martedì 11 febbraio 2014
DISTRATTO
DISTRATTO
Anche questa volta faccio sèguito ad un quesito rivoltomi dall’amico N.C. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche)che mi à chiesto di chiarire quante e quali siano le voci del napoletano che rendono quella dell’epigrafe.Contento la sua curiosità e quella eventuale di qualche altro lettore cominciando con il precisare che nella lingua nazionale con il termine distratto/a agg.vo e s.vo m.le o f.le ci si riferisce genericamente a persona che non presta attenzione a ciò che le succede o succede intorno a sé, il tutto senza far riferimento a quali siano i motivi o le ragioni che determinano in essa persona la deconcentrazione e/o mancanza di attenzione; la voce in esame etimologicamente risulta essere il part. pass. del verbo di strarre [dal lat. distrahĕre, propr. "tirare qua e là"].
Piú preciso e puntuale e circostanziato dell’italiano,il napoletano contempla numerose voci per rendere quella generica dell’epigrafe. Esse con piú esattezza tengono riguardo a gli eventuali motivi che determinano la disattenzione o fanno riferimento al tipo di sbadataggine o svagatezza; e sono:
affuscato/a, agg.vo m.le o f.le
1reso contenutamente fosco/a,quasi oscurato/a, privato/a della lucentezza o della trasparenza e dunque abbebbiato/a, reso/a confuso/a e privato/a del discernimento chiaro per stupore o per spavento;
; anche nella forma intr. pron. farse, addeventà affuscato (farsi, diventare fosco): ‘o cielo s’è affuscato; ll’aria se sta affuscanno(il cielo si è offuscato; l’aria si sta offuscando.)2 sbalordito/a, senza parole, per qualche moderata impressione che colpisca l’animo;
etimologicamente la voce è il part. pass. di affuscà← dal lat. tardo *affuscare←ab-fuscare collaterale di offuscare, deriv. di fuscus 'fosco, scuro,confuso';
allascato/a agg.vo m.le o f.le 1 in primis allentato, alleggerito, allargato, sciolto, slacciato; 2 per traslato come nel caso che ci occupa détto di chi, sentendosi privo dei freni dell’attenzione si abbandona volontariamente alla deconcentrazione; etimologicamente la voce è il part. pass. di allascà denominale del lat. laxus = disteso, rilasciato per il tramite di un *ad+laxicare→allaxicare→allascare con sincope della “i” atona. Talora la voce in esame è addizionata con la specificazione dint’ê chirchie d’’e ccerevelle (nei cerchi del cervello [inteso iperbolicamente come una botticella che se si allenta nei cerchi che reggono le doghe corre il rischio di perdere il liquido contenuto e nella fattispecie del discernimento non consenta di tener ritenute le cose poste all’attenzione]).
arrassato/a agg.vo m.le o f.le1 in primis allontanato, scostato/a, scansato/a, schivato/a, sfuggito; 2 per traslato come nel caso che ci occupa détto di chi risulti volontariamente sfuggito ai vincoli dell’attenzione; etimologicamente la voce è il part. pass. di arrassà denominale del’ arabo arrah.
frasturnato/a agg.vo m.le o f.le1 in primis inebetito, intontito, stordito;2 per ampl. sem. come nel caso che ci occupa détto di chi risulti confuso, disorientato dall’eccessivo vociare e/o dalla caoticità delle situazioni in cui si trovi coinvolto al segno di dare l’impressione di volersene disinteressare chiamandosene fuori; etimologicamente la voce è il part. pass. di frasturnà che è un rifacimento dello sp. trastornar "mettere sossopra". sbiato/a agg.vo m.le o f.le in primis sviato,deviato, dirottato; 2 per ampl. sem. come nel caso che ci occupa détto di chi risulti distolto nella propria attenzione da improvvisi accadimenti inattesi e fuorvianti; etimologicamente la voce è il part. pass. di sbià che è denominale di via→bia con il prefisso di una S distrattiva.
sbariato/a agg.vo m.le o f.le in primis inebetito,stordito, farneticante; 2 per ampl. sem. come nel caso che ci occupa détto di chi, per inconfessati e non accertabili motivi, vaneggi rivolgendo la propria attenzione a qualcosa che esula dall’azione in cui dovrebbe impegnarsi; etimologicamente la voce è il part. pass. di sbarià che è dal lat. variare, der. di varius «vario» con il prefisso di una S durativa/intensiva; normale anche qui il passaggio sv→sb (cfr. sbacantà←svacante).
sturduto/a, agg.vo m.le o f.le in primis molto sbalordito, intontito, frastornato; 2 per ampl. sem. come nel caso che ci occupa détto di chi sia quasi privo di sensi, tramortito e pertanto non possa porre attenzione a ciò che dice o fa; etimologicamente part. pass. del verbo sturdí=stordire, frastornare, intontire; sturdí è un deriv. di tordo, nel senso fig. di 'uomo semplice, balordo', col pref.intensivo s-;
stuóteco/stòteca, agg.vo e s. m.le o f.le voce usata per indicare in primis il distratto congenito,lo/a stolto/a,il/la rimbambito/a, 2 per ampl. sem. come nel caso che ci occupa détto di chi sia distratto/a o stordito/a inveterati e di natura; 3 per ampliamento semantico l’ignorante, l’idiota, il/la rozzo/a;
voce che etimologicamente è da un incrocio delle voci latine stu(ltum) + (idio)ticu(m) dalle stesse voci latine addizionate del suffisso verbale ato/ata e nei medesimi significati abbiamo anche stutecato/stutecata;
stunato/a, agg.vo m.le o f.le chi è messo o si trova in uno stato di grande apprensione e di turbamento per gravi motivi al segno di apparire turbato, sconcertato, confuso, distratto; 1in primis la voce a margine s’addice a persona che stona, che è poco intonata; di strumento, che è male accordato, che non à l'intonazione giusta; di nota, che è eseguita fuori tono; (fig.) di una cosa non opportuna, fuori luogo 2 (fig.e come nel caso che ci occupa ) che non si armonizza col resto; etimologicamente part. pass. del verbo stunà= stonare, poi stordire, frastornare, intontire; stunà nell’accezione che ci occupa è per influsso dal fr. étonner 'stupire', dal lat. volg. *extonare : l’ ex à dato il pref.intensivo s-;
stupetiato/a, agg.vo m.le o f.le istupidito, intensamente turbato intontito, stordito da accadimenti piú importanti dell’atteso che lo distraggono; etimologicamente part. pass. del verbo stupetià= istupidire, poi stordire, frastornare, intontire stupetià è un adattamento dal lat.volg.*stupitare collaterale del class.stupíre;
Non mi pare ci sia altro da aggiungere per cui mi fermo qui, sperando d’avere accontentato l’amico N.C. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e chi forte dovesse imbattersi in queste paginette. Satis est.
Raffaele Bracale
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