martedì 5 novembre 2013

SAMENTA & DINTORNI.

SAMENTA & DINTORNI. Questa volta mi si perdonerà se mi soffermo ad illustrare un sostantivo tipicamente napoletano usato spessissimo, (come di qui a poco illustrerò), per sostanziare un’offesa bruciante rivolta indifferentemente, in modo becero e volgare, ad uomo o donna ritenuti persone da poco e di spregevole considerazione e ciò o per loro connaturati pessimi indole o costumi e/o cattiveria se non malvagità di comportamento. È questo un vocabolo invariabile che è usato senza mutazione di desinenza, ma solo con cambio d’articolo (‘nu – ‘na) sia per il maschile: ‘nu samenta, che per il femminile: ‘na samenta. Comincio súbito col dire che da taluni,(forse poco versati nella parlata madre partenopea), si usano in luogo della voce in esame, epperò erroneamente, con i medesimi significati, i termini sammenta o semmenta che però come significato primo ànno quello di semenza, seme dal lat.: semente(m)/samente(m) collegato a semen/tis la cui parvità potrebbe avere semanticamente ingenerato l’errore di collegamento alla pochezza caratteriale degli individui bollati con la voce in epigrafe. Torniamo dunque a samenta che, come significato primo, à cloaca, dótto fognario ed estensivamente cesso e tali son catalogati, per traslato offensivo gli uomini e le donne cosí come indicati dianzi. Rammenterò che spesso il vocabolo in epigrafe, usato quale dura offesa è addizionato di un pleonastico, ma suggestivo, icastico specificativo diventando: ‘nu o ‘na samenta ‘e mmerda! E passiamo all’etimo di samenta sfuggendo súbito alla tentazione del cennato samente(m) latino, (tentazione cui per altro non ànno resistito parecchi, anche dotti studiosi del napoletano) ed abbracciando invece l’idea che samenta si possa ragionevolmente collegare al nome dell’isola greca di Samo quella famosa per la gran produzione di manufatti (vasi,stoviglie etc.) in terracotta, produzione tanto vasta, per cui - per indicare un’azione inutile ed inconferente - s’usò in passato dire:Portare vasi a Samo. Per comprendere il perché della mia scelta, occorre tener presente che olim gli invasi delle cloache,i dótti fognarii e manufatti similari non erano di piombo, ma erano fabbricati in terracotta alla maniera dei manufatti samensi.Dal samens ed il suo derivativo samentum/samenta latini con cui si indicavano i prodotti in Samo al napoletano samenta il passo è breve, come è breve il passaggio dal dótto fognario, dal cesso al carattere escrementizio di talune donne e/o uomini, che altrove, ma con medesima valenza dispregiativa sono detti chiaveca che come l’esaminata samenta, indica in napoletano il condotto collettore delle acque scure, quel collettore che convoglia ed indirizza al mare, assieme ad altri rifiuti, ogni esito fisiologico; etimologicamente la parola chiaveca è da un basso latino clàvaca→clàuca per il classico cloàca. Raffaele Bracale

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