lunedì 23 novembre 2015

varie 15/869

1.Paré n’anema pezzentella Ad litteram: Sembrare un’ anima poverella, un’ anima in pena; détto, per icastico traslato, di chi smunto, macilento, sciupato, patito, appaia sofferente e bisognoso di un aiuto materiale o morale; in realtà, come chiarisco qui di sèguito con il termine di anima pezzentella di per sé non ci si intenderebbe – se non per traslato - a persona viva e vegeta, ma ci si riferisce a quelle anime di defunti ipotizzati nel purgatorio. Pezzentella agg.vo f.le del m.le pezzentiello piccolo/a mendicante; sia pezzentiello che pezzentella (che non va confuso con analogo, omofono ed omografo s.vo f.le che indica tutt’altro) sono agg.vi diminutivi (cfr. i suffissi iello ed ella derivati dal s.vo pezzente : mendicante, straccione; persona che vive in condizioni di estrema miseria: andare vestito come un pezzente; sembrare un pezzente | persona meschina, eccessivamente attaccata al denaro: fare il pezzente. Si tratta di unavoce di orig. merid., pervenura anche nell’italiano, ed etimologicamente è propriamente il part. pres. del napol. pezzire 'chiedere l'elemosina', che è dal lat. volg. *petire, per il class. pètere 'chiedere'; in effetti con la voce a margine in napoletano non si indica propriamente la piccola mendicante che chieda obolo di monete, ma si indica in unione al s.vo anema ( che è dal lat. anima(m)): anema pezzentella quell’anima che si trova in purgatorio che secondo la dottrina cattolica tradizionale è lo stato temporaneo di espiazione cui sono assogettate le anime di coloro che, pur morendo in stato di grazia, debbono espiare i peccati veniali e le pene conseguenti ai peccati mortali, di per sé già perdonati; si indica cioè quell’anima che trovandosi in uno dei regni dell'oltretomba cristiano, dove si espiano le colpe commesse sulla terra prima di poter passare in paradiso, e desiderando abbreviare – per quanto possibile – il loro transitorio, ma doloroso stato, chiedono, pietiscono dai vivi delle preci suffragatorie; ll’ anema pezzentella: l’anima poverella è comunque un’anima che soffre, che patisce e chiede refrigerio e ad essa è apparentato chi smunto, macilento, sciupato, patito,o sofferente per una qualsiasi ragione, appaia patire ed essere bisognoso di un aiuto materiale o morale che lenisca le sue pene. Ripeto ad abundantiam, in chiusura di questa espressione che la voce pezzentella è un denominale di pezzente (povero) ed è voce merid., propriamente part. pres. del napoletano pezzire/pezzí =chiedere l'elemosina', che è dal lat. volg. *petire, per il class. peteªre 'chiedere'; in coda a questo pezzire/pezzí rammento altresí che in napoletano se ne usa anche il participio passato pezzuto/a in unione quasi esclusiva con il sostantivo messa (‘a messa pezzuta che è quella messa fatta celebrare in suffragio delle anime dei defunti, elemosinando l’offerta necessaria alla sua celebrazione. 2.Ô RICCO LLE MORE 'A MUGLIERA, Ô PEZZENTE LE MORE 'O CIUCCIO. Ad litteram: al ricco viene a mancare la moglie, al povero, l'asino... Id est:Il povero è sempre quello più bersagliato dalla mala sorte: infatti al povero viene a mancare l'asino che era la fonte del suo sostentamento, mentre al ricco viene a mancare la moglie, colei che gli dilapidava il patrimonio; morta la moglie il ricco non ha da temere rivolgimenti di fortuna, mentre il povero che ha perso l'asino sarà sempre più in miseria. 3.PAZZE E CCRIATURE, 'O SIGNORE LL'AJUTA. Ad litteram: pazzi e bimbi, Dio li aiuta. Id est: gli irresponsabili godono di una particolare protezione da parte del Cielo. Con questo proverbio, a Napoli, si soleva disinteressarsi di matti o altri irresponsabili, affidandoli al buonvolere di Dio e alla Sua divina provvidenza. 4.SI COMME TIENE 'A VOCCA, TENISSE 'O CULO, FACíSSE CIENTO PIRETE E NUN TE N'ADDUNASSE. Ad litteram: se come tieni la bocca, avessi il sedere faresti cento peti e non te n'accorgeresti; il proverbio è usato per bollare l'eccessiva verbosità di taluni, specie di chi è logorroico e parla a vanvera, senza alcun costrutto, di chi - come si dice - apre la bocca per prendere aria, non per esprimere concetti sensati. 5.SI 'ARENA È RROSSA, NUN CE METTERE NASSE. Ad litteram: se la sabbia(il fondale del mare) è rossa, non mettervi le nasse(perché sarebbe inutile. Id est: Se il fondale marino è rosso - magari per la presenza di corallo, non provare a pescare, ché non prenderesti nulla. Per traslato il proverbio significa che se un uomo o una donna hanno inclinazioni cattive, è inutile tentare di crear con loro un qualsiasi rapporto: non si otterrebbero buoni risultati. Brak

Nessun commento:

Posta un commento