mercoledì 11 luglio 2012

VARIE 1923

1.TENÉ 'A SÀRACA DINT' Â SACCA Letteralmente: tenere la salacca in tasca. Id est: mostrarsi impaziente e frettoloso alla stregua di chi abbia in tasca una maleodorante salacca (aringa)e sia impaziente di raggiungere un luogo dove possa liberarsi della scomoda compagna. 2.NUN TENÉ VOCE 'NCAPITULO. Letteralmente: non aver voce nel capitolo. Il capitolo della locuzione è il consesso capitolare dei canonaci della Cattedrale; solo ad alcuni di essi era riservato il diritto di voto e di intervento in una discussione. La locuzione sta a significare che colui a cui è rivolta l'espressione non à né l'autorità, né la capacità di esprimere pareri o farli valere, non contando nulla. 3.NUN TENÉ PILE 'NFACCIA E SFOTTERE Ô BARBIERE Non aver peli in volto e infastidire il barbiere - Cioè: esser presuntuosi al punto che pur mancando degli elementi essenziali per fare alcunchè ci si erga ad ipercritico e spaccone, ottenendo quale risultato del proprio agire solo quello di infastidire e tediare il prossimo. 4.TENÉ 'E RRECCHIE PE FINIMENTO 'E CAPA. Aver le orecchie quale guarnizione del capo. Détto per dileggio di chi sia tanto sordo da non udire alcunché. 5. TENÉ STAMPATO ‘NCUORPO nell’espressione: Te tengo stampato ‘ncuorpo! Letteralmente Avere stampato nel corpo, nell’espressione: Ti porto stampato nel corpo! Détto iperbolicamente di cosa o piú spesso persona conosciuta quasi alla perfezione come se la cosa o persona di cui si parla fósse stata ricavata per calco sul/nel corpo di colui sulla cui bocca si coglie l’espressione in esame.Altrove per esprimere ad un dipresso il medesimo concetto s’usa affermare sempre per iperbole: Te saccio pile pile che ad litteram è: Ti conosco pelo per pelo; id est: Di te non mi è ignoto nulla, mi sei ben noto, conosco perfino il numero dei tuoi peli e non mi potrai sorprendere mai.Ancóra alibi sempre per esprimere ad un dipresso il medesimo concetto, ma in senso positivo s’usa dire: Te saccio comme a sette denaro appaiando alla piú importante,rilevante ed appetita carta del giuoco della scopa, un individuo che goda, nel bene, di vasta, significativa notorietà. Ed infine sempre per esprimere ad un dipresso il medesimo concetto, ma questa volta in senso negativo s’usa dire: Sî ccarta canusciuta che ad litteram è:Sei una carta ben nota, carta conosciuta; id est: Godi di pessima fama,ma non mi sorprenderai, sei facilmente riconoscibile, ogni tua azione è sempre ravvisabile, come lo è la carta segnata da un baro. 6.TENÉ 'A CORA ‘E PAGLIA. Ad litteram: avere la coda di paglia. Lo si dice di chi, conscio di proprie manchevolezze, non avendo la coscienza pulita, si allarmi alla prima allusione sfavorevole, discolpandosi senza essere stato accusato apertamente, reagendo in maniera eccessiva a critiche o osservazioni anche larvate, nel timore che una sua ipotizzata, celata coda di paglia prenda fuoco. L’espressione nata in àmbito contadino à un’origine fiabesca. Si narra infatti che una giovane volpe era cascata disgraziatamente in una tagliola; riuscì a fuggire ma gran parte della coda le rimase nella tagliola. La poveretta si vergognava di farsi vedere con quel brutto mozzicone. Gli animali che la conoscevano ne ebbero pietà e le costruirono una coda di paglia. Tutti mantennero il segreto tranne un galletto che disse la cosa in confidenza a qualcuno e, di confidenza in confidenza, la cosa fu saputa dai padroni dei pollai, i quali accesero un po' di fuoco davanti ad ogni stia. La volpe, per paura di bruciarsi la coda, da quel momento evitò di avvicinarsi alle stie.E come la volpe si dice si comporti chi avendo qualcosa da nascondere,eluda la compagnia del prossimo e se ne tenga fuori mostrandosi di sentirsi sempre chiamato in causa anche per rispondere di fatti o accadimenti di cui non sia accusato apertamente,sempre nel timore che venga palesato il suo celato difetto (coda di paglia).Di analoga portata e significato è l’espressione che segue: 7. TENÉ ‘O MARIUOLO ‘NCUORPO Ad litteram: Avere il ladro (la magagna) nel corpo; id est: portare celata dentro di sé una propria colpa nel timore che appalesandola si possa essere ingiustamente accusato di manchevolezze analoghe. brak

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