lunedì 10 settembre 2018

‘O CUCCHIERE ‘E TULETO, PENZAJE PENZAJE E MMENAJE SOTTO A UNO!


‘O CUCCHIERE ‘E TULETO, PENZAJE PENZAJE E MMENAJE SOTTO A UNO!
Questa volta è stato il  caro amico S. C. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a  chiedermi, per le vie brevi di chiarirgli  significato e portata dell’ espressione partenopea   in epigrafe. Gli ò cosí risposto: la datata espressione, risalente alla fine del XIX secolo, desueta, ma persistente nella memoria dei napoletani d’antan è da rendersi in italiano: Il vetturino da nolo (aduso a condurre carrozze e carrozzelle da diporto)  per via  Toleto,(benché prestasse soverchia attenzione, perse il controllo del cavallo) trovolgendo un pedone; è espressione di dileggio usata per sottolineare l’inutilità di taluni comportamenti come quelli tenuti dal vetturino dell’espressione, che – occupato a tener d’occhio il movimento dei pedoni – perse il controllo della bestia che trainava la carrozzella e finí per investire un malcapitato passante. Da notare che nell’espressione in esame la strada dove si verifica l’incidente è la centralissima, frequentatissima da cittadini e mezzi di locomozione via Toledo che si ebbe il nome del viceré che l’aveva voluta e che fu ed è una delle arterie principali di Napoli lunga circa 1200 metri, voluta dal viceré Pedro Álvarez de Toledo,[(Pedro Álvarez de Toledo y Zuñiga (Salamanca, 1484 –† Firenze, 22 febbraio 1553)] nel 1536 su progetto degli architetti regi Ferdinando Manlio conosciuto anche come Ferrante Maglione (Napoli, 1499 circa – †Napoli, dopo il 1572), urbanista ed ingegnere napoletano molto attivo nella sua città   e Giovanni Benincasa, architetto di origini senesi di cui mancano notizie biografiche;  la strada correva lungo la vecchia cinta muraria occidentale di epoca aragonese, cinta che per gli ampliamenti difensivi proprio di don Pedro fu resa obsoleta e quindi eliminata.  Il percorso dell’arteria  inizia dall’odierna Piazza Dante [in origine Largo Mercatello] e termina in Piazza Trieste e Trento, nella sequenza della strada si diramano altre arterie di notevole importanza, piazze, chiese e palazzi nobiliari. La via su cui aprono i battenti numerose botteghe è una delle tappe del passeggio  napoletano, nonché  della vita culturale. Come dicevo la via molto frequentata da cittadini e mezzi di locomozione spesso fu teatro di incidenti dovuti o a disattenzione dei passanti o dei cocchieri, cosa che diede vita all’espressione esaminata.      E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico S.C. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
 Raffaele Bracale

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