venerdì 22 dicembre 2017

VARIE 17/1317



1.TENÉ ‘A CIMMA ‘E SCEROCCO
Ad litteram: tenere la sommità dello scirocco Id est: essere molto nervoso, irascibile, pronto a dare in escandescenze, quasi comportandosi alla medesima maniera del metereopatico condizionato dal massimo soffio dello scirocco.
cimma s.vo f.le cima, sommità, la parte piú alta, l'estremità, la punta, la parte piú prestante o importante di qualcosa. voce dal lat. cyma(m) 'germoglio', dal gr. kýma 'feto, germoglio'
con raddoppiamento espressivo della consonante nasale bilabiale (m);
scerocco s.vo m.le 1 vento caldo umido che spira da sud-est, tipico delle regioni mediterranee,
2 il punto da cui spira questo vento: sud-est;
3 (per traslato come nel caso che ci occupa)nervosismo, irascibilità, irritabilità, iracondia; voce dal magrebino shuluq→ shuruq→scerocco 'vento di mezzogiorno'.
2.TENÉ ‘A CÓRA ‘E PAGLIA.
Ad litteram: Avere la coda di paglia. Id est Avere un comportamento tale da indurre i terzi a sospettare di trovarsi ad avere a che fare con persona che non abbia la la coscienza pulita,in quanto ci si allarmara alla prima allusione sfavorevole, ci si discolpa senza essere stati accusati, reagendo con eccessiva ed inusitata velocità o violenza verbale a critiche od osservazioni, quasi si prenda celermente fuoco", proprio come la paglia. Si raccontava, in un’antica favola contadina che una giovane volpe fósse caduta disgraziatamente in una tagliola; pur riuscendo a fuggire, gran parte della coda le rimase presa e l’animale la cui bellezza stava tutta nella coda si vergognava di farsi vedere in giro con quell’antiestetico brutto mozzicone. Gli animali amici che la conoscevano e sapevano del suo disagio ne ebbero pietà e le costruirono una coda di paglia. Pare che tutti mantenessero il segreto tranne un galletto che disse la cosa in confidenza a qualcuno e, di confidenza in confidenza, la cosa fu saputa dai padroni dei pollai, i quali accesero un po' di fuoco davanti ad ogni stia. La volpe, per paura di bruciarsi la coda, evitò di avvicinarsi alle stie. Da quel momento si usò dire che avesse la coda di paglia chiunque,commessa una qualche birbonata, temesse di essere scoperto e si comportasse guardingamente, come pure si usa dire che abbia la coda di paglia chiunque ritenga e tema che taluni inusitati atteggiamenti e/o comportamenti di un suo contrattante siano aqscrivibili a Lui (responsabile di una qualche malefatta tenuta nascosta e di cui declini la paternità).
3.TENÉ ‘E BBELLIZZE D’ ‘A SCIGNA
Ad litteram: Avere le bellezze di una scimmia; id est: comportarsi cosí come una scimma. Espressione ironica usata a dileggio di chi pensi di essere avvenente, ma che in realtà non lo è e tenti, con scarso successo di imitare chi in realtà lo sia, tentando di copiarne l’incedere o il proporsi comportandosi ad un dipresso come fa la scimmia (animale affatto bello) la cui avvenenza e /o simpatia consiste soltanto nel fatto ch’esso tenta di imitare le movenze dell’uomo.
bellizze s.vo m.le pl. e solo pl. = cose belle, le bellezze, le qualità di ciò che è bello (ma non in senso morale); il valore estetico delle cose; voce adattamento al m.le pl. dal lat. volg.neutro pl.inteso prima f.le e poi m.le bellitia
scigna s.vo f.le sg 1scimmia, nome generico di mammiferi superiori, per lo piú arboricoli, con quattro o due estremità prensili, dentatura completa, occhi frontali, arti anteriori piú LLUnghi dei posteriori; si distinguono in catarrine e platirrine (ord. Primati)
2 (fig.) persona brutta, dispettosa e maligna: è ‘na vera scigna! | fà ‘a scigna a quaccuno, imitarlo in quello che fa, che dice; scimmiottarlo | 3 ubriacatura, sbornia: pigliarse ‘na scigna; voce dal lat. simia→simja, con un consueto passaggio di s+ vocale a sci: (vedi altrove semum→scemo) e mj→gn (come in ca(m)mjare→cagnà)
4.TENÉ ‘E BBELLIZZE D’ ‘O CIUCCIO
Ad litteram: Avere le bellezze di un asino ; id est: non avere altra avvenenza che quella della giovinezza. Altra icastica e spressione ironica usata a dileggio di chi pensi di essere avvenente, ma che in realtà non lo è; a costui/costei si attribuisce un’unica grazia, quella della gioventú, la medesima che s’usa attribuire all’asino che (cfr. alibi) essendo animale da lavoro esprime, in termine di fatica, il meglio di sé soltanto quando è ancóra giovane e prestante e non ancóra stremato o ridotto a mal partito dal peso degli anni e dalla fatica (cfr. alibi: ‘o ciuccio ‘e Fechella).
5.TENÉ ‘E PECUNE
Letteralmente si può rendere con: avere, mostrar di avere i piconi (sorta di punte presenti sulla pelle dei volatili; non esiste un termine corrispondente nell’italiano); ma
vale: essere ormai o finalmente cresciuto/maturato mentalmente e/o caratterialmente; lo si dice di solito degli adolescenti che si mostrino piú maturi di quel che la loro età farebbe sospettare; di per sé ‘o pecone(che per etimo è un derivato in forma di accrescitivo (cfr. il suff. one) del francese pique/piqué= punta/tessuto a rilievo) è una sorta di punta che appare sulla pelle del corpo dei volatili, punta prodromica dello spuntar delle piume/penne; l’apparire di tali punte dimostra che il volatile non è piú un giovanissimo impLLUme, ma è cresciuto e fisicamente evoLLUto, pronto ad affrontar la vita; per similitudine degli adolescenti che siano già o ormai maturi e si dimostrino scafati e cioè attenti, svegli e smaliziati, si dice che abbiano ‘e pecune (pl. di pecone), quantunque realmente sulla pella degli adolescenti non si riscontrino punte simili a quelle dei volatili. A margine rammento che il termine pecune è usato anche nell’espressione tené ‘e ccarne pecune pecune che rende l’italiano rabbrividire.
BRAK

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