domenica 19 giugno 2016
ESSERE ‘NA MEZA CAUZETTA/CAZETTA
ESSERE ‘NA MEZA CAUZETTA/CAZETTA
Questa volta è stato il caro amico N. B. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a chiedermi via e-mail di chiarirgli significato, origine e portata dell’espressione partenopea in epigrafe.
Gli ò testualmente risposto che trattasi di un’ espressione risalente al tardo '800/primi ‘900 e riferita in primis alle donne della medio borghesia che volevano scimmiottare l'eleganza delle nobili,ma non potendosi permettere le costose lunghe calze di seta si contentavano di indossare mezze calze [per solito bianche ] che arrivavano al ginocchio e facevano parte del tradizionale costume popolare . Poi estensivamente l'espressione fu riferita, per analogia, ad ogni tipo di piccolo borghese, anche maschio.
A margine dell’espressione, ne tratto un’altra che quasi la richiama ed è: TIRARSE 'A CAUZETTA
Ad litteram: tirar su la calza Id est: estraniarsi da una vicenda, star sulle proprie, disinteressandosi di ciò che avviene attorno; ma anche: lasciarsi molto pregare o attendere prima di concedere alcunché; la locuzione richiama l'abitudine che avevano le iberiche persone di medio-alto rango che negli anni del 17° secolo, erano usi indossare lunghe calze di seta, e per distinguersi da quelli di piú basso ceto, che indossavano calze corte o cadenti, usavano tirarle continuamente verso e sopra il ginocchio. Tali altolocati personaggi erano quelli che, per abitudine evitavano di interessarsi a ciò che accedeva intorno a loro sia per non lasciarsi coinvolgere sia per non esser fatti destinatari di richieste o aiuti ai quali - comunque - avrebbero provveduto solo dopo molte preghiere.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico N.B. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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