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INTERESSANTI ESPRESSIONI
1.ABBRUSCIÀ ‘O PAGLIONE
Ad litteram: bruciare il
pagliericcio id est: far terra bruciata attorno a qualcuno. Grave minaccia
con la quale si comunica di voler
procurare, a colui cui è rivolta, un
grave, gravissimo anche se non
specificato danno; la locuzione rammenta ciò che erano soliti fare gli eserciti
sconfitti , in ispecie quelli francesi che nell’abbondonare l’accampamento fino
a quel momento occupato, usavano
bruciare tutto per modo che l’esercito sopravveniente non potesse averne neppure un sia pur piccolo
tornaconto.Oggi la locuzione in epigrafe è usata con due significati, uno meno
grave, l’altro piú duro; nel significato meno duro l’espressione significa mancare a un impegno, a un appuntamento; nel
significato piú minaccioso l’espressione
è usata per minacciar imprecisati ma totali danni; infatti con l’espressione T’aggi’
‘abbruscià ‘o paglione! si vuol significare: Devo arrecarti tutto il danno possibile, bruciandoti persino il
pagliericcio su cui dormi, per non darti
piú modo neppure di riposare!
Anticamente l’espressione in epigrafe valeva furbescamente (con un ardito, appaiamento [per sineddoche] tra il
pagliericcio ed il fondoschiena che su quello era adagiato!) come minaccia di
sodomizzazione.
abbruscià = bruciare, ardere, incendiare,consumare,
distruggere, rovinare con l'azione del fuoco o del calore.
l’etimo è da un lat. volg. ad+brusiare→abbrusiare→abbrusciare/à
paglione s. m. = pagliericcio, saccone pieno di paglia o foglie
secche usato come materasso; quanto all’etimo paglione è un evidente
accrescitivo (cfr. suff. one) di paglia
che è dal lat. palea
2. Â
casa d’’o ferraro, ‘o spito ‘e lignammo.
ad
litteram: in casa del fabbro, lo spiedo è
di legno; locuzione usata ad ironico commento di tutte quelle situazioni nelle quali, per
accidia o insipienza dei protagonisti
vengono a mancare elementi che
invece si presupponeva non potessero mancare e ci si deve accontentare
di succedanei spesso non confacenti.
3. ‘A
carna tosta e ‘o curtiello scugnato.
ad
litteram: la carne dura ed il coltello
senza taglio. Icastica locuzione che
si usa a dolente commento di situazioni
dove concorrano due o piú elementi negativi tali da prospettare un sicuro insuccesso delle
operazioni intraprese. Altrove per significare la medesima cosa s’usa l’espressione
illustrata al numero successivo.
4. Aizarse
‘nu cummò
ad
litteram: caricarsi addosso un canterano;
detto di chi abbia impalmato una donna
anziana, non avvenente e, a maggior disdoro, priva di congrua dote. Si
ritiene che chi abbia fatto un simile matrimonio, abbia compiuto uno sforzo simile a quello di
quei facchini addetti a trasporti, facchini
che sollevavano e si ponevano sulle
spalle pesanti cassettoni di legno
massello, sormontati da pesanti lastre di marmo.
aizar(se)
= sollevar(si), alzar(si), caricar(si)
di qualcosa; voce verbale infinito derivato dal lat. altiare→auziare→aizare;
cummò s.m. = canterano, cassettone voce derivata dal francese commo(de).
5.Ê
cane dicenno
letteralmente:
dicendo ai cani locuzione pronunciata magari accompagnata da
un gesto scaramantico con la quale si
vuol significare: non sia mai!, accada ai cani e non a noi, ciò che
stiamo dicendo!
6. A mmorte ‘e subbeto.
Ad
litteram: a morte subitanea id est:
repentinamente, senza por tempo in mezzo; detto soprattutto in riferimento ad ordini da eseguirsi, come indicato in
epigrafe, con la stessa immediatezza di
una morte repentina.
7. Aggiu
visto 'a morte cu ll' uocchie.
Ad litteram: Ò visto la morte con gli occhi Con questa tautologica locuzione si esprime chi voglia portare a conoscenza degli altri di aver corso un serio, grave pericolo tale d’averlo portato ad un passo dalla morte, vista da molto vicino e di esserne venuto fortunatamente fuori, tanto da poterlo raccontare.
Ad litteram: Ò visto la morte con gli occhi Con questa tautologica locuzione si esprime chi voglia portare a conoscenza degli altri di aver corso un serio, grave pericolo tale d’averlo portato ad un passo dalla morte, vista da molto vicino e di esserne venuto fortunatamente fuori, tanto da poterlo raccontare.
8. Accurtà
‘e passe a quaccheduno
Ad
litteram:accorciare (ridurre) i passi a
qualcuno; id est: ridimensionare i
movimenti di qualcuno al fine di impedirgli di procedere oltre; detto
soprattutto di chi - mostratosi troppo saccente e supponente - si stia comportando, conseguentemente, con boria e vacua baldanza; ebbene è buona norma che costui venga
ridimensionato, con parole ed atti, perché comprenda quali sono i limiti nei
quali deve muoversi e non li ecceda.
9. Accussí
à dda jí
Ad
litteram : cosí deve andare;
fatalistica espressione con la quale a Napoli si suole accettare tutte
quelle situazioni che non possono essere
eluse o evitate ed alle quali perciò bisogna - sia pure obtorto collo -
soggiacere.Talvolta per completamento della frase in epigrafe ed a significare
un totale abbondono nell’ Ente supremo che muove tutti gli accadimenti umani,
si aggiunge un religioso e rassegnato e
accussí sia ( e cosí sia).
10. Accussí
va ‘o munno
Ad
litteram: cosí va il mondo:
espressione analoga alla precedente, ma con un piú marcato senso di impotenza
davanti alla ineluttabilità di taluni avvenimenti, che – in qualsiasi parte del
mondo – evolvono nella medesima maniera...
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