venerdì 20 gennaio 2017
VARIE 17/76
1.ADDÓ SPERDETTENO A GGIESÚ CRISTO.
Letteralmente: dove dispersero Gesú Cristo. Lo si dice di un Luogo lontano ed impervio, difficile da raggiungere... La locuzione fa certamente riferimento all'episodio dell'evangelo allorché Maria e Giuseppe persero di vista il Redentore che s'era attardato in Gerusalemme ed impiegarono alcuni giorni prima di ritrovarlo.
2.ADDÓ VAJE CU ‘O SCIARABBALLO, DICETTE ‘O CICENIELLO ‘NFACCI’ Ô SCUNCIGLIO.
Letteralmente: Disse l’avannotto al murice: Dove vai con il (tuo) carretto?! Espressione usata per contestare al prepotente la sua azione fatta di sopraffazione, abuso, sopruso, angheria, ingiustizia, violenza e rammentargli che neppure all’arrogante è consentito eccedere ad libitum nel suo improprio vessatorio comportamento, senza aspettarsi una reazione (per piccola che sia) da parte del vessato tanto è vero che persino il piccolissimo avannotto redarguí lo spinoso murice (che intendeva, con la sua mole, sottrargli spazio vitale...);
scunciglio/sconciglio. s.vo m.le in primis disordine, guasto, confusione ; per traslato uomo piccolo e deforme ed infine come nel caso che ci occupa voce regionale campana usata per indicare il murice, mollusco gasteropodo marino con grossa conchiglia spinosa avvolta a spira, da cui gli antichi estraevano la porpora. Etimologicamente deverbale di sconciglià/scunciglià = confondere,disordinare (dal lat. ex-conciliare→sconciliare→sconciglià/scunciglià).Il collegamento semantico tra il verbo ed il s.vo inteso murice si coglie osservando che la grossa conchiglia spinosa avvolta a spira del mollusco à forma disordinata, imprevista, fortuita, casuale.
ciceniello s.vo m.le voce regionale campana usata per indicare il novellame dei pesci (bianchetti/avannotti) ; quanto all’ etimo penso che esso vada cercato piú che nel latino “caecella” = anguillina, come per un certo tempo pensai, ma altrove e cioè che si tratti molto probabilmente di un diminutivo (eniello/e) derivato dal lat. caec(um) atteso che il novellame che è molto piccolo si presume cieco.
3.ADDÓ VEDE I ADDÓ CECA
che ad litteram è Dove vede e dove acceca che à significato del tutto diverso dalla precedente ADDÓ CECA I ADDÓ FOCA ed è riferita all’ingiusto malevolo atteggiamento di taluni che mostrano di porre la giusta necessaria attenzione e serenità di giudizio verso alcuni avvenimenti e/o persona, mentre per una ingiustificata avversione, malevolenza, ostilità, insofferenza, intolleranza, repulsione verso altri avvenimenti e/o persone, mostrano di non volere usare la giusta attenzione e/o serenità di giudizio giungendo talora bocciatura e/o alla stroncatura di tali avvenimenti e/o persone.Piú chiaramente l’espressione in esame per solito viene riferita a caustico commento delle azioni di taluni individui proclivi ai facili entusiasmi e ad immotivate antipatie in forza dei quali esprimono giudizi e/o sentenze tali da o elevar agli onori degli altari i giudicati o, viceversa ridurli nella polvere. Il piú famoso a Napoli esponente storico di questa categoria di persone fu il filosofo don Benedetto Croce (Pescasseroli, 25 febbraio 1866 – †Napoli, 20 novembre 1952) di cui ancóra oggi si dice che dove vedeva e dove cecava e che, a mo’ d’esempio, se da un lato, elevò alla gloria Salvatore Di Giacomo (Napoli, 12 marzo 1860 – †Napoli, 4 aprile 1934), facendone, a suo dire (ed io dissento !), il massimo poeta partenopeo, d’altro canto, immotivatamente stroncò Ferdinando Russo (Napoli, 25 novembre 1866 – †Napoli, 30 gennaio 1927) (questo sí, a mio avviso il vero significativo poeta autenticamente napoletano !!), né mai rivide il suo pensiero malato di malevola partigianeria, che tanto piú è deleteria, quanto piú è altisonante il nome del soggetto da cui promana.
vere/vede= vede voce verbale (3ª pers. sg.ind.pr.)dell’infinito veré/vedé= vedere ( dal lat. vidíre).
4.ADDURMIRSE CU ‘A ZIZZA ‘MMOCCA
Ad litteram: Addormentarsi con la tetta in bocca Détto a mo’ di dileggio soprattutto dei tontoloni, dei creduloni che si mostrano nel loro agire irresoluti ed eccessivamente tranquilli, quasi fossero dei piccoli ragazzi cui basta offrire una mammella da succhiare, per farli tranquillamente e repentinamente addormentare.
5.AGGE PACIENZA E FFATTE JÍ 'NCULO SO' 'A STESSA COSA...
Porta pazienza e lasciati fregare son la medesima cosa!L'invito proposto dalla prima parte della locuzione a sopportare, ad aver pazienza, viene dalla saggezza popolare equiparato a quello ben piú doloroso di lasciarsi sodomizzare!
BRAK
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