mercoledì 14 settembre 2016
UCCIDERE ED AMMAZZARE
UCCIDERE ED AMMAZZARE
Anche questa volta mi trovo a raccogliere una garbata provocazione del mio caro amico P.D.F.(i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) che,memore ch’io abbia piú volte affermato che il napoletano sia piú preciso e circostanziato dell’italiano, mi à sfidato ad elencare ed a parlare delle eventuali voci del napoletano che rendano piú acconciamente quelle italiane dell’epigrafe e di loro eventuali sinonimi . Come ò già détto alibi e qui ripeto il caro amico – come diciamo dalle mie parti - m’ à rattato addó me prore (letteralmente: mi à grattato dove mi prude, id est: mi à sollecitato sul mio terreno preferito) per cui raccolgo pure questo guanto di sfida cominciando con il dire che in napoletano sono numerosissimi i verbi con i quali si designa l’atto del togliere la vita a qualcuno, vari a seconda della maniera o del mezzo usato per farlo, della sfumatura stilistica e/o del grado di efferatezza. I termini piú comomunemente usati sono: accidere, accuppà, ammasunà, chianchïà, messià, sbennegnà,sbudellà, scannà, sfecatà,sfelettà, smattà,stutà nonché la locuzione caccià/levà ll’anema.
Esamino ed illustro le singole voci:
accidere, [ dal lat. occīdĕre]verbo transitivo usato genericamente per indicare il privare qualcuno [uomini o bestie] della vita in modo violento;
accuppà,. [denominale del lat. cuppa-m =nuca] , verbo transitivo usato per indicare 1) il picchiare qualcuno con violenza; 2)[come nel caso che ci occupa] ammazzare qualcuno colpendolo con violenza sulla nuca;
ammasunà, [ da un tardo lat. ad-mansionare]verbo transitivo usato per indicare 1)in primis mettere a dormire, portare a letto qualcuno; 2)[come nel caso che ci occupa] abbattere, finir con violenza qualcuno costringendolo alla posizione distesa, propria di chi dorme; 3) usato quale verbo intransitivo e riflessivo vale per gli uomini: andare a dormire, coricarsi e per le bestie: rientrare nell’ovile , pollaio o stalla, appollaiarsi.
chianchïà, [denominale del lat. planca-m] , verbo transitivo usato per indicare 1)propriamente il macellare o ammazzare bestie da macello per uso di sostentamento; 2) per estensione fare una strage di uomini e bestie,sterminare, uccidere senza pietà con grande spargimento di sangue.
messià, , [ da un lat.messare= mietere, falciare ]verbo transitivo usato per indicare 1)in primis mietere, tagliare le mesi falciandole; 2)[come nel caso che ci occupa per analogia] abbattere violentemente qualcuno colpendolo a gli arti inferiori con armi da taglio.
sbennegnà, [denominale del lat. vīnea-m, der. di vinum «vino»] , verbo transitivo usato per indicare 1)propriamente vendemmiare, terminare la vendemmia 2)[come nel caso che ci occupa per analogia] finire violentemente qualcuno con armi atte a procurare grand’effusione di sangue.
Sbudellà verbo transitivo [denominale del lat lat. botĕllu-m, dim. di botŭlus «salsiccia», col prefisso distrattivo s- ] – 1) in primis aprire il ventre di un animale per estrarne le budella, sventrare: 2)[come nel caso che ci occupa per analogia] ferire e finire violentemente qualcuno,colpendolo con armi da taglio, al ventre, in modo da provocargli la fuoriuscita degli intestini.
Scannà, verbo transitivo [denominale del greco kanna (canale della gola), col prefisso S- distrattivo - 1.in primis ammazzare un animale recidendogli le arterie del collo e la trachea, sgozzarlo, tagliargli la gola; 2.per analogia come nel caso che ci occupa ammazzare una persona con un colpo di arma bianca alla gola.
sfecatà, verbo transitivo [denominale del lat lat.fecatu-m, col prefisso distrattivo s- ] sinonimo del pregresso sbudellà con riferimento piú preciso alla zona corporea colpita dall’arma usata per ammazzare.
sfelettà, verbo transitivo [denominale del franc. .filet, col prefisso distrattivo s- ] ] – 1) in primis slombare, fiaccare i lombi d’una persona a forza di percosse inferte con un bastone; : 2)[come nel caso che ci occupa per estensione] reiterare le percosse ai lombi sino a condurre a morte la persona colpita.
smattà, verbo transitivo [dallo spagnolo matar, col prefisso dintensivo s- ] ] – 1) in primis screditare, diffamare;calunniare una persona : 2)[come nel caso che ci occupa per estensione] reiterare le calunnie o diffamazioni sino ad ottenere la morte di crecapuore della persona diffamata.
stutà verbo transitivo [dal lat. (e)x-tutare ] – 1) in primis spegnere, smorzare 2)[come nel caso che ci occupa per analogia] condurre a morte una persona con qualsiasi mezzo violento.
nonché la locuzione caccià/levà ll’anema. Ad litteram: cavar fuori l’anima (ad una persona, estraendogliela – figuratamente dal corpo); locuzione usata con riferimento generico a chiunque si sia adoperato per ottenere la morte
di una persona con i piú diversi mezzi e/o metodi; caccià: verbo transitivo [lat. *captiare, der. di capĕre «prendere] cavare o tirar fuori, estrarre con forza; da non confondere con caccïà che vale: dare la caccia, cercare o inseguire animali (per lo piú selvaggina) per catturarli o ucciderli:
E qui faccio punto fermo augurandomi d’essere stato chiaro ed esauriente ed aver soddisfatto la curiosità dell’amico P.D.F. quella dei miei ventiquattro lettori e di chi forte si imbattesse in queste paginette.Satis est.
R.Bracale Brak
Nessun commento:
Posta un commento