domenica 21 febbraio 2016

CURNUTO CUNTENTO





CURNUTO CUNTENTO
Mi è stato chiesto perché mai d’un marito tradito si dica che sia curnuto e talora addirittura curnuto cuntento. Premetto che sul web non circolano spiegazioni se non quella che secondo alcuni [che però non documentano il loro assunto] fu a Costantinopoli al tempo dell’imperatore Andronico Comneno (1120 circa -1185) che l’espressione “avere le corna” e l’aggettivo cornuto cominciarono  ad avere il significato ingiurioso attuale. Si racconta infatti  che l’imperatore Andronico Comneno usasse rendere noti i suoi successi amorosi facendo appendere nei luoghi piú frequentati della capitale le teste dei cervi da lui uccisi a caccia. La cosa  non confortata da documenti, à tutta l’aria d’essere una favoletta; per cui lasciando perdere l’imperatore ed i suoi cervi,  atteniamoci al linguaggio popolare e segnatamente  alle espressioni italiane  far becco”, “essere becco”(espressione quest’ultima  che in napoletano diviene “essere piecuro”)  riferite al marito che abbia la disavventura d’essere tradito in senso biblico  dalla propria compagna). Da esse espressioni si può con ogni probabilità ricollegare tutta  la faccenda del cornuto sinonimo di tradito,    al comportamento sessuale della capra femmina che  abbondantemente infedele si lascia montare da tutti i maschi del gruppo senza che il maschio piú anziano ( becco, caprone o irco) abbondantemente provvisto di due imponenti corni ritorti,  reali e non metaforici, faccia alcunché per impedirglielo risultando cosí, come nell’inteso popolare,non solo  cornuto, ma anche  contento, cioè soddisfatto del comportamento della sua femmina.   curnuto/a agg.vo m.le o f.le [lat. cornūtus, der. di cornu «corno1»]. –

1.  Fornito/a di corna;
2. pop.come nel caso che ci occupa  Titolo d’ingiuria al partner tradito, riferito generalmente all’uomo, raramente alla donna: marito c., o, come sost., un c., e rispettivam. moglie c.: quella è una cornuta; talora rafforzato: cornuto  e contento; è anche titolo ingiurioso generico, talora scherzoso.
cuntènto/a agg.vo m.le o f.le [lat. contĕntus, part. pass. di continere «contenere», quindi propr. «contenuto; pago di qualche cosa»]. –
1. Appagato, soddisfatto di quanto si fa o si riceve; si costruisce in genere con la prep. ‘e (di): so’ ccuntento ‘e avé fatto ‘o duvere mio(sono contento di aver fatto il mio dovere); so’ ccuntento ‘e te(sono contento di te); sî ccuntento ‘e comme è gghiuta ‘a festa? ( sei contento di come è riuscita la festa?); nun è mmaje cuntenta ‘e niente(non è mai contenta di nulla). In usi assol.: dichiararsi, chiamarsi contento, dichiararsi soddisfatto; fare contento qualcuno, accontentarlo, dargli soddisfazione:v’aggiu ditto ca avite raggiona, tanto pe ffareve cuntento! (Vi ò  detto che avete  ragione voi, tanto per farvi contento.
irco s.vo m.le [dal lat. hircus] (pl. -chi) – Capro, becco (il maschio della capra);
bécco s.vo m.le [da un  lat.volg. *becu-m che diede un sg. becio ed un pl. becci donde si ricostrí il sg. becco collaterale di becio] (pl. -chi). – 1. Maschio della capra atto alla riproduzione. 2. fig., spreg., volg. Marito tradito dalla moglie (traslato suggerito dalle corna dell’animale).
piecuro s.vo m.le[adattamento al maschile del f.le pecora che è dal  lat. pecŏra, neutro pl. di pecus pecŏris «bestiame in genere; pecora»]. 1. Montone, maschio della pecora o della capra; 
2. In senso fig., e spreg., uomo vecchio, brutto, di poco conto; marito tradito dalla moglie (traslato suggerito dalle corna dell’animale).

Brak


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