giovedì 28 marzo 2019

NUNN’È GGRANO CA SCAPEZZA


NUNN’È GGRANO CA SCAPEZZA
Mi è stato chiesto, via e-mail,  da un mio abituale frequentatore del BLOG, l’esimio signor  B. C. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) di spendere qualche parola per illustrare significato e portata della locuzione in epigrafe.
Comincio col dire che letteralmente l'espressione significa: non è grano che casca [cioè non è grano da recidere, in quanto non è ancòra giunto a maturazione.]La datatissima locuzione nata in àmbito agreste, pervenuta in città, fu usata, al di là del significato letterale, figuratamente   in  riferimento in primis ad ogni  ragazzo che non fósse ancóra un adolescente in quanto ritardasse ad avere la sua prima polluzione e successivamente  fu riferito ad ogni faccenda che non percorresse il suo normale iter in modo celere e pertanto  che non giungesse in modo rapido a conclusione.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto il signor  B. C.  ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
 Raffaele Bracale

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