giovedì 11 dicembre 2014
Jí ASCIANNO oppure VULÉ PAGLIA PE CCIENTO CAVALLE
Jí ASCIANNO oppure VULÉ PAGLIA PE CCIENTO CAVALLE
Mi è stato chiesto, via e-mail, dal caro amico A. A. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) di spendere qualche parola per illustrare significato e portata della locuzione in epigrafe.L’accontento súbito precisando in primis e prima di entrar nel vivo dell’argomento che l’espressione la si ritrova (quasi certamente mutuata dal napoletano) anche in altre parlate regionali meridionali come nel dialetto tarantino dove (coniugata nel verbo volere alla 2ª perona dell’indicativo presente) suona vo’ pagghia pe ciente cavadde o come nel dialetto della barlettana Margherita di Savoia dove( sempre coniugata nel verbo volere alla 2ª perona dell’indicativo presente) suona vòule pagghje che ccinde cavàdde
Come facilmente si comprende si tratta sempre della medesima locuzione una volta coniugata all’infinito (nel napoletano dell’epigrafe) altre vòlte coniugata alla 2ª perona dell’indicativo presente, ma la sostanza non cambia. Vediamola. Ad litteram del napoletano essa vale:andare in cerca, volere, o pretendere paglia per cento cavalli. Ugualmente ad litteram nella morfologia delle altre parlate regionali coniugata alla 2ª perona dell’indicativo presente essa sta per va in cerca, vuole, o pretende paglia per cento cavalli. Stabilita la corrispondenza della espressione nelle varie parlate, vediamo ora quale sia oppure siano il/i significato/i nascosto/i della locuzione.
In effetti la locuzione è intesa in piú significati nascosti anche in uno stesso luogo e volta a volta è usata
1) riferita a chi, lasciando intendere che come lui non c’è ne sono altri, si vanti di molte prodezze che però in realtà non à mai fatto;
2) riferita a chi sia aduso a tergiversare,a perdere tempo, cerchi di mettersi a fare qualcosa di spropositato rispetto alle forze di cui disponga;
3) riferita a chi sia aduso ad un comportamento provocatorio lasci sempre intendere che se si scontrasse con qualcuno, con lo spostarsi della conversazione sul contatto fisico, potrebbe diventare pericoloso, essendo egli pronto a venire alle mani.
Tuttavia a mio avviso l’unico autentico significato nascosto dell’espressione non è nessuno dei surriferiti quanto il seguente che illustro sub
4) trattasi di una locuzione riferita a chi sia aduso ad un comportamento prepotente, autoritario, sopraffattore, prevaricatore, addirittura aggressivo, arrogante mostrandosi nelle sue pretese e/o richieste esoso quando non sordido e/o avaro.
Tanto affermo in quanto dei quattro significati illustrati il quarto è il solo piú aderente alla situazione che generò la locuzione affiorata sulle spazientite labbra d’ un feudatario d’un non meglio identificato signorotto irpino che, per sfruttare al massimo le contribuzioni dovutegli dai suoi vassalli richiese ad uno di essi granaglie e foraggi in fieno e/o paglia in quantità esorbitanti, certamente eccedente il fabbisogno del signorotto che non aveva nella sua scuderia i cento cavalli per i quali chiedeva foraggio, né una famiglia/corte tanto vasta da giustificare le enormi, spropositate richieste di vettovaglie e/o granaglie.
Jí ascianno = andare in cerca, volere, agognare,pretendere letteralmente: jí = andare infinito del verbo jí/jire dal latino ire; ascianno voce verbale (gerundio) dell’infinito asciare/ ascià= cercare con impegno, quasi affannosamente con etimo dal lat. volgare adflare→afflare =annusare con il normale esito fl→sci;
vulé = volere, esigere, chiedere, pretendere infinito del verbo vulé dal Lat. volg.*vulire collaterale di *volíre, per il class. velle, ricostruito sul tema del pres. volo e del perfetto volui
paglia s.vo f.le 1 l'insieme degli steli disseccati dei cereali già mietuti e battuti
2 (non com.) stelo singolo di paglia: essere liggiero comme ‘na paglia (essere leggero come una paglia )
3 oggetto prodotto con paglia (spec. cappello, borsa, pantofole): ‘e ppaglie ‘eSciurenza (le paglie di Firenze)
4 paglia ‘e fierro, detta com. paglietta matassina di trucioli metallici usata per pulire o lucidare;
5 (gerg.) sicarreta (sigaretta)
6 (per estensione come nel caso che ci occupa .)fieno, foraggio,stoppia, strame. Voce dal lat. palea(m).
ciento agg. num. card. invar.
1 numero che corrisponde a dieci decine; nella numerazione araba è rappresentato da 100, in quella romana da C:
2 con valore indeterminato o iperbolico indica gran numero, grande quantità. Voce dal lat. cĕntu(m)→ cientu(m)→ciento.
cavalle s.vo m.le pl. del sg cavallo
1 grosso mammifero erbivoro con testa lunga, collo diritto sovrastato da criniera, coda corta con peli lunghissimi, orecchie corte e diritte, arti con un solo dito coperto dallo zoccolo; sorvolo su altri significati. Voce dal lat. caballu(m).
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico A. A. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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