venerdì 14 settembre 2012

NOTTOLINO – ZÉCCOLA – NATICCHIA E DINTORNI

NOTTOLINO – ZÉCCOLA – NATICCHIA E DINTORNI Il caro amico D.C. (di cui per i consueti problemi di privatezza indico le sole iniziali) mi à chiesto notizie dei termini in epigrafe. L’accontento súbito ricordando che tutti i dispositivi di legno, di ferro o di altri materiali (plastica dura etc.) variamente sagomati, imperniati al centro, usati per chiudere usci, imposte, sportelli e sim. ed anche i listelli di legno duro per tenere tesa la corda di una sega a telaio si identificano in italiano con la voce nottolino voce derivata, quale diminutivo maschile (e forse per la forma dell’oggetto) dal sost. nottola che è( con etimo dal tardo lat. noctula(m), per il class. noctua; cfr. nottua) il nome comune del piú grande pipistrello europeo, caratterizzato dal pelame rossiccio, con ali e orecchie nere. Il medesimo dispositivo ed anche il listello suddetto si rendono con termini simili in molti dei dialetti centro- meridionali (con esclusione – come vedremo - della parlata napoletana) quali il laziale ed il marchigiano (dove si à naticchia/naticcia) , il calabrese (naticcia), il siculo (naticcia) e tutti derivano (sempre per una questione di forma) dal basso lat. anatricula→(a)nat(r)icla→naticchia→naticcia= anatroccolo, anitrino di cui la naticchia ripete la forma del becco. La parlata napoletana non à accolto, come ò detto,(ma ne ignoro il motivo) la voce naticchia o suoi derivati ed escludendo somiglianze di forma usa una sua voce affatto originaria per indicare in principio solo il dispositivo di legno,e successivamente anche quello di ferro o di altri materiali (plastica dura etc.) variamente sagomato (ma il piú delle volte di semplice forma rettangolare sfettato alle estremità e bucato al centro per accogliere la vite che fa da perno) girevole su un perno, usato per chiudere usci, imposte, sportelli e sim. ed anche il listello di legno duro per tenere tesa la corda della sega a telaio; usa, dicevo,una voce originaria e cioè la voce zéccola voce che secondo la piú seguíta corrente di pensiero deriverebbe da zecca ( che à come etimo il longob. zekka (ted. mod. Zecke) ) nella pretesa idea che, una volta chiusa, la suddetta zéccola alloggiandola nel supporto ad U presente sullo stipite, essa aderirebbe cosí saldamente al supporto da assomigliare ad una zecca cioè a quel piccolo parassita cutaneo di molti vertebrati terrestri, dei quali, aderendo saldamente alla cute, succhia il sangue;parassita che à corpo piatto ed ovale con otto zampe e dorso coperto da un robusto scudo; quest’idea non mi convince e reputo che semanticamente non sia molto perseguibile; a mio avviso reputo piú prossima alla verità l’idea che la voce zéccola possa essere e sia un derivato dell’arabo sikka= conio(la stessa voce che à dato l’italiano zecca cioè l’istituzione, per lo piú pubblica, cui è affidata la coniazione di monete metalliche (nonché medaglie, sigilli, timbri, punzoni dello stato etc. ) ); partendo da sikka e con l’addizione di un suffisso diminutivo lat. ola morfologicamente si giunge a sikkola→zéccola=stecco coniato (se di ferro) o sagomato (se di legno) adatto a far da serramento. A margine rammenterò che l’idioma napoletano à anche la voce zíccolo/zéccolo, che però – contrariamente a quanto potrebbe apparire -non è il maschile di zéccola, ma è voce del tutto diversa, di significato ed etimo affatto diversi. Lo zíccolo infatti non è un nottolino o un dispositivo di chiusura; è semplicimente nella sua prima accezione un piccolo residuo di compattata polvere lanuginosa che talvolta (specialmente nelle giornate umide) si forma al di sotto della suola di babucce, pianelle o pantofole di feltro e/o lana e staccatosi invade i pavimenti;quale s.vo m.le vale anche piccolobatuffolo, fiocco di lana o cotone ammassato e/o raggrumato e/o non sufficientemente pettinato o allargato:(cfr. l’espressione: lana tutta zíccule che è quella che imbottisce i materassi quando non sia opportunamente sottoposta a sufficiente cardatura ( azione di pettinare e/o parallelizzare al fine di rendere morbide, soffici ed elastiche le fibre tessili in fiocco, naturali (p. e. lana, cotone, canapa) o artificiali (p. e. raion),operazione fatta con la carda o con lo scardasso manuale (attrezzo a forma di cavalletto in cui due serie di punte d'acciaio (una delle quali rende irto un piano fisso, mentre l’altra è montata su una parte mobile azionata a mano) provvedono alla sfioccatura delle fibre tessili 2 elemento fondamentale della carda, costituito da una serie di aghi d'acciaio ricurvi.). la voce zícculo etimologicamente piú che derivare dallo spagnolo chico addizionato del suff. olo secondo elemento che continua il lat. olus che unito ad aggettivi o sostantivi forma alterati con valore diminutivo o vezzeggiativo (bestiola), oppure stabilisce una relazione, una provenienza (campagnuolo), a mio parere deve farsi risalire ad un lat. regionale *cicculu(m)← ciccu(m) + olu(m)= pezzetto, briciolo; ciccu(m)→cic(c)u(m) diede anche zico che vale poco, nonnulla. M’auguro cosí d’aver accontento l’amico D.C. e d’avere interessato qualche altro dei miei 24 lettori. Satis est. Raffaele Bracale

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