SGAMARE-SGAMÀ
Il verbo centro-meridionale in epigrafe, pervenuto anche nel
lessico italiano, è usato – soprattutto nel gergo giovanile corrente - per
indicare il capire, l’ intuire qualcosa di dissimulato, qualcosa cioè che –
perduta l’originaria forza – si appalesi, lasciandosi comprendere chiaramente;
ad es: farse sgamà = farsi sgamare,e
cioè: farsi scoprire mentre si sta facendo qualcosa di nascosto;t’aggiu sgamato= ti ò sgamato id est: “Ti ò scoperto” o anche “Ò capito il tuo trucco!” “Ò tolto il velo
al tuo trucco, appalesandolo!”
Di non semplice lettura l’etimologia della voce verbale; la
maggior parte dei calepini (anche i piú accurzate
(forniti): Garzanti – Treccani – Zingarelli) si trincerano (copiandosi
vicendevolmente) dietro un pilatesco etimo
incerto; in simili faccende non amo accodarmi a soluzioni che mi procurano
attacchi d’orticaria, nè amo lavarmene le mani e dunque azzardo un’ipotesi quella
cioè che il verbo sgamare possa derivare da
una lettura metatetica di smagare a sua volta derivante da un
tardo latino exmagare= disvelare, privar di forze; exmagare
è da ex
+ un ant. tedesco *magan= aver
forza.
accurzate
voce verbale partenopea,
che non guasterebbe accogliere nell’italiano nella morfologia
accorsati , part. passato
plurale dell’infinito napoletano accurzà = fornire di qualcosa derivato
dal lat. volg. *ad-cursare denominale
di cursus.
RaffaeleBracale
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