mercoledì 10 giugno 2015

RADDOPPIAMENTO DELLA CONSONANTE Q

RADDOPPIAMENTO DELLA CONSONANTE Q Spendo qui di sèguito qualche parola per chiarire quale sia – a mio avviso - la miglior soluzione grafica per indicare il raddoppiamento consonantico della lettera Q. Premesso che nel napoletano non son poi molte le parole che conservano come iniziale la lettera Q (e tra di esse rammento: quacche [assimilazione di qualche], quaccheduno [assimilazione per adattamento di qualche+ d(e)+ uno],quaccosa[assimilazione per adattamento di qualche+cosa],quaglia [ dal lat. *quacŭla], quaglià[ adattamento del lat. coagŭlare],quanno [assimilazione del lat. quando],quatto [ dal lat.quattuor→quatt(u)or→quatto], quattuordice[dal lat. quat(t)uordĕcim], quaranta[ da un lat. pop. quadranta→qua(d)ranta, da quadràginta per il lat. class. quadragìnta,] e poche altre) mentre alcune altre (cfr. cuièto [dal lat. quietus, der. di quies -etis «quiete»], cuietà [=acquietare da un lat. tardo quietare] e talora cuoto [= quoziente dal lat. quotus]) ànno dismesso l’etimologica Q per sostituirla con la piú comoda C. Tanto premesso, rammento che la lettera Q, ereditata dall’alfabeto latino, compare solo nella sequenza qu per rappresentare il cosiddetto nesso labiovelare (costituito da una occlusiva velare sorda, la Q, e dalla U semiconsonante), ed è una lettera in sovrappiú perché indica il medesimo suono indicato dalla C, come si nota confrontando cuoco e quale; le grafie diverse si giustificano solo risalendo al latino cocus e qualis. Per questa ragione la Q “ottiene anche le stesse proprietà” della C, come si legge nel Vocabolario della Crusca (1612), “salvo che, dovendosi raddoppiare, il C gli si pone davanti, in sua vece.Non esistono deroghe (nel napoletano) mentre le uniche deroghe a quest’uso generale del raddoppiamento del Q compaiono, nell’italiano, per il lemma soqquadro (soqquadrare, soqquadrato) ed in un altro caso, biqquadro (e, sul suo esempio, talora anche in beqquadro).Faccio notare che questa insolita e circoscritta grafia qq è nata certamente per analogia: dato che i rafforzamenti, nella maggior parte dei casi, vengono indicati raddoppiando il segno della consonante, in italiano sul modello di sommossa e soppiatto, si è fatto anche soqquadro.Ma non v’à ragione perché se ne segua l’esempio nel napoletano. Ricordo infine che i grammatici cinquecenteschi, a partire da Giovanfrancesco Fortunio [ (n. Pordenone -† Ancona 1517), optarono per la grafia latineggiante CQ e così essa si impose rapidamente ed universalmente ed è la medesima ragione per la quale nel raddoppiamento consonantico iniziale della Q propugno l’uso del CQ contrariamente a quanto propone l’amico Carlo Iandolo che, mi pare, opti per un QQ poco latineggiante e che ricorda troppo l’italiano soqquadro grafia che già nel passato grammatici del calibro di Amerindo Camilli (Pronuncia e grafia dell’italiano, p. 38) trovò tra le eccezioni fastidiose ed assurde alla stregua del biqquadro ed opinò che si potesse e fósse meglio scrivere bicquadro e socquadro”. Perché non seguire il suo consiglio anche per il napoletano che è figlio del latino? Brak

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