S'È RROTTA 'A PAZZIELLA
Questa volta la cara amica T. M. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) mi chiede via e-mail di chiarirle significato e portata dell’espressione in epigrafe. L’accontento ed entro súbito in argomento dicendo che l’espressione
S'è rrotta 'a pazziella letteralmente vale si è rotto il trastullo ma in senso traslato ed esteso (che è poi quello piú seguíto nell’inteso comune) è da intendersi: la faccenda è d’improvviso precipitata, la situazione si è cosí tanto ex abrupto deteriorata, da non consentirne piú la prosecuzione e si riferisce chiaramente a a tutte quelle circostanze nelle quali uno si bei contento e soddisfatto e che invece improvvisamente si logorano irrimediabilmente, lasciandolo in un imprevisto stato di frustrazione.Rammento che proprio a sottolineare la repentinità del mutamento di situazione, l’espressione in epigrafe viene addizionata in posizione protetica delle locuzioni avverbiali bello e bbuono oppure all’intrasatta diventando bello e bbuono s'è rrotta 'a pazziella oppure all’intrasatta s'è rrotta 'a pazziella.
Esaminiamo le voci incontrate:
s’è rrotta = è stata infranta, si è rotta voce verbale 3ª p.sg. con valore impersonale del pass. pross. ind. dell’infinito rompere addizionata in posizione protetica del pronome se se = si pron. pers. rifl. m.le e f.le di terza pers. sg. e pl.
1 forma complementare atona del pron. pers. sé; si usa, in posizione sia enclitica sia proclitica, come compl. ogg. con i verbi riflessivi e con i verbi riflessivi reciproci: se veste cu ggusto; se ‘ncontrajeno tiempo fa; armatose ‘e ribbotta; aiutarse ll’uno cu ll’ato; vistosi scoperto; (si veste con gusto; si incontrarono tempo fa; armatosi di fucile; aiutarsi a vicenda;) ' come compl. di termine con i verbi riflessivi apparenti: s’è accattato ‘nu cappotto nuovo; se ‘nfilaje ‘a giacchetta; farse ‘na pusizziona(si è comprato un cappotto nuovo; si infilò la giacca; farsi una posizione) | nella coniugazione dei verbi intransitivi pronominali: se pentette amaramente;s’accurgette ‘e avé sbagliato; (si pentí amaramente; si accorse di aver sbagliato;) vergognarse, scurdarse ‘e di quaccosa; s’ allamenta ‘e tutto; riferennose a quanto aveva ditto (vergognarsi, dimenticarsi di qualcosa; si lamenta di tutto; riferendosi a quanto aveva detto) |
2 unito a un verbo di terza pers. sing. dà a esso valore impers.; se si accompagna ad altro pron. atono, lo segue: se dice, se raccumanna ca; ê vvote nun se sape chello ca se dice; se parte tra poco; nun ce se capisce niente; me s’addimanna troppo (si dice, si raccomanda che; talvolta non si sa ciò che si dice; si parte tra poco; non ci si capisce nulla; mi si chiede troppo) | nell'uso ant., a inizio di periodo, sempre in posizione enclitica: vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole
3 unito a un verbo transitivo attivo di terza pers. sg. o pl., gli conferisce valore passivo (è il cosiddetto si passivante ed è il caso che ci occupa):’a mostra s’ è ‘ncignata ô mese passato; se vennono quatre; (la mostra si è inaugurata il mese scorso; si vendono quadri;)
4 con valore intensivo e/o con sfumatura affettiva: s’è magnato ‘nu pullasto sano! Se facesse ‘e ccorna soje!(si è mangiato un pollo intero!; si faccia gli affari suoi!)
rompere = fare a pezzi, mandare in frantumi, vanificare, spezzare, interrompere i rapporti con qualcuno. voce dal lat. rumpere
pazziella s.vo f.le giocattolo, trastullo, balocco, ma anche scherzo,cosa facile da farsi; voce deverbale di pazzià (dal greco paízo).
bbello e bbuono
Locuzione avverbiale formata dall’unione di due aggettivi di grado positivo:bello = bello (dal lat. bellu(m) 'carino', in origine dim. di bonum 'buono' attraverso il percorso bonum→bonulum→bo(nu)lu(m)→bolu(m)→bollu(m)→bellu(m)) e bbuono = buono (dal lat. bŏnu(m)); ad litteram: Bello e buono id est: all’improvviso, d’un tratto, inopinatamente quasi sottointendendo che l’avvenimento di cui si tratta sia peggiorativo rispetto a quello (bello e buono) cui à fatto sèguito o in cui si è insinuato; quasi uno dicesse: la situazione era propizia e d’un tratto è mutata in peggio; per meglio intendere la locuzione vedi il successivo â’ntrasatta - che, come significato, è di portata simile.
 ‘ntrasatta
ad litteram: all’improvviso detto di cose che accadono inaspettatamente, senza che nulla le lasci prevedere, nel bel mezzo di altri avvenimenti proprio secondo la traduzione ad litteram del latino: intra res actas→(i)ntra(re)s acta(s)→’ntrasatta da cui scatuisce la locuzione a margine.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amica T.M. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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