ABBASSO A LL’ ACQUAQUIGLIA
In un suo
famosissimo sonetto: GENTILHOMMERIE Libero Bovio scrive in un verso: ché se tu scendo abbasso all’Acquaquiglia,
ed il carissimo amico N.C. [al solito, motivi di riservatezza mi impongono
di riportar solo le iniziali di nome e
cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche] mi à chiesto, per le vie
brevi, di chiarirgli, quale fósse la zona di Napoli presa in considerazione dal
poeta, atteso che mi à detto di non aver mai saputo di una via o un quartiere
napoletano chiamato Acquaquiglia. Confesso che la ricerca è stata faticosa, ma
alla fine ne sono venuto a capo e posso dire, senza téma di smentite, che
allorché il poeta parlò di “abbasso all’Acquaquiglia”, intendeva riferirsi alla zona Porto Basso,tra il Mandracchio e la
vecchia Dogana del sale, posta cioè all'incrocio
tra via Conte Olivares e via Molo
Piccolo, zona nota tra il popolo della città bassa con il nome
riportato dal poeta e mutuato da quello di un’antichissima fontana: “AQUAQUILIA”
[fontana risalente al 1589, voluta dal fondatore della casata Borbone Enrico IV di Borbone, detto Enrico il Grande
(le grand) (Pau, 13 dicembre 1553 –†Parigi, 14 maggio 1610), fontana che
era ubicata all’altezza
dell’angolo sud dell’incrocio tra le attuali Via Marchese Campodisola e Via
Conte Olivares e che fu una di quelle demolite, al tempo del presidente del
consiglio itagliano Agostino De Petris, dalla furia iconoclasta degli addetti allo
sventramento di Napoli, ipotizzato sin dalla metà dell'Ottocento, e portato a
compimento a seguito di una epidemia di colera, avvenuta nel 1884, sotto la
spinta del sindaco di allora, Nicola Amore; e cosí nel 1885, allo scopo – si
disse - di risolvere il problema del
degrado di alcune zone della città che era stato, secondo il sindaco Amore, la
principale causa del diffondersi del colera, si decise l'abbattimento di
numerosi edifici tra i quali appunto la Fontana dell'Aquaquilia. È chiaro che
l’originario nome latino Aquaquilia fu storpiato dal popolo della
città bassa in ACQUAQUIGLIA e cosí
conservato nella memoria di poeti d’antan. Quanto all’origine del nome AQUAQUILIA bisogna partire da “Aqua Aquilia”, con l'idronimo aqua determinato da un aggettivo derivato da un
antroponimo, come è per la romana Acqua
Marcia (lat. aqua Marcia, dal pretore del 144 a.C Quinto Marcio Re). Da un Aquilius prendono
analogamente il nome la via Aquilia
(fatta costruire da Manlio Aquilio Gallo nel 65 a.C., da Capua a Reggio Calabria) e la antica lex Aquilia,
voluta probabilmente da un tribuno della
plebe. Il nome Aquilius è sicuramente attestato in Campania dalle iscrizioni (Paestum, ma anche
Capua, Ercolano, Miseno, Pozzuoli).Con
ogni probabilità all’epoca dell’edificazione alla fontana voluta dal Borbone fu
dato un nome latineggiante nell’intento di farla apparire piú antica di quel
che fósse.
Non mi pare
ci sia altro da aggiungere per cui mi fermo qui, sperando d’avere accontentato
l’amico N.C. ed interessato qualcun altro
dei miei ventiquattro lettori e
chi forte dovesse imbattersi in
queste paginette. Satis est.
Raffaele
Bracale
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