domenica 2 febbraio 2014
VARIE 2848
1.Fà acqua 'a pippa.
Letteralmente:La pipa versa acqua. Id est: la miseria è grande. la locuzione è usata a commento del grave stadio di indigenza di qualcuno.. La pipa in questione non è l'attrezzo per fumare, bensí la botticella spagnola oblunga chiamata pipa nella quale si usa conservare vino o liquore,qualora invece versasse acqua ivi contenuta indicherebbe che il prprietario è in uno stato di cosí grave miseria da non poter conservare né vino, né liquore, ma solo acqua...
2.Sant'Antuono, sant' Antuono teccote 'o viecchio e damme 'o nuovo e dammillo forte forte, comme 'a varra 'e areto a' porta...
Sant' Antonio, sant' Antonio eccoti il vecchio e dammi il nuovo, e dammelo forte, forte come la stanga di dietro la porta. La filastrocca veniva recitata dai bambini alla caduta di un dente, anche se non si capisce perché si invochi sant' Antonio, che poi non è il santo da Padova, ma è il santo anacoreta egizio.
3.Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!
Letteralmente: Facessi un bucato e spuntasse il sole!Id est: avessi un po' di fortuna...La frase viene profferita con amarezza da chi veda il proprio agire vanificato o per concomitanti contrari avvenimenti o per una imprecisata sfortuna che ponga il bastone tra le ruote, come avverrebbe nel caso ci si sia dedicati a fare il bucato e al momento di sciorinarlo ci si trovi a doversi adattare ad una giornata umida e senza sole ,cosa che impedisce l'ascigatura dei panni lavati. 'a culata è appunto il bucato ed è detto colata per indicare il momento della colatura ossia del versamento sui panni, sistemanti in un grosso capace contenitore,dell'acqua bollente fatta colare sui panni attraverso un telo sul quale , temporibus illis, era sistemata la cenere ricca di per sé di soda(in sostituzione di chimici detergenti), e pezzi di arbusti profumati(per conferire al bucato un buon odore di pulito)...
4.Carta vène e giucatore s'avanta...
La sorte lo soccorre fornendoglii carte buone che gli permettono di vincere, ed il giocatore se ne vanta, come se il merito della vittoria fosse da attribuire alla sua abilità e non alla fortuna di aver avuto un buon corredo di carte vincenti. La locuzione è usata per commentare l'eccessiva autoesaltazione di taluni che voglion far credere di essere esperti e capaci, laddove son solo fortunati!
5.'A femmena è 'nu vrasiere, ca s'ausa sulo a' sera.
La donna è un braciere che si usa solo di sera. Locuzione violentemente antifemminista che riduce la donna ad un dispensatore di calore da usare però parsimoniosamente solo a sera, nel letto
6.Ammore, tosse e rogna nun se ponno annasconnere.
Amore, tosse e scabbia non si posson celare:ànno manifestazioni troppo palesi.
7.Parono 'o serveziale e 'o pignatiello.
Sembrano il clistere e il pentolino. La locuzione viene usata per indicare due persone che difficilmente si separano, come accadeva un tempo quando i barbieri che erano un po' anche cerusici,chiamati per praticare un clistere si presentavano recando in mano l'ampolla di vetro atta alla bisogna ed un pentolino per riscaldarvi l'acqua occorrente...
8.Quanno chiovono passe e ficusecche.
Letteralmente: quando piovono uva passita e fichi secchi - Id est: mai. La locuzione viene usata quando si voglia sottolineare l'impossibilità di un accadimento che si pensa possa avverarsi solo quando dal cielo piovano leccornie, cosa che avvenne una sola volta quando il popolo ebraico ricevette il dono celeste della manna...
9.Chi ato nun tène, se cocca cu 'a mugliera...
Chi non à altre occasioni, si accontenta di sua moglie, id est:far di necessità virtú.
10.Nun sputà 'ncielo ca 'nfaccia te torna!
Non sputare verso il cielo, perché ti ricadrebbe in volto! Id est: le azioni malevole fatte contro la divinità, ti si ritorcono contro.
11.Chijarsela a libbretta.
Letteralmente:piegarsela a libretto. E' il modo piú comodo dper consumare una pizza, quando non si può farlo comodamente seduti al tavolo e si è costretti a farlo in piedi. Si procede alla piegatura in quattro parti della pietanza circolare che assume quasi la forma di un piccolo libro e si può mangiarla riducendo al minimo il pericolo di imbrattarsi di condimento. Id est: obtorto collo, per necessità far buon viso a cattivo gioco.
12.Vennere 'a scafarea pe sicchietiello.
Letteralmente:Vendere una grossa insalatiera presentandola come un secchiello.Figuratamente,la locuzione la si adopera nei confronti di chi decanta la nettezza dei costumi di una donna, notoriamente invece è stata conosciuta biblicamente da parecchi.
13.S'è arreccuto Cristo cu 'nu paternostro.
Illudersi di cavarsela con poca fatica e piccolo impegno, come chi volesse ingraziarsi Iddio e trarlo dalla propria parte con la semplice recita di un solo pater.
14.'E sàbbato, 'e súbbeto e senza prevete!
Di sabato, di colpo e senza prete! E' il malevolo augurio che si lancia all'indirizzo di qualcuno cui si augura di morire in un giorno prefestivo, cosa che impedisce la sepoltura il giorno successivo, di morire di colpo senza poter porvi riparo e di non poter godere nemmeno del conforto religioso
15.A ppesielle ne parlammo.
Letteralmente: Parliamone al tempo dei piselli -(quando cioè avremo incassato i proventi della raccolta e potremo permetterci nuove spese...) Id est: Rimandiamo tutto a tempi migliori.
16.Jí cercanno ova 'e lupo e piettene 'e quinnice.
Letteralmente:Andare alla ricerca di uova di lupo e pettini da quindici (denti). Id est: andare alla ricerca di cose introvabili o impossibili; nulla quaestio per le uova di lupo che è un mammifero per ciò che concerne i pettini bisogna sapere che un tempo i piú conosciuti nel popolo erano i pettini dei cardalana e tali attrezzi non contavano mai piú di tredici denti...
17.Chi tène mali ccerevelle, tène bboni ccosce...
Chi à cattivo cervello, deve avere buone gambe, per sopperire con il moto alle dimenticanze o agli sbagli conseguenti del proprio cattivo intendere.
18.Mettere 'o ppepe 'nculo a' zòccola.
Letteralmente:introdurre pepe nel deretano di un ratto. Figuratamente: Istigare,sobillare, metter l'uno contro l'altro. Quando ancora si navigava, capitava che sui bastimenti mercantili, assieme alle merci solcassero i mari grossi topi, che facevano gran danno. I marinai, per liberare la nave da tali ospiti indesiderati, avevano escogitato un sistema strano, ma efficace: catturati un paio di esemplari, introducevano un pugnetto di pepe nero nell'ano delle bestie, poi le liberavano. Esse, quasi impazzite dal bruciore che avvertivano si avventavano in una cruenta lotta con le loro simili. Al termine dello scontro, ai marinai non restava altro da fare che raccogliere le vittime e buttarle a mare, assottigliando cosí il numero degli ospiti indesiderati. L'espressione viene usata con senso di disappunto per sottolineare lo scorretto comportamento di chi, in luogo di metter pace in una disputa, gode ad attizzare il fuoco della discussione...
19.Pure 'e pulice tenono 'a tosse...
Anche le pulci tossiscono - Id est: anche le persone insignificanti tossiscono, ossia voglione esprimere il proprio parere.
20.Dice bbuono 'o ditto 'e vascio quanno parla della donna: una bbona ce ne steva e 'a facettero Madonna...
Ben dice il detto terrestre allorché parla della donna: ce n'era una sola che era buona ma la fecero Madonna... Id est: La donna è un essere inaffidabile - La quartina, violentemente misogina è tratta dal poemetto 'MPARAVISO del grande poeta Ferdinando Russo
21.Dicere 'a messa cu 'o tezzone.
Celebrare la messa con un tizzone ardente(in mancanza di ceri...)Id est: quando c'è un dovere da compiere, bisogna farlo quale che siano le condizioni in cui ci si trovi.
22.Jammo, ca mo s'aiza!
Muoviamoci ché ora si leva(il sipario)! - Era l'avviso che il servo di scena dava agli attori per avvertirli di tenersi pronti , perché lo spettacolo stava per iniziare. Oggi lo si usa per un avviso generico sull'imminenza di una qualsiasi attività.
23.Chello è bbello 'o prutusino, va 'a gatta e ce piscia ‘a coppa...
Il prezzemolo non è rigoglioso, poi la gatta vi minge sopra - Amaro commento di chi si trova in una situazione precaria e non solo non riceve aiuto per migliorarla, ma si imbatte in chi la peggiora maggiormente...
24.Quanno vide 'o ffuoco a' casa 'e ll'ate, curre cu ll'acqua â casa toja...
Quando noti un incendio a casa d'altri, corri a spegnere quello in casa tua - Cioè: tieni per ammonimento ed avvertimento ciò che capita agli altri per non trovarti impreparato davanti alla sventura.
25.Giorgio se ne vò jí e 'o vescovo n' 'o vo’ mannà.
Giorgio intende andar via e il vescovo vuole cacciarlo. L'icastica espressione fotografa un rapporto nel quale due persone intendono perseguire il medesimo fine, ma nessuno à il coraggio di prendere l'iniziativa, come nel caso del prelato e del suo domestico...
26.Fa mmiria ô tre 'e bastone.
Fa invidia al tre di bastoni- Ironico riferimento ad una donna che abbia il labbro superiore provvisto di eccessiva peluria, tale da destare l'invidia del 3 di bastoni, che nel mazzo di carte napoletano è rappresentato con nell'incrocio di tre randelli un mascherone di uomo provvisto di esorbitanti baffi a manubrio.
27.Si 'a fatica fosse bbona, 'a facessero 'e prievete.
Se il lavoro fosse una cosa buona lo farebbero i preti(che per solito non fanno niente. Nella considerazione popolare il ministero sacerdotale è ritenuto cosa che non implica lavoro.
28.Avimmo cassato n' atu rigo 'a sott' a 'o sunetto.
Letteralmente: Abbiamo cancellato un altro verso dal sonetto, che - nella sua forma classica - conta appena 14 versi. Cioè: abbiamo ulteriormernte diminuito le nostre già esigue pretese. La frase è usata con senso di disappunto tutte le volte che mutano in peggio situazioni di per sè non abbondanti...
29.È gghiuto 'o caso 'a sotto e 'e maccarune 'a coppa.
È finito il cacio sotto e i maccheroni al di sopra. Cioè: si è rivoltato il mondo.
30.À fatto marenna a sarachielle.
Cioè: À fatto merenda con piccole salacche affumicate – riferito a quelle situazioni incresciose in cui qualcuno in luogo di avere un congruo, atteso ritorno del proprio solerte operare si è dovuto accontentare di ben poca cosa; in effetti una merenda (quale pranzo da asporto) che fosse costituita da un po’ di pane con qualche filetto di salacca affumicata anche se accompagnati da anelli di cipolla ed irrorati d’olio d’oliva e.v.p. s. a f. sarebbe veramente una povera cosa; sarachielle s.vo m.le pl. di sarachiello che è il diminutivo maschilizzato (per significare la contenutezza dell’oggetto di riferimento: in napoletano infatti un oggetto che sia femminile diventa maschile se diminuisce di dimensione (cfr. ad es.: cucchiaro (piú piccolo) e cucchiara (piú grande) carretto (piú piccolo) e carretta (piú grande) tina (piú grande) e tino( piú piccolo) carretta (piú grande) e carretto ( piú piccolo);fanno eccezione caccavo (piú grande) e caccavella ( piú piccola) e tiano (piú grande) e tiana( piú piccolo)), dicevo che sarachiello è il diminutivo (vedi i suff. i+ ello maschilizzato di sàraca= salacca, aringa affumicata; la voce sàraca etimologicamente è da collegarsi ad un tardo greco sàrax (all’acc.vo sàraka) che trova riscontri anche nel calabrese sàrica e nel salentino zàrica.
31.Fà ll'arte 'e Michelasso: magnà, vevere e gghí a spasso.
Fare il mestiere di Michelaccio:mangiare, bere e andar bighellonando - cioè la quintessenza del dolce far niente...
32.So' ghiute 'e prievete 'ncopp'ô campo
Sono scesi a giocare a calcio i preti - Cioè: è successa una confusione indescrivibile:i preti erano costretti a giocare indossando la lunga talare che contribuiva a render difficili le operazioni del giuoco...
33.Nun vulè nè tirà, nè scurtecà...
Non voler né tendere, né scorticare - Cioè: non voler assumere alcuna responsabilità, come certi infingardi operai conciatori di pelle che non volevano né mantener tese le pelli, né procedere alla scuoiatura.
34.Purtà'e fierre a sant' Aloja.
Recare i ferri a Sant'Eligio. Alla chiesa di sant'Eligio i vetturini da nolo solevano portare, per ringraziamento, i ferri dismessi dei cavalli ormai fuori servizio.Per traslato l'espressione si usa con riferimento furbesco agli uomini che per raggiunti limiti di età, non possono piú permettersi divagazioni sessuali...
35.'O Pataterno 'nzerra 'na porta e arape 'nu purtone.
Il Signore Iddio se chiude una porta, apre un portoncino - Cioè: ti dà sempre una via di scampo
36.Nun tené pile 'nfaccia e sfottere ô barbiere
Non aver peli in volto e infastidire il barbiere - Cioè: esser presuntuosi al punto che mancando degli elementi essenziali per far alcunchè ci si erge ad ipercritico e spaccone.
37.Accunciarse quatt' ove dinto a 'nu piatto.
Sistemarsi quattro uova in un piatto - cioè:assicurarsi una comoda rendita di posizione, magari a danno di altra persona (per solito la porzione canonica di uova è in numero di due...).
38.Farse 'nu purpetiello.
Bagnarsi fino alle ossa come un piccolo polpo tirato su grondante d'acqua.
39.Jí a ppère 'e chiummo.
Andare con i piedi di piombo - Cioè: con attenzione e cautela.
40.Tené'a sciorta 'e Maria Vrenna.
Avere la sorte di Maria DI Brienne - Cioè:perder tutti propri beni ed autorità come accadde a Maria di Brienne sfortunata consorte di Ladislao di Durazzo, ridotta alla miseria alla sua morte (1414) dalla di lui sorella Giovanna II succedutagli sul trono.
41Jí ô bbattesimo, senza criatura.
Recarsi a battezzare un bimbo senza portarlo... - Cioè comportarsi in maniera decisamente errata, mettendosi nella situazione massimamente avversa all'opera che si vorrebbe intraprendere.
42.Pare ca s''o zucano 'e scarrafune...
Sembra che se lo succhino gli scarafaggi.- E' detto di persona cosí smunta e rinsecchita da sembrar che abbia perduto la propria linfa vitale preda degli scarafaggi, notoriamente avidi di liquidi.
43.Abbruscià 'o paglione...
Incendiare il pagliericcio - Cioè darsi alla fuga, alla latitanza, lasciando dietro di sé terra bruciata, come facevano le truppe sconfitte che incendiavano i propri accampamenti, dandosi alla fuga.(procurare un danno definitivo)
44.Ogne scarrafone è bbello a mmamma soja...
Ogni blatta(per schifosa che sia)è bella per la sua genitrice - Ossia: per ogni autore la sua opera è bella e meritevole di considerazione.
45.S’è aunito, ‘a funicella corta e ‘o strummolo a ttiriteppe…
Si sono uniti lo spago corto e la trottolina scentrata - Cioè si è verificata l'unione di elementi negativi che compromettono la riuscita di un'azione...
46.Chi saglie ‘ncopp’ê ccorna ‘e chillo, po’ ddà ‘a mano ô Pataterno.
Chi si inerpica sulle corna di quello, può stringer la mano al Signore -(tanto sono alte...)- Iperbole per indicare un uomo molto tradito dalla moglie.
47.Quanno 'o diavulo tuojo jeva â scola, 'o mio era masto.
Quando il tuo diavolo era scolaro, il mio era maestro - Cioè: non credere di essermi superiore in intelligenza e perspicacia.
48.'O cane mozzeca ô stracciato.
IL CANE ASSALE CHI VESTE DIMESSO - Cioè: il destino si accanisce contro il diseredato.
49.Tre songo 'e putiente:'o papa, 'o rre e chi nun tène niente...
TRE SONO I POTENTI DELLA TERRA:IL PAPA, IL RE E CHI NON POSSIEDE NULLA
50.'A fessa è gghiuta 'mmano êccriature, 'a carta 'e musica 'mmano ê barbiere, 'a lanterna 'mmano ê cecate...
La vulva è finita nelle mani dei bambini, lo spartito musicale in mano ai barbieri, la lanterna nelle mani dei ciechi. - l'espressione viene usata, con senso di disappunto, quando qualcosa di importante finisca in mani inesperte o inadeguate che pertanto non possono apprezzare ed usarla al meglio, come accadrebbe nel caso del sesso finito nelle mani dei fanciulli o ancora come l'incolto barbiere alle prese con uno spartito musicale o un cieco cui fosse affidata una lanterna che di per sè dovrebbe rischiarare l'oscurità.
51.S' a' dda jí addô patuto, no addô miedeco.
Bisogna recarsi a chiedere consiglio da chi à patito una malattia, non dal medico - Cioè:la pratica val piú della grammatica.
52.Aúrio senza canisto, fa' vedé ca nun l'hê visto.
Augurio senza dono, mostra di non averlo ricevuto - Cioè: alle parole occorre accompagnare i fatti.
53.Ȏ pirchio pare ca 'o culo ll'arrobba 'a pettula...
All'avaro sembra che il sedere gli rubi la pettola della camicia - Cioè: chi è avaro vive sempre nel timore d'esser derubato.
54.Chi fatica'na saraca e cchi nun fatica, 'na saraca e mmeza.
Chi lavora guadagna una salacca, chi non lavora, una salacca mezza - Cioè: spesso nella vita si è premiati oltre i propri meriti.
55.'A mamma d’’e fesse è ssempe prena!
LA MAMMA DEGLI SCIOCCHI è SEMPRE INCINTA - Cioè: il mondo brulica di stupidi.
56. Dicette 'o pappice vicino â noce: Damme 'o tiempo ca te spertoso!
L'insetto punteruolo disse alla noce: Dammi tempo e ti perforerò - Cioè: chi la dura la vince!
57.A gghiennere e nnepute, chello ca faje è tutto perduto.
A generi e nipoti quel che fai, è tutto perso - Cioè: va perduto il bene fatto ai parenti prossimi
58.'O figlio muto, 'a mamma 'o 'ntenne.
Il figlio muto è compreso dalla madre - Lo si dice di due persone che abbiano un'intesa perfetta.
59.San Luca nce s'è spassato...
San Luca ci si è divertito...- Lo si dice di una donna cosí bella che sembra dipinta dal pennello di San Luca, che la tradizione vuole pittore. Ma lo si dice anche, in senso ironico antifrastico, quando ci si imbatte in una donna decisamente brutta.
60.Quanno siente 'o llatino d' 'e fesse, sta venenno 'a fine d' 'o munno...
Quando senti i fessi parlare in latino, s'approssima la fine del mondo. Cioè: quando gli sciocchi prendono il comando a parole e con i fatti, si preparono tempi grami.
61.Quanno dduje se vònno, ciento nun ce pònno...
Quando due si vogliono, cento non possono contrastarli... Cioè: E' inutile opporsi all'amore di due persone che si amano
62.Me staje abbuffanno 'e zifere 'e viento.
Mi stai riempiendo di refoli di vento. - Cioè: mi stai riempiendo la testa di fandonie
63.Passa 'a vacca...
Transita la vacca. - Cioè: è poverissimo. L'espressione dialettale è una corruzione derivativa dal latino mediovale : passat vacuus, usata nelle dogane latine per indicare i carri transitanti senza merce, quindi non soggetti a balzelli.
64.Ògne capa è 'nu tribbunale
Ogni testa è un tribunale - Cioè:ognuno decide secondo il proprio metro valutativo.
65.'O pesce fète dâ capa.
Il pesce puzza dalla testa. Cioè: il cattivo esempio parte dall'alto.
66.Pare 'a varca 'e mastu tTore:a ppoppa cumbattevano e nun 'o sapevano a ppropra...
Sembra la barca di mastro Salvatore: a poppa combattevano e lo ignoravano a prua - Cioè:il massimo della disorganizzazione!...
67.Mazze e panelle, fanno 'e figlie bbelle...,panelle senza mazze, fanno 'e figlie pazze!
Botte e cibo saporito, fanno i figli belli, cibo senza percosse fanno i figli matti! - Cioè: nell'educazione dei figli occorre contemperare le maniere forti con quelle dolci.
68.Chi s'annammora d''e capille e d''e diente, s'annammora 'e niente...
Chi si lascia conquistare dai capelli e dai denti, s'innamora di niente, perché capelli e denti sono beni che sfioriscono presto..
69.Chiagnere cu 'a zizza 'mmocca...
Piangere con la tetta in bocca - Cioè: piangere ingiustificatamente
70.Guàllere e ppazze, venono 'e razza...
Ernie e pazzia sono ereditarie(non si possono eludere).
71.'E fesse so' sempe 'e primme a se fà sèntere...
I fessi son sempre i primi a parlare - cioè: gli sciocchi sono sempre i primi ad esprimere un parere...
72.Dicette Pulicenella:'A MEGLIA MMEDICINA? VINO 'E CANTINA E PPURPETTE 'E CUCINA...
Disse Pulcinella:LA MIGLIOR MEDICINA? VINO STAGIONATO E POLPETTE FATTE IN CASA...
73.STANNO CAZZA E CUCCHIARA.
STANNO SECCHIO DELLA CALCINA E CUCCHIAIA. - Cioè:vanno di pari passo, stanno sempre insieme.
74.Stammo asseccanno 'o mare cu 'a cucciulella...
Stiamo prosciugando il mare con la conchiglia - Cioè: ci siamo imbarcati in un'impresa impossibile...
75.Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d''a cannela.
arrostire il formaggio con il fumo di una candela - cioè:tentare di far qualcosa con mezzi inadeguati.
76.'A mala nuttata e 'a figlia femmena.
La notte travagliata e il parto di una figlia - cioè: Le disgrazie non vengono mai sole.
77.Nun tené manco 'a capa 'e zi' Vicienzo.
Non aver nemmeno la testa del sig. Vincenzo. Cioè:esser poverissimo. 'a capa 'e zi' Vicienzo è la corruzione dell'espressione latina:caput sine censu ovverossia:persona senza alcun reddito, persona che pertanto non pagava tasse.
78.Dicette munsignore a 'o cucchiere:"Va' chiano , ca vaco 'e pressa!"
Disse il monsignore al suo cocchiere:"Va' piano, ché ò premura!" Ossia:la fretta è una cattiva consigliera
79.CHI D'AUSTO NN'E' VESTUTO, 'NU MALANNO LL'E' VENUTO
CHI ALLA FINE DELL' ESTATE NON SI COPRE BENE, INCORRERA' IN QUALCHE MALATTIA...cioè:OCCORRE SEMPRE ESSER PREVIDENTI.In altro senso l’espressione significa: chi per la fine d’agosto non avrà incassato adeguati proventi vendendo i prodotti raccolti se ne dorrà in inverno.
80.Senza denare nun se cantano messe.
Senza denaro non si celebrano messe cantate. Cioé: tutto à il suo prezzo.
81.A cuoppo cupo poco pepe cape.
Nel cartoccetto conico pieno entra poco pepe. Cioè: chi è sazio non può riempirsi di piú(in tutti i sensi)
82.Giacchino mettette 'a legge e Giacchino fuie 'mpiso.
Chi è causa del suo mal, pianga se stesso: Con riferimento a Gioacchino Murat ucciso a Pizzocalabro in attuazione di una norma da lui stesso dettata
83.A aldare sgarrupato nun s'appicceno cannele.
Ad altare diruto non portar ceri accesi. - Figuratamente: Non corteggiare donne anziane.
84.Si ll'aucielle canuscessero 'o ggrano, nun ne lassassero manco n' aceno!
Se gli uccelli conoscessero il grano, non ne lascerebbero un chicco! - Cioè: se gli uomini fossero a conoscenza di tutti i benefici che la vita offre, ne approfitterebbero sempre.
85.Dicette Pulicenella: PE MMARE NUN CE STANNO TAVERNE.
Disse Pulcinella: IN MARE NON VI SONO RIPARI.
86.Scarte fruscio e piglie primera.
Cader dalla padella nella brace.
87.Va' dinto 'e chiesie granne ca truove segge e scanne...
Va' nelle chiese grandi dove troverai sedie e scranni - Cioè: Chi vuol qualcosa lo deve cercare nei negozi piú grandi che sono i piú forniti.
88.Femmene, ciucce e crape tenono tutte una capa.
Donne, asini e capre ànno tutti una testa.
89.Ll'ommo cu 'a parola e 'o vojo cu 'e ccorne.
L'uomo si conquista con la parola, il bue per le corna.
90.'Ntiempo'e tempesta, ogne pertuso è ppuorto!
In caso di necessità, qualunque buco può servire da porto!
Brak
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