mercoledì 8 ottobre 2014
TANT’ANNE DINT’Ê SAITTELLE… E CQUANNO ADDIVIENTE ZOCCOLA!?
TANT’ANNE DINT’Ê SAITTELLE…
E CQUANNO ADDIVIENTE ZOCCOLA!?
Ad litteram: Tanti anni (trascorsi ) nelle fogne… e quando diventerai un ratto?
Icastica domanda retorica che ironicamente si suole rivolgere, per bollarlo di inettitudine e/o incapacità, a chi da lunga pezza frequenti luoghi (scuola o bottega) e faccia esperienza,ma mai si decida ad apprendere e/o a mettere in pratica l’appreso, dimostrando cosí di non occupare proficuamente il tempo dell’apprendimento e di vanificare l’opera degli insegnanti.
La saittella è quella sorta di feritoia che si trova alla base dei marciapiedi, feritoia il cui compito è quello di favorire il deflusso delle acque piovane ed incanalarle nei condotti fognarii che si trovano appena sotto il piano stradale; normalmente i ratti che stazionano nelle fogne usano queste feritoie, che non sono assolutamente protette, ma aperte e libere per sortire ed invadere l’abitato.
Etimologicamente la parola saittella è corruzione del termine toscano saiettera o saettiera che era nelle antiche mura, lo spazio tra i merli da cui i difensori potevano tirare con l'arco, la balestra e sim., rimanendo al coperto; tale spazio e la parola che lo indicava è preso a riferimento per la forma di tronco di piramide che è sia della saiettiera (orizzontata in senso verticale) che della saittella(che invece è aperta orizzontalmente).
Rammenterò appena, per amor di completezza, che con linguaggio triviale, la parola saittella è usata anche per indicare, estensivamente, una donna di facili costumi, la stessa che come ò segnalato altrove è pure detta alternativamente: péreta o lòcena.
Zoccola s.f. = ratto, grosso topo di fogna e per traslato, battona, meretrice (che come i ratti si aggira per le strade nottetempo); etimologicamente dal lat. sorcula
Raffaele Bracale
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