martedì 25 novembre 2014
AVVENTATO & dintorni
AVVENTATO & dintorni
La quotidiana osservazione del comportamento di qualcuno che mi sta intorno, mi induce questa volta ad esaminare la voce in epigrafe ed i suoi sinonimi dapprima per ciò che riguarda l’italiano ed a seguire poi a trattare dei vocaboli corrispondenti nella parlata napoletana. Cominciamo con l’italiano dove abbiamo:
avventato/a, agg.vo m.le o f.le
1 che agisce o parla senza riflettere: una ragazza avventata
2 che è fatto o détto senza riflettere: gesto, giudizio avventato;
etimologicamente si tratta del p.p. dell’infinito avventare v.bo tr. = 1 (lett.) scagliare, gettare con violenza
2 (fig.) esprimere senza la dovuta ponderazione: avventare giudizi ||| v. intr. [aus. avere] (non com.) essere appariscente, colpire ||| avventarsi v. rifl. gettarsi con impeto contro qualcuno o qualcosa; il verbo avventare propriamente varrebbe: lanciare al vento ed è un denominale del s.vo vento con protesi di un ad→av;
disordinato/a, agg.vo m.le o f.le
1 che non è in ordine: una casa disordinata | (fig.) confuso: discorso, racconto disordinato
2 che non tiene in ordine le sue cose; che lavora con poca precisione: un ragazzo disordinato, un’ impiegata disordinata
3 sregolato, privo di misura: un comportamento disordinato etimologicamente si tratta del p.p. dell’infinito disordinare=
v. tr.: mettere in disordine, scompigliare: disordinare le carte | (fig.) confondere: disordinare le idee ||| v. intr. [aus. avere] (ant.) essere sregolato, eccedere: Caro figliuolo, governatevi, non disordinate. Ieri sera avete mangiato un poco troppo (GOLDONI) ||| disordinarsi v. intr. pron.
1 (non com.) confondersi; 2 (ant.) subire un danno, spec. Economico; disordinare è un denominale di disordine =
1 mancanza di ordine; confusione (anche fig.): regnava ovunque un gran disordine; disordine mentale ' in disordine, in scompiglio, in stato di confusione: mettere, lasciare tutto in disordine; avere le vesti, i capelli in disordine, scomposti
2 per estens.) disservizio, cattivo funzionamento; cattiva amministrazione: il disordine del servizio postale; il disordine degli affari pubblici
3 sregolatezza, mancanza di misura: disordine nel bere, nel mangiare
4 spec. pl. fatto che turba l'ordine pubblico; sommossa, tumulto. Etimologicamente disordine è dal lat. ordine(m) con protesi di un dis distrattivo.
Inconsiderato/a, agg.vo m.le o f.le 1 (non com.) che non considera, che agisce in modo avventato: un ragazzo inconsiderato
2 che è detto o fatto senza riflessione, in modo sconsiderato: risposta inconsiderata; quanto all’etimo è dal lat. inconsideratu(m), comp. di in- 'in= non' e consideratus 'prudente', propr. part. pass. di considerare 'considerare= 1 esaminare con attenzione; tenere presente: considerare il pro e il contro di una proposta; tutto considerato, tenuto conto di tutto, valutando tutti gli aspetti della cosa; considerato che, visto che, dal momento che | (assol.) riflettere, ponderare: è un impulsivo e non considera mai abbastanza
2 reputare, ritenere; giudicare: considerare qualcuno come un fratello
3 apprezzare, avere stima di qualcuno: il professore lo considera molto
4 (dir.) prevedere, contemplare ';
precipitoso/a, agg.vo m.le o f.le
1 che scende a precipizio; per estens., che si verifica o si muove con grande rapidità: torrente precipitoso; corsa, fuga precipitosa; attraversò precipitoso la strada
2 di persona, che agisce affrettatamente, senza riflettere; di cosa, che è detta o fatta con precipitazione, con fretta eccessiva: non essere precipitoso nel giudicare!; una decisione precipitosa
3 (lett.) detto di monte, che scende a precipizio; di pendio, assai scosceso; la voce precipitoso etimologicamente è derivata dall’agg.vo precipite( che è dal lat. praecipite(m) 'a testa in giù', comp. di prae- 'pre-' e caput -pitis 'testa') con l’aggiunta del suff. d’abbondanza oso←osus;
sconsiderato/a, agg.vo e talvolta s.vo m.le o f.le
1 che agisce senza riflettere, senza discernimento: una ragazza sconsiderata
2 fatto o detto senza riflettere, senza prudenza: un atto, un gesto sconsiderato; parole, frasi sconsiderate
¶ s. m. [f. -a] persona sconsiderata, avventata: comportarsi da sconsiderata;
la voce sconsiderato etimologicamente è derivata quale p. p. dall’infinito s (distrattiva) + considerare (dal lat. considerare, comp. di cum 'con' e un deriv. di sidus -eris 'astro'; propr. 'esaminare gli astri per trarne auspici' per cui sconsiderare varrebbe ' non esaminare gli astri etc.'.
squinternato/a agg.vo e talvolta s.vo m.le o f.le 1 scompaginato, slegato: libro, fascicolo squinternato | (estens.) sconnesso: una vecchia baracca squinternata
2 (fig.) si dice di persona poco equilibrata, dalla vita e dal comportamento disordinati una donna squinternata;
come s. m. [f. -a] persona squinternata;
la voce squinternato etimologicamente è derivata quale p. p. dall’infinito squinternare = slegare,scombussolare, turbare formato da una s (distrattiva) + un derivato di quinterno = s. m. insieme di cinque fogli doppi di carta inseriti l'uno nell'altro, cosí da formare dieci carte o venti pagine; deriv. di quinto, sul modello di quaderno che è dal lat. quaterni, nom. pl., 'a quattro a quattro' (con allusione alla legatura dei fogli), deriv. di quattuor 'quattro'.
Esaurite ad un dipresso tutte le voci sinonime di quella in epigrafe, passiamo alle voci napoletane che rendono quelle dell’italiano. Abbiamo:
abbentato, agg.vo m.le o f.le corrisponde e per significato e per etimologia all’ avventato dell’italiano con la sola differenza dell’alternanza b/v v/b tipiche del napoletano(cfr. bocca→vocca – barca→varca – avvincere→abbencere etc.);
ammorrone/a oppure ammurrone/a, agg.vi m.li o f.li aggettivi che corrispondono ad un dipresso a gli italiani precipitoso/a, imprudente, avventato/a, impulsivo/a, frettoloso/a, affrettato/a , ma che in realtà trovano il migliore corrispondente in abborracciatore/trice, impreciso/a, vago/a, approssimativo/a, superficiale, nessuno dei quali però ripete l’aggancio semantico della voce napoletana che, molto icasticamente mette in relazione un comportamento precipitoso, imprudente, avventato, impulsivo, frettoloso, affrettato, abborracciato, raffazzonato, sciatto, approssimativo, trasandato con quello tenuto dalle bestie di media o piccola taglia (bovini ed ovini) allorché raccolte in mandrie (mmorre dal fr. mourre) si muovono in maniera disordinata, scomposta, caotica; quanto all’etimo, come già accennato parlando dell’aggancio semantico, gli aggettivi a margine son dei denominali del s.vo mmorra (che è dal greco myríos= gran moltitudine attraverso il fr. mourre).
Affine ad ammorrone/ammurrone è
murrione/a agg.vo e s.vo m.le o f.le che vale in primis dai modi bruschi ed irruenti e per ampiamento semantico sciattone/a, sciamannato/a, trasandato/a, trascurato/a, disordinato/a voce dal lat. mōrione-m→murione→murrione con raddoppiamento espressivo della liquida (R).
pazzuoteco/pazzoteca, agg.vo m.le o f.le f in primis bizzarro/a, cervellotico/a, bislacco/a, strano/a ma per estensione disordinato, abborracciato, raffazzonato, sciatto, approssimativo; per l’etimo è voce derivata dal sost. pazzo con il suff. otico→uoteco/oteca risalente al lat. (idi)òticus; pazzo a sua volta è riconducibile al greco pàthos=infermità dell’animo o del corpo, senza dimenticare che il s.vo greco patheía (da leggere pathîa) porta dritto per dritto a pazzía.
Scialuorto/scialorta agg,vo m.le o f.le voci antiche, ma icastiche che valsero in primis sbadato/a, buono/a a nulla ed estensivamente sventato/a, sconsiderato/a; pasticcione/a, arruffone/a; per quanto riguarda l’ etimologia di questo antico scialuorto/scialorta escludo a priori la fantasiosa ipotesi di F.sco D’Ascoli che parlandone infra la voce che segue, propose di considerar la voce a margine una lettura metatetica di ciarlúotte (dal comico Charlot (sic!)) salvo poi a dovere ammettere che nel napoletano scialuorto/scialorta erano voci ben preesistenti all’attore inglese Charles Spencer Chaplin, in arte Charlot (Londra, 16 aprile 1889 –† Corsier-sur-Vevey, 25 dicembre 1977);a mio avviso la voce a margine, meno fantasiosamente, è da collegarsi al latino parlato *exadaptu(m)=disadatto secondo il seguente percorso morfologico exadaptu(m)→sciadattu(m) con successiva rotacizzazione osco-mediterranea d→r che diede sciarattu(m) e per assimilazione progressiva sciarartu(m) e definitiva alternanza espressiva popolare della prima consonante liquida vibrante (r) con la corrispondente consonante laterale alveolare (l) approdando a scialartu(m) donde il nostro scialuorto;
sciaddeo/a,oppure sciardeo/a agg.vi m.li o f.li esattamente l’inetto l’incapace buono a nulla, il precipitoso, l’imprudente, l’avventato, l’impulsivo, ed estensivamente anche lo sciocco generico ; rammenterò qui che sciaddeo/sciardeo son la medesima parola: nella seconda si è verificato il fenomeno del parlato popolare della rotacizzazione osco – mediterranea che riguarda la prima d(cfr. ad es.: dito/rito – dinto/rinto – Madonna/Maronna etc.) , ma la parola è la stessa; per quanto riguarda l’ etimologia di sciaddeo escludo a priori che la si debba riferire al nome dell’apostolo Giuda Taddeo che con sciaddeo à solo una tenua assonanza, non risultando da nessuna sacra scrittura (vangeli – atti degli apostoli – lettere etc.) che il suddetto Giuda Taddeo fosse uno sprovveduto o un incapace, e propendo per il verbo greco skedao= comportarsi da sbandato e/o sprovveduto;
sciardella, agg.vo o s.vo f.le e soltanto femminile; à il circoscritto significato di donna inetta, inidonea, inadatta, disadatta, inabile, inadeguata, colpevolmente incapace, incompetente, inesperta; si usa ad esempio per identificare una casalinga incapace di fare i donneschi lavori di casa con attenzione e secondo i crismi dovuti; a Napoli è 'na sciardella la casalinga che lavi le stoviglie, facendosele scappare di mano e rompendole, che lavi i pavimenti con poca acqua, che spolveri superficialmente, che riponga gli abiti in modo raffazzonato, cosí che riprendendoli uno li trovi stazzonati e sgualciti al punto di non poterli indossare, una donna insomma inetta ed inaffidabile, una sbadata patentata che colpevolmente (e non per involontarie carenze fisiche o mentali) non pone attenzione o buona volontà in tutto ciò che fa.
sciambrato/a, agg.vo m.le o f.le in primis riferito a gli abiti vale (con derivazione da un lat. reg. (e)xamplare= render ampio))vale: largo, ampio, comodo, in un significato secondario, riferito alle persone vale disordinato, sregolato, privo di misura
sciàscio/a agg.vo m.le o f.le = trasandato,disordinato, approssimativo, ma piú spesso, se non sempre, riferito ad una donna, quasi sinonimo della pregressa sciardella nei significati di donna precipitosa,incapace imprudente,avventata, impulsiva, inetta, inabile, dappoco, maldestra, pasticciona, disadatta, inesperta; quanto all’etimo è un deverbale dell’infinito sciascïà v. intr.=godersi a fondo qualcosa, bearsi con gusto e pieno abbandono tutte cose che semanticamente giustificano la precipitosità, l’impulsività e l’avventatezza comportamentale: chi si bea o si gode qualcosa a fondo, con gusto e/o pieno abbandono, non può mettere attenzione o misura in quel che fa; a sua volta il verbo sciascïà appare derivare dal lat. iacére=giacere in riposo attraverso un frequentativo *iaciare che diede *ciacïà→ sciascïà.
Sciazza/sciuazza agg.vi o s.vi f.li e soltanto femminili = maldestra, pasticciona, incapace, goffa, inetta, sprovveduta, inabile, buona a nulla, incompetente, inesperta
agg.vi peggiorativi del termine sciardella; in realtà la voce sciuazza è morfologicamente un addolcimento – attraverso l’epentesi [inserzione di un suono nel corpo di una parola (p. e. fantasema per fantasma – sciuazza per sciazza)] di una facoltativa u – dell’originaria sciazza (che è dal latino ex-apta=inadatta)inteso troppo duro o volgare.
In coda a tutto quanto detto fin qui, rammento che ciò che accomuna tutte le voci esaminate è un sostrato generico di incapacità, inettitutine tale da poter bollare di inabilità, inidoneità all’azione i soggetti mancanti della capacità di portare proficuamente a termine qualsiasi cosa intraprendano; in napoletano in aggiunta alle voci esaminate costoro posson dirsi anche:
chiachiello agg.vo e sost. m.le e solo m.le voce quasi desueta che indicò in primis un uomo di bassa statura e poi per estensione semantica lo sciocco credulone, il babbeo di nessuna personalità,l’inetto, l’incapace, il mancator di parola, il bonaccione, il soggetto banderuola aduso a mutar continuamente parere ed intenti e pertanto un essere inetto,spregevole, persona di scarsa serietà; quanto all’etimo piú che ritenerlo (come fa lo Zazzera) un derivato di una non spiegata voce onomatopeica chia chia , si può supporre una base lat. cloac(u)la→clacla→chiachia + il suff.masch. iello(collaterale di ello, suffisso alterativo di sostantivi e aggettivi, con valore diminutivo o vezzeggiativo o spregiativo) oppure, ma meno probabilmente,da collegarsi al greco kophòs=babbeo voce che però già diede il seguente chiafèo morfologicamente piú rispondente alla derivazione dalla voce greca;
chiafeo antichissima voce maschile e solo maschile , quasi desueta che indica lo sciocco, il grullo, il melenso e per estensione il vuoto, molle, inespressivo, inetto, incapace; etimologicamente da collegarsi al greco kophòs = babbeo, attreverso l’aggettivo kophàîos;
fogliamolla non ci si lasci ingannare dalla desinenza femminile: la parola è un aggettivo sostantivato invariabile e lo si riferisce, senza alcuna variazione desinenziale, sia all’uomo che alla donna: ‘nu fogliamolla o ‘na fogliamolla nel significato di persona sciocca e neghittosa nonché molle tal quale la tenera foglia da cui deriva ed a cui è rassomigliata ; etimologicamente è voce del tardo latino: folia + molle(m); voce che semanticamente si attaglia, a chi di costituzione manchi di saldezza fisica, ma è usato altresí in riferimento a chi abbia poca forza, energia morale, non riuscendo mai a sostenere i propri convincimenti o le proprie idee, lasciandosi continuamente travolgere dagli antagonisti.
fuceto/a agg.vo e sost. m.le o f.le 1 in primis floscio/a, molliccio/a 2 per estensione impotente, incapace, inetto/a, bolso/a; voce dal lat. fungidus→fu(n)citus→fuceto di significato analogo;
schiappa sost. m.le e f.le persona inetta, incapace (nel lavoro, nello sport, nel gioco ecc.); etimologicamente deverbale di un ant. schiappare 'spaccare legna', forse di origine onom.che diede sceppalegna/scippalegna= 'taglialegna', poi 'uomo rozzo, inetto';
sciacqualattuca agg.vo m.le e f.le inetto/a, incapace, sciocco/a colui/colei che al massimo può essere utilizzato in compiti di nessuna importanza, apparentemente semplicissimi come quello di lavare la verdura; in effetti la voce risulta formata agglutinando la voce verbale sciacqua ( qui 3° p. sg. ind. pres. dell’infinito sciacqare/sciacquà=lavare sommariamente con acqua; lavare con acqua una cosa già lavata per toglierne i residui di detersivo o di sapone;dal Lat. tardo exaquare, deriv. di aqua 'acqua') con la voce lattuca = lattuga s. f.
1 pianta erbacea coltivata negli orti, le cui foglie larghe e tenere si mangiano in insalata (fam. Composite) | lattuga di mare, alga marina dal tallo increspato, di color verde chiaro (fam. Ulvacee).
2 gala di merletto o di tela inamidata e increspata, che gli uomini portavano per ornamento sul davanti delle camicie; gorgiera; l’etimo della voce napoletana, come quella italiana è dal lat. lactuca(m), deriv. di la°c la°ctis 'latte', per il liquido lattiginoso che secerne; il sign. 2, per sovrapposizione di lattuga allo sp. lechuga
E penso d’avere esaurito l’argomento.Satis est.
Raffaele Bracale
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