venerdì 24 febbraio 2012

JIRSENE A LL’ARIA ‘E CARDONE

JIRSENE A LL’ARIA ‘E CARDONE

Anche questa volta faccio sèguito ad un quesito rivoltomi dall’amico A.M. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche) occupandomi dell’espressione in epigrafe,còlta sulle labbra di qualche napoletano che benché d’età avanzata si mostra poco ferrato sulle locuzioni antiche.



Comincio con il dire che in effetti l’esatta espressione di cui mi si chiede fu “Se nn’è gghiuto ô llario ‘e ccardone” espressione che poi il popolino corruppe in“Se nn’è gghiuto a ll’aria ‘e Cardone”; ovviamente la corruzione non rese giustizia all’originario significato dell’ espressione che tradotta ad litteram valeva: se ne ne è andato al largo delle cardoni e cioè è morto e sepolto; essa espressione faceva riferimento al fatto che il cimitero delle 366 fòsse, il piú antico e popolato camposanto napoletano, era sorto su di un terreno agricolo in origine coltivato a carciofi e cardi (in napoletano le onnicomprensive ‘e ccardone),donde ‘o llario ‘e ccardone; come è chiaro la voce Cardone non indicava una località dall’aria salubre..., ma semplicemente i gustosi carciofi e cardi.
llario s.vo m.le = 1)spazio, area, superficie, distesa, estensione
2)terreno (agricolo) esteso; voce dal lat. volg. larju(m) per il class. largu(m).
ccardone s.vo m.le = voce di àmbito contadino usata per indicare onnicomprensivamente i cardi ed i carciofi; voce marcata (ma addizionata del suffisso accrescitivo one) sul lat. tardo cardu(m), per il class. carduus.
Non mi pare ci sia altro da aggiungere per cui mi fermo qui, sperando d’avere accontentato l’amico A.M. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e chi forte dovesse imbattersi in questa paginetta. Satis est.
Raffaele Bracale

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