venerdì 21 luglio 2017

SCUCCHIA, SGHESSA E DINTORNI



SCUCCHIA, SGHESSA E DINTORNI
 Esistono alcuni vocaboli che stranamente, vengon usati in piú parlate regionali, ma non sempre (pur mantenendo le medesime omofonia ed omografia) con lo stesso significato; tra tali vocaboli segnalo qui il termine scucchia  che si ritrova in varie parlate  centro meridionali: Lazio, Umbria, Campania, Basilicata, ma mentre nelle regioni del centro (con derivazione da un acc. del  latino volgare *scutula(m)→scut’la(m)→scucchia) significa: mento pronunciato, bazza , nelle parlate  meridionali, con probabile maggior aderenza al significato della  voce etimologica, sta a significare: guancia, gota (in part. il pomello).
Nelle parlate  meridionali infatti   il mento pronunciato,quando non addirittura scentrato, deviato (cfr. il famosissimo mento del principe della risata Antonio de Curtis, in arte Totò), la bazza  sono resi con la voce sguessa o anche  sguéssera; ambedue queste due ultime voci (di cui la seconda: sguéssera, è solo un’estensione espressiva  popolare dell’originaria sguessa) risultano essere, quanto all’etimo,  un adattamento della voce sghessa che (derivata da un ant. alto  tedesco geicz (voracità), con tipica pròstesi di una s intensiva, sincope della i ed   assimilazione regressivacz→zz: sgeicz→sge(i)zza→sghezza→sghessa ) indica una fame smodata, eccessiva quella che,talvolta,   impegnando in un lavoro abnorme bocca e mandibola, può determinare lo sviamento ed il pronunciamento del mento;  da sghessa→sguessa con caduta dell’ acca e successiva palatalizzazione della e che intesa breve viene dittongata in ue; poi –come ò detto – per allungamento espressivo da sguessa→sguessera.
Rammenterò infine che la voce sghessa nell’identico significato di fame smodata, si ritrova con varî adattamenti in molti  dialetti: emiliano (idem sghessa), lombardo(sgheiza, sgüssa) piemontese(gheisi) sardo(sghinzu) e persino nell’italiano sghescia.
                                 Raffaele Bracale 27/02/07

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