.vo ed agg.vo m.le o f.le
scauzacane s.vo ed agg.vo m.le e f.le
sdellenzato/a s.vo ed agg.vo m.le o f.le
sbrenzulato/a s.vo ed agg.vo m.le o f.le
sbrunzuluso/oa s.vo ed agg.vo m.le o f.le

E qui penso di poter far punto, convinto, se non di avere esaurito l’argomento, di averne détto a sufficenza, accontentato l’amica M.P. ed interessato qualcuno dei miei consueti ventiquattro lettori. Satis est.
raffaele bracale

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