martedì 11 settembre 2018

ESPRESSIONI 162


1.MA ADDÓ STAMMO? Â CANTINA ‘E VASCIO PUORTO? ‘O RUTTO, ‘O PÍRETO E ‘O SANGO ‘E CHI T’È MMUORTO?!
Ma dove mai ci troviamo? Nella cantina (ubicata) giú al porto? (tra) eruttazioni, peti e bestemmie?
È locuzione usata per indicare sarcasticamente che ci si trovi in ambienti o tra persone decisamente plebee che,  come gli avventori di quella tal bettola rammentata ,(forse quella taverna del Cerriglio, alibi ricordata) si danno a manifestazioni eccessivamente disdicevoli e scostumate quali: eruttazioni, peti e bestemmie;
addó =  cong. ed avverbio di luogo che usato genericamente vale dove oppure mentre, invece (con valore avversativo) usato nelle interrogative vale  dove, in quale luogo? usato nelle esclamative vale proprio là dove! ;  etimologicamente da un latino de ubi con successivo rafforzamento popolare attraverso un ad del de d’avvio;
stammo =siamo,stiamo,troviamo: voce verbale (1° pers. plur. indicativo presente) dell’infinito stà/stare  dal latino stare;
cantina = bettola, taverna, mescita di vini, infima osteria; etimologicamente tardo latino  canthu(m) =angolo appartato che è dal gr. kanthós 'angolo dell'occhio' con l’aggiunta del suffisso diminutivo inus/ina;
Puorto = voce toponomastica indicante tutta la zona adiacente il luogo di attracco e partenza di tutti i grossi natanti; la voce comune puorto = porto, luogo sulla riva del mare, di un lago o di un fiume che, per configurazione naturale o per le opere artificiali costruite dall'uomo, può dare sicuro ricovero ai navigli; etimologicamente dal lat. portu(m), propr. 'entrata, passaggio', della stessa radice di porta 'porta'con dittongazione popolare nella sillaba d’avvio;
rutto  = eruttazione, aria emessa bruscamente e rumorosamente dalla bocca  con etimo dal lat. ructu(m)  deverbale del basso latino ructare (frequentativo di erugere 'gettare fuori'), = eruttare, emettere rumorosamente; va da sé che il sostantivo rutto qui a margine, non va confuso con participio passato aggettivato rutto = rotto, frantumato, spezzato  che è dal verbo rumpere= rompere;
pirete  plurale di pireto= peto, rumorosa emissione di gas intestinale; etimologicamente dal latino peditu(m) con tipica rotacizzazione mediterranea della D→R;
‘o sango ‘e chi t’è mmuorto!  letteralmente: il sangue di chi ti è morto; vibrante bestemmia offesa  che , con piú cattiveria ed acrimonia dell’omologa: ‘e muorte ‘e chi t’è mmuorto (i morti  di chi ti è morto  id est: gli antenati dei tuoi morti(quelli che nel dialetto romanesco sono: li mortacci tua) chiama in causa, per maledirlo, addirittura il succo vitale (il sangue!) dei defunti di colui contro cui si lancia l’offensiva bestemmia; talvolta, per peggiorarla, l’offesa suona ‘o sango ‘nfamo ‘e chi t’è mmuorto! o anche ‘o sango sperzo ‘e chi t’è mmuorto  con l’aggiunta  o dell’aggettivo nfamo  che è: infame, che à pessima fama, che merita il pubblico disprezzo con derivazione dal latino: infame(m), comp. di in  distrattivo  ed un deriv. di fama 'fama, buon nome'; propr.’senza buon nome’,  'che à cattiva reputazione' oppure dell’aggettivo sperzo  che è:  perduto, disseminato in giro, non piú reperibile, smarrito, deverbale del latino perdere  con la protesi di una s durativa o intensiva, nel senso che chi avesse disperso in giro , anche metaforicamente, il proprio sangue, facendolo quasi  divenir  sangue perduto, irreperibile, smarrito, meriterebbe, tal quale l’infame di cui sopra,la non considerazione, anzi il disprezzo pubblico;
sango = sangue etimologicamente dal latino sangue(m) da un antico nom.sanguen collaterale del classico sanguine(m) di sanguis, attraverso un metaplasmo popolare sangu(m)→sango;
muorto = voce verbale (part. pass. maschile)sostantivato o aggettivato dell’infinito murí che etimologicamente è da un lat. volg. *morire, per il class. mori; tipica, come popolare, la dittongazione uo dell’originaria o.

     

2 CHILLO SE ‘MPIZZA 'E DDETE 'NCULO E CACCIA 'ANIELLE.
Ad litteram: Quello si ficca le dita nel sedere e tira fuori anelli. Id est: la fortuna di quell'essere è cosí grande che, a mo’ di un prestidigitatore,  è capace di procurarsi beni e ricchezze anche nei modi meno ortodossi o possibili.
3 AVIMMO PERDUTO 'APARATURA I 'E CCENTRELLE.
Ad litteram: abbiamo perduto gli addobbi ed i chiodini. Anticamente, a Napoli in occasione di festività, specie religiose, si solevano addobbare i portali delle chiese con gran drappi di stoffe preziose; tali addobbi erano chiamati aparature; accaddeva però talvolta che - per sopravvenuto mal tempo, il vento e la pioggia scompigliasse, fino a distruggere gli addobbi ed a svellere drappi e chiodini usati per sostenerli; la locuzione attualmente viene usata per dolersi quando, per sopravvenute, inattese cause vengano distrutti o vanificati tuttti gli sforzi operati per raggiungere un alcunché.
aparature  s.vo fle pl. di aparatura = addobbo; voce deverbale  dal part.pass. dello spagnolo aparar   che è dal lat. parare=preparare seguendo il percorso a (prefisso intensivo)+ paratu(m) + il suff. di pertinenza ura;
centrelle  s.vo fle pl. di centrella = chiodino;
la voce centrella è un diminutivo  del greco   kéntron= chiodo.
4 'A FEMMENA È CCOMME Â CAMPANA: SI NUN 'A TUCULIJE, NUN SONA.
Ad litteram: la donna è come una campana: se non l'agiti non suona; id est: la donna à bisogno di esser sollecitata per tirar fuori i propri sentimenti, ma pure i propri istinti.
5 'A FEMMENA BBONA SI - TENTATA - RESTA ONESTA, NUN È STATA BUONO TENTATA.
Ad litteram: una donna procace, se - una volta che venga tentata –(non cede e) resta onesta, significa che non è stata tentata a sufficienza. Lo si dice intendendo affermare che qualsiasi donna, in ispecie quelle procaci si lasciano cadere in tentazione; e se non lo fanno è perché... il tentatore non è stato all'altezza del compito...
6 TRE CCOSE NCE VONNO P''E PICCERILLE: MAZZE, CARIZZE E ZIZZE!
Ad litteram: tre son le cose che necessitano ai bimbi:mazze (cioè busse), carezze e tette. Id est: per bene allevare i bimbi occorrono tre cose il sano nutrimento(le tette), busse quando occorra punirli per gli errori compiuti, premi (carezze)per gratificarli quando si comportano bene.
7 'E PEJE JUORNE SO' CCHILLE D''A VICCHIAIA.
Ad litteram: i peggiori giorni son quelli della vecchiaia; il detto riecheggia l'antico brocardo latino: senectus ipsa morbus est; per solito, in vecchiaia non si hanno piú affetti da coltivare o lavori cui attendere, per cui i giorni sono duri da portare avanti e da sopportare specie se sono corredati di malattie che, del resto,  in vecchiaia non mancano mai...
8 DIMMÉNNE N'ATA, CA CHESTA GGIÀ 'A SAPEVO.
Ad litteram: raccóntamene un'altra perché questa già la conoscevo; id est: se (come pare) ài intenzione di truffarmi o farmi del male, adopera altro sistema, giacché questo che stai usando mi è noto e conosco il modo di difendermi, vanificando il tuo operato.
9 DENARO 'E STOLA, SCIOSCIA CA VOLA.
Ad litteram: denaro di stola, soffia ché vola via. Id est: il danaro ricevuto o in eredità, o in omaggio da un parente prete, si disperde facilmente, con la stessa facilità con cui se ne è venuto in possesso.


10. FATTE CAPITANO E MAGNE GALLINE.
Ad litteram: diventa capitano e mangerai galline: infatti chi sale di grado migliora il suo tenore di vita, per cui, al di là della lettera, il proverbio può intendersi:(anche se non è veramente accaduto), fa' le viste di esser salito di grado, cosí vedrai migliorato il tuo tenore di vita.
11.'E MARIUOLE CU 'A SCIAMMERIA 'NCUOLLO, SO' PPEJE 'E LL' ATE.
Ad litteram: i ladri eleganti e ben vestiti sono peggiori degli altri. Id est: i gentiluomini che rubano sono peggiori e fanno piú paura dei poveri che rubano magari per fame o necessità.
mariuole s.vo m.le pl. di mariuolo = ladro, il mariolo, ed estensivamente la persona in genere disonesta anche quando non sia dedita al furto continuato;   per ciò che attiene all’etimologia del termine  mariuolo non c’è uniformità di vedute; taluno si trincera dietro un etimo incerto, qualche altro (D.E.I.) propende per un antico aggettivo francese mariol = furbacchione,forse da collegare ad un’origine orientale (turca) donde forse anche il  greco mod. margiólos= astuto, furbo etc. qualche altro ancóra lo legherebbe allo spagnolo marraio e marrullero  = imbroglione, monello;la proposta del D.E.I.sarebbe interessante se si fermasse al francese mariol e non chiamasse in causa (senza specificarla!) un’origine turca, ma Carlo Battisti che si prese la responsabilità della lettera M evita di chiarire o precisare  e  con la sua  proposta non mi convince per cui non mi sento di accoglierla, come non posso accogliere l’idea dello spagnolo marraio o marrullero morfologicamente troppo lontana da mariuolo e non chiarita nel percorso morfologico  da seguire per pervenirvi;   trovo invece molto interessante la scuola di pensiero (C. Iandolo) che fa risalire la voce mariuolo  ad un acc. latino malevolu(m)→marevolu(m)→marevuolo con sincope definitiva della  v donde mareólo→ mareuólo e mariuólo
quantunque nel napoletano siano rintracciabili piú frequentemente delle epentesi consonantiche eufoniche ( n, v) infisse a mezzo dittonghi o iati,   che delle sincopi.
 sciammeria  s.vo f.le = giacca elegante con falde lunghe, tipica  delle cerimonie o ricorrenze importanti, con esclusione dei matrimoni eleganti nei quali sia previsto il tight (detto giocosamente  a Napoli: cafè a ddoje porte) in senso traslato e giocoso vale  coito.Etimologicamente la sciammeria    probabilmente non è un denominale forgiato sul francese chambre, ma molto  piú probabilmente  è derivato direttamente dallo spagnolo chamberga sempre che non derivi   dal nome del duca di Schönberg (17° sec.) che volle che le sue truppe fossero equipaggiate con una lunga palandrana che, dal nome del duca, fu resa in italiano col termine giamberga da cui non è lontana sciammeria; personalmente trovo però piú convincente l’ipotesi ispanica  che piú si presta ad approdare a sciammeria attraverso la napoletanissima,  solita prostesi di una s intensiva all’originario cia (ch) spagnolo, assimilazione regressiva della b, sincope  del gruppo rg sostituito da un ri  con una i atona;
 come ò accennato si tratta di una giacca molto ampia che inviluppa quasi chi l’indossa  al segno che, ripeto,  per traslato giocoso e furbesco  con il termine  sciammeria si intende anche il coito,  in particolare quello in cui l’uomo assume una posizione tale che  copra del tutto la donna col proprio corpo ed al proposito rammento che  con molta probabilità quando i napoletani accennano ad una sciammeria  onirica (nella smorfia napoletana è codificata al numero 64), è al coito  e non alla giacca che intendono riferirsi,  giacché probabilmente  la loro fantasia notturna fu accesa dalla scena d’una unione sessuale, piuttosto che dalla visione d’una giacca da cerimonia!
12.FA’ ‘NA COSA ‘E JUORNO.
 Ad litteram: fa’ una cosa di giorno! Id est: Agisci rapidamente!
 Perentorio invito rivolto ad un artiere o a chiunque si stia dedicando ad un’attività, affinché porti a termine il lavoro o l’intrapreso in maniera rapida, sollecita esaurendo l’attività nel lasso di un giorno ed evitando di protrarre l’operare fino alle ore notturne che son le meno proficue.
Brak




                                                   



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