NE PUTISSE FÀ LUMINE P’’A NOTTE
Questa volta è stato il
caro amico P. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) a
chiedermi via e-mail di chiarirgli significato e portata dell’ espressione
partenopea in epigrafe. Gli ò
risposto che la locuzione in esame da
rendersi nella lingua nazionale: “ Potresti farne piccole candele [da
accender]di notte”,
è usata sarcasticamente in riferimento all’inutile, improduttivo
agitarsi di qualcuno che sprechi tempo e
materiali [a volte costosi come ad. es. la cera d’api] che potrebbe essere
speso l’uno ed usati gli altri per finalità piú fattive, utili e concrete
[come sarebbero i lumini per la notte,
nel caso della cera d’api.].L’espressione è usata altresí in riferimento a chi
reagisca con profondo turbamento di spirito ed iriitazione di fronte ad accadimenti o accuse da tenersi
in non cale in quanto risibili gli uni o patentemente false le altre. E
qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto
l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú
genericamente chi dovesse imbattersi in
questa paginetta.Satis est.
Raffaele Bracale
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