martedì 13 settembre 2011

S'È RROTTA 'A PAZZIELLA

S'È RROTTA 'A PAZZIELLA

Questa volta la cara amica T. M. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) mi chiede via e-mail di chiarirle significato e portata dell’espressione in epigrafe. L’accontento ed entro súbito in argomento dicendo che l’espressione
S'è rrotta 'a pazziella letteralmente vale si è rotto il trastullo ma in senso traslato ed esteso (che è poi quello piú seguíto nell’inteso comune) è da intendersi: la faccenda è d’improvviso precipitata, la situazione si è cosí tanto ex abrupto deteriorata, da non consentirne piú la prosecuzione e si riferisce chiaramente a a tutte quelle circostanze nelle quali uno si bei contento e soddisfatto e che invece improvvisamente si logorano irrimediabilmente, lasciandolo in un imprevisto stato di frustrazione.Rammento che proprio a sottolineare la repentinità del mutamento di situazione, l’espressione in epigrafe viene addizionata in posizione protetica delle locuzioni avverbiali bello e bbuono oppure all’intrasatta diventando bello e bbuono s'è rrotta 'a pazziella oppure all’intrasatta s'è rrotta 'a pazziella.
Esaminiamo le voci incontrate:
s’è rrotta = è stata infranta, si è rotta voce verbale 3ª p.sg. con valore impersonale del pass. pross. ind. dell’infinito rompere addizionata in posizione protetica del pronome se se = si pron. pers. rifl. m.le e f.le di terza pers. sg. e pl.
1 forma complementare atona del pron. pers. sé; si usa, in posizione sia enclitica sia proclitica, come compl. ogg. con i verbi riflessivi e con i verbi riflessivi reciproci: se veste cu ggusto; se ‘ncontrajeno tiempo fa; armatose ‘e ribbotta; aiutarse ll’uno cu ll’ato; vistosi scoperto; (si veste con gusto; si incontrarono tempo fa; armatosi di fucile; aiutarsi a vicenda;) ' come compl. di termine con i verbi riflessivi apparenti: s’è accattato ‘nu cappotto nuovo; se ‘nfilaje ‘a giacchetta; farse ‘na pusizziona(si è comprato un cappotto nuovo; si infilò la giacca; farsi una posizione) | nella coniugazione dei verbi intransitivi pronominali: se pentette amaramente;s’accurgette ‘e avé sbagliato; (si pentí amaramente; si accorse di aver sbagliato;) vergognarse, scurdarse ‘e di quaccosa; s’ allamenta ‘e tutto; riferennose a quanto aveva ditto (vergognarsi, dimenticarsi di qualcosa; si lamenta di tutto; riferendosi a quanto aveva detto) |
2 unito a un verbo di terza pers. sing. dà a esso valore impers.; se si accompagna ad altro pron. atono, lo segue: se dice, se raccumanna ca; ê vvote nun se sape chello ca se dice; se parte tra poco; nun ce se capisce niente; me s’addimanna troppo (si dice, si raccomanda che; talvolta non si sa ciò che si dice; si parte tra poco; non ci si capisce nulla; mi si chiede troppo) | nell'uso ant., a inizio di periodo, sempre in posizione enclitica: vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole
3 unito a un verbo transitivo attivo di terza pers. sg. o pl., gli conferisce valore passivo (è il cosiddetto si passivante ed è il caso che ci occupa):’a mostra s’ è ‘ncignata ô mese passato; se vennono quatre; (la mostra si è inaugurata il mese scorso; si vendono quadri;)
4 con valore intensivo e/o con sfumatura affettiva: s’è magnato ‘nu pullasto sano! Se facesse ‘e ccorna soje!(si è mangiato un pollo intero!; si faccia gli affari suoi!)
rompere = fare a pezzi, mandare in frantumi, vanificare, spezzare, interrompere i rapporti con qualcuno. voce dal lat. rumpere
pazziella s.vo f.le giocattolo, trastullo, balocco, ma anche scherzo,cosa facile da farsi; voce deverbale di pazzià (dal greco paízo).
bbello e bbuono
Locuzione avverbiale formata dall’unione di due aggettivi di grado positivo:bello = bello (dal lat. bellu(m) 'carino', in origine dim. di bonum 'buono' attraverso il percorso bonum→bonulum→bo(nu)lu(m)→bolu(m)→bollu(m)→bellu(m)) e bbuono = buono (dal lat. bŏnu(m)); ad litteram: Bello e buono id est: all’improvviso, d’un tratto, inopinatamente quasi sottointendendo che l’avvenimento di cui si tratta sia peggiorativo rispetto a quello (bello e buono) cui à fatto sèguito o in cui si è insinuato; quasi uno dicesse: la situazione era propizia e d’un tratto è mutata in peggio; per meglio intendere la locuzione vedi il successivo â’ntrasatta - che, come significato, è di portata simile.
 ‘ntrasatta
ad litteram: all’improvviso detto di cose che accadono inaspettatamente, senza che nulla le lasci prevedere, nel bel mezzo di altri avvenimenti proprio secondo la traduzione ad litteram del latino: intra res actas→(i)ntra(re)s acta(s)→’ntrasatta da cui scatuisce la locuzione a margine.

E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amica T.M. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale

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